PICCOLA ARTE SICILIANA
LE FIGURINE DI CALTAGIRONE
Di E. Mauceri
CALTAGIRONE. Villa Flora □
Ingresso con i vasi di Giacomo Bongiovanni
Caltagirone, detta anticamente Calatagirone e chiamata un tempo col nome
augusto di „regina delle montagne" e una delle poche cittä siciliane d'ordine secon-
dario particolarmente caratteristiche. — Essa non solo, per vari secoli, dal' 600 in qua,
ha prodotto una fabbrica fiorente di majoliche, la piü ricca ehe mai sia esistita in
Sicilia, ma e pur famosa per aver dato i natali ad una famiglia di artisti, artisti ge-
niali e prodigiosamente fecondi ehe da natura trassero le piü felici attitudini a rap-
presentare costumi locali, quei costumi ehe oggi al soffio potente dei nuovi tempi sono
quasi interamente scomparsi.
Vö dire dei Bongiovanni e Vaccaro, nomi celebri di popolani le cui terrecotte
han varcato oramai le soglie di varie collezioni artistiche del mondo, lasciando in
ogni cittä di Sicilia il posto delle vecchie case
patrizie e borghesi, dov'eran destinate ad allie-
tare i signorili salotti.
Se il trapanese Giovanni Matera ebbe il
vanto di saper dare, in piccolissime proporzioni,
figurine di legno sapientemente vestite ed atteg-
giate con grazia di espressione e vivacitä di
movimento, a Salvatore Bongiovanni, nato da
poveri sarti l'anno 1769, spetta il merito di aver
creato a Caltagirone un vero atelier di figurine
di terracotta, nelle quali vivono, ora contadini
nei diversi aspetti della loro vita agreste, ora
venditori di ogni genere, principalmente di frutta,
e di erbe, ora briganti nel loro leggendario costume, ora donnicciuole intente a bistic-
ciarsi o ad accapigliarsi, ed ora artigiani, occupati nelle loro modeste e spesso umili
faccende.
Il Bongiovanni, nei suoi lavori non si valeva mai di alcuna forma, ma ogni
volta bensi modellava di getto dal vero il gruppo caretteristico ehe voleva ritrarre,
dando vita alla rozza creta e completando con la coloritura i particolari delle vesti
dei suoi umili personaggi.
Si dice ch'egli, a tale scopo, si fermasse quä e la nel paese e nei dintorni
osservando diligentemente i tipi e le macchiette piü caratteristiche che gli si presenta-
vano allo sguardo e che poi, con grande fedeltä, riproduceva nella informe materia
Ma stanco finalmente di tal vita ed anelando alla grande arte, alla quäle si sentiva
irresistibilmente chiamato, nello scorcio del 1786, Salvatore si recö a Roma dove si
diede a studiare bene il disegno; avvenne perö che stretto, poco dopo, da dure ne-
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LE FIGURINE DI CALTAGIRONE
Di E. Mauceri
CALTAGIRONE. Villa Flora □
Ingresso con i vasi di Giacomo Bongiovanni
Caltagirone, detta anticamente Calatagirone e chiamata un tempo col nome
augusto di „regina delle montagne" e una delle poche cittä siciliane d'ordine secon-
dario particolarmente caratteristiche. — Essa non solo, per vari secoli, dal' 600 in qua,
ha prodotto una fabbrica fiorente di majoliche, la piü ricca ehe mai sia esistita in
Sicilia, ma e pur famosa per aver dato i natali ad una famiglia di artisti, artisti ge-
niali e prodigiosamente fecondi ehe da natura trassero le piü felici attitudini a rap-
presentare costumi locali, quei costumi ehe oggi al soffio potente dei nuovi tempi sono
quasi interamente scomparsi.
Vö dire dei Bongiovanni e Vaccaro, nomi celebri di popolani le cui terrecotte
han varcato oramai le soglie di varie collezioni artistiche del mondo, lasciando in
ogni cittä di Sicilia il posto delle vecchie case
patrizie e borghesi, dov'eran destinate ad allie-
tare i signorili salotti.
Se il trapanese Giovanni Matera ebbe il
vanto di saper dare, in piccolissime proporzioni,
figurine di legno sapientemente vestite ed atteg-
giate con grazia di espressione e vivacitä di
movimento, a Salvatore Bongiovanni, nato da
poveri sarti l'anno 1769, spetta il merito di aver
creato a Caltagirone un vero atelier di figurine
di terracotta, nelle quali vivono, ora contadini
nei diversi aspetti della loro vita agreste, ora
venditori di ogni genere, principalmente di frutta,
e di erbe, ora briganti nel loro leggendario costume, ora donnicciuole intente a bistic-
ciarsi o ad accapigliarsi, ed ora artigiani, occupati nelle loro modeste e spesso umili
faccende.
Il Bongiovanni, nei suoi lavori non si valeva mai di alcuna forma, ma ogni
volta bensi modellava di getto dal vero il gruppo caretteristico ehe voleva ritrarre,
dando vita alla rozza creta e completando con la coloritura i particolari delle vesti
dei suoi umili personaggi.
Si dice ch'egli, a tale scopo, si fermasse quä e la nel paese e nei dintorni
osservando diligentemente i tipi e le macchiette piü caratteristiche che gli si presenta-
vano allo sguardo e che poi, con grande fedeltä, riproduceva nella informe materia
Ma stanco finalmente di tal vita ed anelando alla grande arte, alla quäle si sentiva
irresistibilmente chiamato, nello scorcio del 1786, Salvatore si recö a Roma dove si
diede a studiare bene il disegno; avvenne perö che stretto, poco dopo, da dure ne-
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