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A. BACCI
dell’informazione datagli da un suo conoscente, cioè di una
scala ancora visibile ai suoi giorni vicino al campanile e fra esso
e la via Nomentana, scala che in seguito per costruzioni sovrap-
poste fu del tutto ricolmata di macerie provenienti dall’attiguo
muro medievale del monastero che ancora sussiste ». Che da
questa parte vi fosse un antico descenso ad un sotterraneo pra-
ticabile, lo prova una porta, oggi murata, ma riconoscibile ai
piedi del campanile; dovè anzi questa essere la scala, per la
quale si introdusse il Bosio E sebbene questa scala sia in gran
parte distrutta ed Onorio I ne incorporasse un tratto nell’abside,
ne resta tuttavia una porzione, che di dietro l’abside attuale con-
duce anche oggi alla catacomba. L’Armellini inoltre ! ne rilevò
l’esistenza anche nel tratto ora invisibile, e che trovasi in con-
tatto quasi immediato col sepolcro di S. Agnese. E, come dissi
fin dal principio, negli scavi del 1901-02 si poterono mettere
allo scoperto quei pochi gradini, che attraverso l’abside sotter-
ranea vanno precisamente in direzione del predetto sepolcro, e
le cui pareti conservano evidenti tracce di un accurato rive-
stimento di tufelli, identico a quello di cui appariscono rive-
stiti e raiforzati non pochi ambulacri dei cimiteri romani, e che
si attribuiscono per lo più ai grandi Papi restauratori delle ca-
tacombe (Siricio, IV sec. ; Virgilio, VI sec.). Dissi che questo
passaggio fu trovato riempito di muro a sacco. E ciò dovè certo
avvenire allorquando Onorio I attese, come dice il Lib. Pont.,
a costruire a solo la basilica, ed è confermato anche dal ma-
teriale di riempimento, identico in tutto a quello, onde fu ri-
vestita l’abside attuale. L’esistenza di tale passaggio ci mostra
esser questa la strada, per cui i fedeli che dalla via Nomen-
1 R. S., Ili, c. 48: «Del monastero rimangono fino ad oggi i resti
e vi ho ancora veduto l’adito, per il quale da una scala le monache di-
scendevano in una parte del cimitero sotterraneo, e per quest’adito io
stesso vi sono disceso, sebbene poco mi fu permesso inoltrarmi, ritro-
vando tutte le strade piene di terra ».
■ Cimit. di S. Agnese, p. 155, s.
A. BACCI
dell’informazione datagli da un suo conoscente, cioè di una
scala ancora visibile ai suoi giorni vicino al campanile e fra esso
e la via Nomentana, scala che in seguito per costruzioni sovrap-
poste fu del tutto ricolmata di macerie provenienti dall’attiguo
muro medievale del monastero che ancora sussiste ». Che da
questa parte vi fosse un antico descenso ad un sotterraneo pra-
ticabile, lo prova una porta, oggi murata, ma riconoscibile ai
piedi del campanile; dovè anzi questa essere la scala, per la
quale si introdusse il Bosio E sebbene questa scala sia in gran
parte distrutta ed Onorio I ne incorporasse un tratto nell’abside,
ne resta tuttavia una porzione, che di dietro l’abside attuale con-
duce anche oggi alla catacomba. L’Armellini inoltre ! ne rilevò
l’esistenza anche nel tratto ora invisibile, e che trovasi in con-
tatto quasi immediato col sepolcro di S. Agnese. E, come dissi
fin dal principio, negli scavi del 1901-02 si poterono mettere
allo scoperto quei pochi gradini, che attraverso l’abside sotter-
ranea vanno precisamente in direzione del predetto sepolcro, e
le cui pareti conservano evidenti tracce di un accurato rive-
stimento di tufelli, identico a quello di cui appariscono rive-
stiti e raiforzati non pochi ambulacri dei cimiteri romani, e che
si attribuiscono per lo più ai grandi Papi restauratori delle ca-
tacombe (Siricio, IV sec. ; Virgilio, VI sec.). Dissi che questo
passaggio fu trovato riempito di muro a sacco. E ciò dovè certo
avvenire allorquando Onorio I attese, come dice il Lib. Pont.,
a costruire a solo la basilica, ed è confermato anche dal ma-
teriale di riempimento, identico in tutto a quello, onde fu ri-
vestita l’abside attuale. L’esistenza di tale passaggio ci mostra
esser questa la strada, per cui i fedeli che dalla via Nomen-
1 R. S., Ili, c. 48: «Del monastero rimangono fino ad oggi i resti
e vi ho ancora veduto l’adito, per il quale da una scala le monache di-
scendevano in una parte del cimitero sotterraneo, e per quest’adito io
stesso vi sono disceso, sebbene poco mi fu permesso inoltrarmi, ritro-
vando tutte le strade piene di terra ».
■ Cimit. di S. Agnese, p. 155, s.