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117

MEGAR.V

HYBLAHA

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occhi peculiari di terra, due dei quali assai vasti, ed
altri più piccoli. Sul fondo del fosso ho notato un let-
ticciuolo spesso da 0,10 fino a 0,40 di sabbietta are-
naria, formato nella primissima fase per sedimentazione
pluviale e racchiudente appena qualche raro spezzone
di lame silicee. Infine un fatto che mi colpì, fu la sco-
perta di un rilevante ammasso della conchiglia, Solen
siliqua Limi., e più di tutto la scoperta di un mascellare
umano, rinvenuto a grande profondità fra quelle immon-
dezze, e seguito parecchi giorni appresso da un bel pezzo
di sciiti ila craniale pure umana. Questa apparizione,
sanzionata dalla mia personale constatazione, si presta
a, svariale congetture. Escludo il cannibalismo, e penso
fin se a cani semiselvaggi ed a lupi che avrebbero violato
qualche sepolcro della necropoli, per ora irreperibile,
ma certamente non guari discosta dall'abitato. Per
quanto poco si sappia del costume e dell'etica di quei
primitivi, ripugna il pensiero che i cadaveri venissero
abbandonati alla mercè delle fioro, e più ancora che fos-
sero oggetto di pratiche cannibalischc. Per le quali,
ad ogni buon conto, ci manca una prova anche indi-
retta qualsiasi: e contro l'altra ipotesi sta eloquente il
culto dei morti, che pur ebbe il popolo di Stentinello,
sebbene troppo poco siasi fin qui scoperto di sepolcri
di tale età, e sia anzi una ossessione mia, condivisa
da tutti, quella di trovare le necropoli degli Stenti-
nellesi colle loro simpatiche ceramiche intatte.

Colla esecuzione di questo primo e principale as-
saggio noi avevamo raggiunto un caposaldo, sul quale
doveva basarsi tutta la ulteriore nostra ricerca. >Se
quel cavo era veramente il breve segmento di una fos-
sata che cingeva un villaggio neolitico, dato il prece-
dente di Stentinello, noi avremmo dovuto trovarne la
continuazione così a levante come a ponente. Che così
fosse in realtà, lo faceva presentire il taglio nell'alluvione
geologica e nella roccia continuante nelle due dire-
zioni indicate. Ma la coltura del suolo alberato a grandi
mandorli, ragioni di economia, non meno che la neces-
sità di non turbare gli scavi e le osservazioni delicatis-
sime che si stavano compiendo attorno al tempio arcaico
sovrastante, mi obbligarono ad abbandonare il sistema
della trincea continua, per adottare quella saltuaria ed
intermittente.

Saggio III. Deliberata una serie di tasti fra albero
ed albero, m. 27 a levante del primo si condusse quello
che poi prese il n. III. Non constandomi l'apertura della

curva formata dallo sviluppo del fosso, fu mestieri pro-
cedere un po' a tentoni ; mediante un grande taglio nord-
sud si era certi di raggiungere il fosso, ove esso fosse
effettivamente esistito. E così fu in realtà. Per m. 0.70
si ebbe il banco di humus, con deboli tracce della vita
greca (anche qui, ma più deboli, scaglie di lavorazione
del tempio, e di altri piccoli edifici del temenos). Di lì
in sotto per 0,30 un< strato archeologicamente sterile.
E da un m. in poi terrà uerissima, grassa, con Gocciami
tipo Stent., però molto alterati, e qualche osso. Questo
il risultato dell'esame della parte superficiale del banco
preistorico, il quale si protendeva da nord a sud per
8 m. indicando così che e<so trasbordava dalla bocca del
l'osso sottostante. A m. 1,20 apparve alle due testate
la roccia, che verso il centro affondava col banco ar-
cheologico da essa racchiuso. Dopo qualche giorno
di lavoro lento e circospetto, la presenza del fosso era
anche qui assicurata. Esso aveva una larghezza oscillante
intorno a m. 2,60, colle pareti a taglio irregolare ; fu
seguito sino a m. 3 senza ancora toccare il fondo, che
non venne raggiunto per lo stringer del tempo (minac-
ciava la malaria), ed anche per la singolare scarsezza
del contenuto, che non diede verun pezzo saliente. Se
scarso fu il bottino, un altro fatto però molto signifi-
cativo venne qui da me constatato con vero piacere;
in questo punto le guance della roccia essendo più
compatte e resistenti, non i i bisogno di rive-
stirle di un paramento in muratura; gli è perciò chi il
muro venne eretto al di sopra della roccia,
dal lato interno, mentre dallo opposto di sud (esterno)
non ne apparve traccia. H muro da cinta del villaggio
aveva qui uno spessore di m. 1,70 e la sua struttura
era analoga a quella del saggio precedente. Ed un altro
dato, insignificante in apparenza, ma non tale in realtà,
venne qui accertato ; l'asse di questo tratto di fosso
non risponde a quello riconosciuto nell'area templare,
dunque il fosso accenna già lievemente ad un anda-
mento in curva.

Saggio IV. Dato questo risultato, si spostarono i
sondaggi un 14 m. più a levante, ed anche qui non si
durò fatica a riconoscere la continuazione del fossato.
Per le stesse ragioni esposte di sopra non si condusse
la ricerca sino al fondo di esso, tenendoci paghi di aver
constatato : a) che il fosso nella roccia era molto angusto ;
b) che il ciglio interno di esso era incoronato da un
muro di m. 1.75 di spessore, e che tracce di altro ana-
 
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