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RESOCONTO DELLE ADUNANZE
ciale dell’oratorio primitivo testé ritrovato e che può ricono-
scersi come quello eretto nella casa di S. Silvia madre di S. Gre-
gorio Magno. Descrisse poi gli avanzi di pitture ivi rinvenuti,
li confrontò con i dipinti della chiesa di S. Maria Antiqua e
ne attribuì alcuni al Pontificato di Giovanni VII0, cioè agli esordi
dell’ottavo secolo; e riconobbe fra questi una imagine del Pon-
tefice S. Gregorio che sarebbe la più antica. fino ad ora cono-
sciuta. Parlò pure di altre pitture di età posteriore rappresen-
tanti fatti evangelici ed anche episodi tratti dai libri apocrifi
e lesse le iscrizioni che le accompagnavano, alcune delle quali
furono da lui pazientemente ricomposte con i frammenti caduti
dell’intonaco.
Conchiuse rallegrandosi con l’associazione dei cultori d’ar-
chitettura che diresse con molta abilità tali ricerche ed espresse
il desiderio che questi importanti lavori, sospesi per mancanza
di mezzi, possano continuarsi.
Il segretario 0. Marucchi espose un suo studio sopra un
breve carme epigrafico riportato in due antiche sillogi e rela-
tivo ad un martire il cui sepolcro erasi voluto illuminare in
modo speciale, come dice il testo dell’epigrafe stessa, nella quale
si accenna al contrasto fra la luce materiale procurata a quella
tomba e la luce delle virtù del martire ivi sepolto : « Bum
lucem cupimus tectis admittere martyr — Nostra dies meruit
lumen habere tuum » 1.
Dimostrò dall’aggruppamento topografico delle due sillogi che
quella iscrizione appartenne molto probabilmente alla via salaria
nuova, e forse al cimitero di Priscilla. Posto ciò egli mise in con-
fronto questa iscrizione con un graffito di quel cimitero, letto già
dal De Rossi, ove si invoca il martire S. Crescenzione e si accenna
allo stesso concetto dicendosi « Salva me Bomne Crescentione
meam lucem » (sic). Da ciò dedusse che l’epigramma della sil-
1 V. Ihm, Damasi epìgrammata, N. 95.
RESOCONTO DELLE ADUNANZE
ciale dell’oratorio primitivo testé ritrovato e che può ricono-
scersi come quello eretto nella casa di S. Silvia madre di S. Gre-
gorio Magno. Descrisse poi gli avanzi di pitture ivi rinvenuti,
li confrontò con i dipinti della chiesa di S. Maria Antiqua e
ne attribuì alcuni al Pontificato di Giovanni VII0, cioè agli esordi
dell’ottavo secolo; e riconobbe fra questi una imagine del Pon-
tefice S. Gregorio che sarebbe la più antica. fino ad ora cono-
sciuta. Parlò pure di altre pitture di età posteriore rappresen-
tanti fatti evangelici ed anche episodi tratti dai libri apocrifi
e lesse le iscrizioni che le accompagnavano, alcune delle quali
furono da lui pazientemente ricomposte con i frammenti caduti
dell’intonaco.
Conchiuse rallegrandosi con l’associazione dei cultori d’ar-
chitettura che diresse con molta abilità tali ricerche ed espresse
il desiderio che questi importanti lavori, sospesi per mancanza
di mezzi, possano continuarsi.
Il segretario 0. Marucchi espose un suo studio sopra un
breve carme epigrafico riportato in due antiche sillogi e rela-
tivo ad un martire il cui sepolcro erasi voluto illuminare in
modo speciale, come dice il testo dell’epigrafe stessa, nella quale
si accenna al contrasto fra la luce materiale procurata a quella
tomba e la luce delle virtù del martire ivi sepolto : « Bum
lucem cupimus tectis admittere martyr — Nostra dies meruit
lumen habere tuum » 1.
Dimostrò dall’aggruppamento topografico delle due sillogi che
quella iscrizione appartenne molto probabilmente alla via salaria
nuova, e forse al cimitero di Priscilla. Posto ciò egli mise in con-
fronto questa iscrizione con un graffito di quel cimitero, letto già
dal De Rossi, ove si invoca il martire S. Crescenzione e si accenna
allo stesso concetto dicendosi « Salva me Bomne Crescentione
meam lucem » (sic). Da ciò dedusse che l’epigramma della sil-
1 V. Ihm, Damasi epìgrammata, N. 95.