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MONUMENTI POLICLETEI

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Gli « astragalizontes » sono per ora introvabili. A
parto vecchio identificazioni, che oggidì non hanno nes-
sun valore (M, anche il tentativo fatto in proposito dal
Mahler ('), di identificarne uno in un bronzetto della
biblioteca nazionale di Parigi, è completamente fal-
lito (3).

L'ipotesi che rappresentassero i Dioscuri è sempre
la più probabile (4) e una eco si può l'orse scorgere in
una gemina del Museo di Berlino (fig. 57) (8). Non bi-
sogna tuttavia dimenticare che il gruppo degli astraga-

Fra. 57.

Berlino, Antiqua/riunì :
Amorini « astragalizontes».

lizontes, per il suo presumìbile carattere, ricorda tal-
mente alti e opere policlétee sì, ma certo non di Poli-
cleto, quali l'efebo di Dresda e il Narcisso, che, fino a

(') Smith, Catalogue, III, 1904, n. 1756, p. 110 sg.

(2) Mahler, Polyklet, p. 56 sgg.

Lo stesso Klein. Geschichte, II, 1906, p. 156, che pure
sostiene moltissimo l'opera del Mahler, ha fatto alcune obbiezioni
molto gravi, ma decisiv a è poi l'acuta analisi di A. Boulanger, in
Rev. Arvh.. 1903, I. pp. l'I 1 sgg. Non è il caso di insistere sulla
idea del Mahler che dei due «astragalizontes» uno solo fosse di
Policleto e rappresentasse Hermes giovinetti!, mentre l'altro
sarchile stato un ■penderti fatto in epoca romana:

l'i A. Furtwangler, in Roscher's Lexikon, 1, col. 1174 e in
Meisterwerke, p. 508, nula 3. L'ipotesi è fondata su una gemma
di stile'peloponnesiaco del Museo di Berlino, riferibile alla seconda
metà del Y sec, nella quale due figurine di «astragalizontes»
sembrano appunto ispirate da originali statuari perchè collocate
ciascuna su un plinto, e sono epigraficamente indicale come
JJ02KOPOI. Naturalmente fra la gemma e l'opera di Policleto
non vi è nessun nesso dirotto, ma quella può provare come il
soggetto esistesse, veramente nella statuaria del V sec.

(5) A. Furtwangler, ani. Gemmari, tav. XLII, n. 31. In essa
eli o astragalizontes » sono diventati degli amorini, variazione che
potrebbe essere dovuta all'incisore, e in uno di essi è possibile
riconoscere anche la ponderazione policletea.

prova contraria, è legittimo il dubbio che l'attribu-
zione di Plinio non sia: molto fondata.

Le caneeore.

Altra opera non del lutto esente da sospetti sono
le due canefore ricordate da- Cicerone (x) perchè, se
non fossero ricordate anche da un altro scrittore au-
lico si potrebbe pensare che l'attribuzione a l'oli-
cleto derivasse da un battesimo non disinteressato di
collezionista, l'orse dello stosso Heio, che le possedeva,
battesimo che Cicerone aveva tutto l'interesse di so-
stenere, sfruttandolo a scopo oratorio.

L'Artemon periphoretos.

Nessun motivo vi è invece di dubitare dell'attri-
buzione dell'Artemon periphoretos (3Ì. Il passo di
Ebano (4) con l'aneddoto di nipponico, che non fa.
eseguire da Policleto la statua del padre ( alba, per ti-
more elio la l'ama dell'artista oscuri quella del rap-
presentato, è una prova sicura che Policleto era-noto
in Atene e ricercato proprio come autore di statue ico-
niche. Perciò è doppiamente lamentevole la mancanza
di copie di (piesto monumento, che farebbero conoscere
Policleto ritrattista, abilità, che, abituati alla costanza
del suo tipo virile, non si riesce ad immaginare. Ma
sarebbe strano dm nessuna copia di quest'opera singo-
lare fosse giunta a noi e perciò non è da disperare che
un giorno possa essere scoperta- fra, la massa, ilei ritratti
del V" sec. dove forse la nasconde la sua stessa, pecu-
liarità, Dna testa di stratega, vicina, per siile all'Hera-
kles o già tendente al diadumeuo : tale doveva, essere
VArtemon periphoretos e l'orse, se si trattava di un'erma,
nel movimento della testa o nella, conformazione delle
spalle, non sarà mancato qualche particolare, che
accennasse alla zoppagine del rappresentante

(') Tic, In Verr., IV, :!, 5.

(-) Symmach., Epist., I, 23. ha testimonianza di Simmaco,
essendo molto tarda, non è di gran conto perchè potrebbe essere
un semplice riflesso del passo ciceroniano.

(») Plinio, A. //.. XXXIV, Sii.

(4) AeL, vaf. hist. XIV, 16.
 
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