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LA NECROPOLI NEOLITICA DI MOLFETTA

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di forme neolitiche, che troviamo più tardi ad His-
sarlik, nella Tessaglia e che poi divennero comuni
nella ceramica del primo periodo siculo.

Una relazione più remota coll'Egeo appare nei
vasi rappresentati dalla Mg. 41.

Ho già pubblicato nel volume siili' Origine della
civiltà mediterranea, il profilo dei vasi trovati da
Siret nella Spagna, i quali rassomigliano ai vasi di
Cnossos, che l'Evans scavò nell'ultimo strato che sta

Fra. 41.

sul neolitico, e che lo Schiaparelli trovò ad Eliopoli
in uno strato profondo che risale alle prime dinastie,
due vasi simili vennero fuori dagli scavi che il pro-
fessor Orsi fece a Barriera, presso Catania (') e qui
ne riproduco la fotografia (fig. 41).

È un vaso di creta bigio-scura, fatto a bacino con
labbro rientrante sorretto da un ampio piede a tromba,
alto m. 0,195, col bordo largo m. 0,18, rotto da una
parte. La base è larga m. 0,14 ed è vuota internamente.
Il vaso venne fatto in due pezzi, e la base fu attaccata
al bacino. A Molfetta trovai due frammenti del ba-

cino col bordo rientrante, e un pezzo della base larga
m. 0,15, fatta a tromba. Questi bacini a piede hanno
una forma caratteristica, sono più tozzi e si distin-
guono da quelli che tanto abbondano nelle tombe Si-
cilie e che giunsero fino ad età meno antica come
nella tomba di Sant'Angelo di Muxaro (') ma se ne
differenziano perchè hanno il bordo rientrante.

Dobbiamo dare una speciale importanza al ritro-
vamento di questi vasi a Molfetta, in Sicilia e nella
Spagna, perchè essi stabiliscono in modo non dubbio
le relazioni dell'Italia coll'Oriente, nell'età neolitica.
Non ripeto qui gli argomenti che appoggiano tale
fatto storico, i quali ho già esposto nel volume Ori-
gini della civiltà mediterranea.

CAPITOLO IV.
Decorazione della ceramica neolitica primitiva.

§ 1.

Decorazione nello stile di Molfetta.

Guardando la ceramica ammucchiata presso le
trincee e facendo un calcolo approssimativo, risulta
che i vasi lisci sono in minor numero, e che i neolitici
di queste stazioni preferivano i vasi colla superficie
graffita. Toccai già questo argomento nel primo ca-
pitolo ora mostrerò con altri esempi la grande va-
rietà di tale decorazione.

La fig. 42 dà un' immagine del modo col quale
si tagliuzzava la superficie per mezzo di una stecca.
E un grande vaso di forma sferica come un olla pan-
ciuta che aveva m. 0,35 di diametro. Le pareti sono
spesse m. 0,015 di argilla bene depurata color di
tabacco. I tagli sono lunghi da un centimetro ad un
centimetro e mezzo. A sinistra una serie di tagli è
fatta in altra direzione. Per rappezzare il vaso rotto
eransi fatti in questo frammento due grandi fori, dei
quali uno in basso lo si vede rotto per metà.

Si comprende che non erano stoviglie per cucina,
perchè la superficie con solchi a squamme tanto pro-
fonde non era adatta per tenere puliti i vasi.

(') Bullett. paletti. Hai, XXXIII, 1907, p. 80, fig. 37.

(') R. Accademia delle scienze di Torino, 1907-8, aprile
voi. LIX.
 
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