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MONUM ENTI POLICLETEI

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sta valore probante definitivo. L;i base di Xenokles
deve dunque essere attribuita al Policleto maggiore,
spiegandone la "'rafia e il sistema di saldatura, reconti
con un rinnovamento fatto sul principio de] TV0 sec.
Sarebbe molto utile fissare con qualche approssima-
zione la data della collocazione originaria, perchè impli-
citamente ne deriverebbe anche quella del discoforo,
ma ci mancano gli elementi per far ciò. L'uso del
marino bianco ci rimanda a prima del Pythokles e
l'uso della ponderazione prepolicletea, dato lo svolgi-
mento regolare dell'arte di Policleto, addirittura a
prima del Kyniskos. In tal caso bisognerebbe collo-
care la vittoria di Xenokles prima del 484. ma si traila
di ipotesi non dimostrabili (1).

Meno probabile è l'attribuzione al Policleto maggiore
della base di Aristion. Questi vinse bensì nell'OI. 82 -
452 av. Cr. come Pytholdes, ma la sua base ha caratteri
epigrafici all'incirca del 350 av. Cr. (2). periodo che
conviene ancora al Policleto minore (8), è del tipo
caratteristico del IV" sec. e, a differenza della base di
Pythokles e Xenokles, per quanto cronologicamente
non molto lontana da quest'ultima, mostra il nome
dell'artista nella forma HoXvxXeirog (4). Ad attribuire
l'Aristion al Policleto minore si oppone1 solo la nostra
avversione ad ammettere un intero secolo di distanza
fra vittoria e dedica della statua, ostacolo come abbiamo
visto non insuperabile, ma tuttavia non da trascurarsi.
Date le modalità che vigevano per questi doni votivi(5),
una volta morto l'interessato, era ben difficile che.
salvo casi speciali, altri pensasse ad innalzargli la
statua. Vedremo più avanti (col. 734) se nuche altri
argomenti confortino o meno l'attribuzione al Policleto
minore : intanto dobbiamo rinunciare a trarre elementi
cronologici della base di Aristion.

f1) Non si può addurre la necessita verificatasi di un rinno-
vamento cunic argomento di maggiore antichità, perchè la' ve-
tustà Eorse mai è stata causa determinante di tali provvedi-
menti: cinquant'anni o poco souo un periodo di tempo insi-
gnificante per una statua di bronzo e por la sua baso marmorea,
in proposito vedi : Purgold, op. oit.. p. 149.

(2) Olympia. V. Insehriften, n. 165, col, 290.

(■') Vedi nota 17.

(4) Si può osservare che anche la trascrizione tarda della
epigrafe del Pythokles porta la grafia UoXvx't.ciTog. ma, tiara
l'epoca diversa, è anche ben diverso il valere delle due testi-
monianze.

(5) C. Gaspar, in Daremberg-Saglio, s. v. Olympia, p. 192.

Altri dati cronologici che hanno specialissimo va-
lore sono quelli l'orniti dai vari accenni ad una perma-
nenza di Policleto ad Atene, contenuti nelle fonti an-
tiche. Che Policleto sia stato ad Atene si deduce chia-
ramente da un passo di Platone (1) ed è accertato dal
concorrere di numerose circostanze quali il ritratto da
lui fatto dell'ingegnere militare di Pericle Alleinone,
detto il periphoretos (2), la mancata ordinazione di
un ritratto consimile per Cai 1 ia il negoziatore della
pace con Artaserse (3), il dialogo avuto con Socrate
a proposito della necessità e del modo di esprimere i
sentimenti nella scultura (4), circostanze tutte con le
quali si accorda mirabilmente il fatto che nelle opere
più recenti di Policleto appaiono evidenti elementi
attici. Da ciascuna di queste notizie è possibile rica-
vare dati cronologici alquanto ristretti.

Nel passo citato Platone, parlando della possibilità
che da padri esimi nascano fiali di nessun conto o da
padri di nessun conto fieli valentissimi, ricorre a questo
esempio :

«.....xcd ozi oiàèv OccvficttìTÒv itav ùyuOwv

natkQwv (pctvXovg vltlq yiyvKSihai xcd viov (favXwr
ixycc-dovg, t'rrn xcd ni TloXvxXthov vlsTg, UaqaXov
xcà Savtli.iTiov TOvS fjXiximtai, ovàèv TtQÒg tòt tiu-
TSQa tìffì, xtd uXXoi uXXmv (hjiuovQydìv. Twrót S'ovna
aìjiov tovto xrnìjyoQsìi ' tu yctQ sv avToTg sìtìiv tXrri-
ótg 'vs'oi ycio. ».

(!) Protagora, 328, C. Tante a proposito di questo passo,
quanto a proposito del passo di Plinio relativo al ritratto di
Artemone, di cui )>iii avanti, è stato sostenuto che si delibano rife-
rire non ìi Policleto ma a Poligncto. Se questo scambio è inori
dubbio per gii epigrammi, Anthol.Gr., II, 255,3= Overbeck. 1064,
e 111. 147,5= Overbeck, 1061, è invece da escludere in modo asso-
luto pei' il passo di Ebano, Tur. hist, XJV, 16. = Overbeck, 976,
relativo alla statua di ("alba. Perciò viene meno l'argomento ana-
logico, in base al quale si vorrebbe, sostituire Polignoto a Poli-
cleto nel passo del Protagora, tanto più che mentre si conoscono
un fratello e un nipote di Polignoto pittori, non si ha nessuna
notizia di suoi figli. Sulla questione si veda : Urlichs, Observationes
de arte Praxitelis, p. 4, nota 1; Brunn, KiinstlergescMchte, I-.
p. 152 sg. il quale tuttavia parla di scambio con Polignoto solo
nel caso dei due epigrammi; Overbeck, Schrìfquellen, pp. 173,
175. 205 : Klein, in areh. epigr. Miti., VII, p. 74 sg. e Geschiphte
I, 1904, p. 420.

(2) Plinio, N. II., XXXIV, 56.

(») Aelian. var. hit., XIV. 16.

(*) Senofonte. Memor. III. 10. (i. Il Klein. Praxìteles, Lipsia.
1898, p. 32, ha provato come sotto il nome abbreviato di KXsiiuiv
non si possa nascondere clic Policleto, al quale soltanto si adatta
la qualifica di altissimo artista creatore insuperato di atleti,
datagli da Socrate.
 
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