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ASI ARCAICI DELLE PUGLIE

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rata, rituale. Nel campo, tra le figure, ritorna la cro-
cetta, tanto semplice quanto puntinata. Tutta la
rappresentanza è chiusa fra due linee doppie, che
vanno in giro : alla inferiore, che serve di suolo ai
piedi delle figure, è aggiunta attorno una raggiera;
attorno alla piccola gola corre una catena. 11 toro su-
periore della base era nella sua grossezza dipinto di
rosso, ora quasi svanito ; tracce di rosso più o meno
conservato sono pure, come abbiamo già notato, nelle
vesti delle figure, ed inoltre negli oggetti che portano
e negli anelli della grande catena con palmette che
gira attorno al vaso gemino, la quale in origine do-
veva aver l'aspetto, più che di catena, di collana
corallina.

Questo color rosso, affatto opaco, è molto caduco
e poco resistente all'azione degli acidi : in origine do-
veva esserne fatto in questo vaso un uso maggiore
che oggi non si possa constatare. L'altra tinta ado-
perata è un color bruno del pari privo di lucido, ma
resistente agli acidi, col quale il medesimo ceramista
tracciò prima della cottura, sotto al piede, in curva
presso l'orlo, l'iscrizione di cui qui diamo il fac simile
(fig. 3) ('). Il vaso testò descritto e tutti gli altri
seguenti appartengono alla classe delle ceramiche di
argilla figulina cotta al forno e tornita, con uso di
colori minerali per la decorazione, ma senza vernice
lucida.

b) Collez. terrecotte, n. dell' inv. 7492 ; situla
gemina proveniente da Canosa (2) e rappresentata
nella fig. 4; alt. m. 0,15, col manico 0,18; in parte
coperta d'incrostazioni; tecnica uguale al vaso pre-
cedente, salvochè in luogo del rosso è adoperato un
color rosa, di cui non resta che qualche traccia.

La sintassi decorativa è la medesima, salvochè i
due recipienti sono tenuti distinti : gli ornati non pas-
sano sulla congiunzione dei corpi, verso cui son limi-
tati da doppia linea verticale; sulla congiuntura è
invece una specie di parallelogrammo irregolare (riu-
scito piuttosto simile ad un trapezio) in cui sono ti-

(') Essa leggesi cepiXyuv&uCovy, e quantunque scritta tutta
di seguito, come parecchie altre messapiche, contiene certo
più d'una parola. L'ultimo elemento è senza dubbio il caratte-
ristico nome niessapico Jtt£ov (Dasus, Daso) con un suffisso
o desinenza; Vavil ricorre nelle iscrizioni etrusche, ove lo spie-
gano per età, anno. Resterebbe un elemento gau.

(2) Canosa era, come vedremo, in condizioni eccezionali per
esser notata come luogo di rinvenimento degli oggetti. Poiché
l'inventario è a tal riguardo trascuratissimo, avverto che i vasi
di cui segno la provenienza sono i soli per cui risulti.
 
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