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NOTIZIE
luogo che godesse il rispetto e la immunità garantita dal go-
verno pagano ai luoghi di sepoltura di religioni non ufficiali;
quindi nell’ipogeo di una corporazione, o nella villa di un pri-
vato. Sta intanto, che di così remota antichità cristiana gli scavi
eseguiti nella cripta nulla hanno dato.
II. L’arcosolio, il cubicolo e le fosse sottostanti all’abside
settentrionale, possono risalire, al più, ai tempi postcostanti-
niani, cioè al sec. IV, continuando nel V. Dato il loro livello,
più basso di circa m. 8 dal piano attuale, è forza ritenere che
essi formassero parte di un ipogeo cristiano totalmente sotter-
raneo, alcune parti del quale vennero distrutte e modificate quando
la cripta ebbe la forma attuale.
III. Ma se il risultato dell’indagine archeologica è per il
momento totalmente negativo nei rispetti di s. Marziano, non credo
s’abbia a negar fede alla tradizione antichissima, che in quel
sito vuole deposto il primo vescovo di Siracusa. Sopra ed at-
torno al suo sepolcro, alla sua memoria, sorse la chiesa primi-
tiva della città e vi rimase per alcuni secoli. I Bizantini la
migliorarono e decorarono, ed io penso che alla basilica sopra
terra rispondesse la cripta col sepolcro del santo. Ma dal 669
il luogo fu reso malsicuro dalle ripetute invasioni arabe e nel-
l’878 gli Arabi, secondo la testimonianza del contemporaneo
monaco Teodosio, avevano posto il loro quartiere generale ap-
punto nella cattedrale vecchia. Ond’era divenuto necessario fin
dalla metà del sec. VII (tempi di Zosimo) il trasporto della
cattedrale da fuori le mura, in luogo più sicuro « intra moenia »,
cioè nell’antico tempio di Atena in Ortygia. Con tutta proba-
bilità ebbe luogo allora la « translatio » in città delle reliquie
del santo, restando alla vecchia cattedrale soltanto il cenotafio
e la fama dell’antica gloria.
IV. La chiesa bizantina e la cripta, saccheggiate dagli Arabi,
abbandonate e neglette per quasi due secoli, furono poi restau-
rate dai Normanni, che nel sito edificarono una sontuosa basilica.
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luogo che godesse il rispetto e la immunità garantita dal go-
verno pagano ai luoghi di sepoltura di religioni non ufficiali;
quindi nell’ipogeo di una corporazione, o nella villa di un pri-
vato. Sta intanto, che di così remota antichità cristiana gli scavi
eseguiti nella cripta nulla hanno dato.
II. L’arcosolio, il cubicolo e le fosse sottostanti all’abside
settentrionale, possono risalire, al più, ai tempi postcostanti-
niani, cioè al sec. IV, continuando nel V. Dato il loro livello,
più basso di circa m. 8 dal piano attuale, è forza ritenere che
essi formassero parte di un ipogeo cristiano totalmente sotter-
raneo, alcune parti del quale vennero distrutte e modificate quando
la cripta ebbe la forma attuale.
III. Ma se il risultato dell’indagine archeologica è per il
momento totalmente negativo nei rispetti di s. Marziano, non credo
s’abbia a negar fede alla tradizione antichissima, che in quel
sito vuole deposto il primo vescovo di Siracusa. Sopra ed at-
torno al suo sepolcro, alla sua memoria, sorse la chiesa primi-
tiva della città e vi rimase per alcuni secoli. I Bizantini la
migliorarono e decorarono, ed io penso che alla basilica sopra
terra rispondesse la cripta col sepolcro del santo. Ma dal 669
il luogo fu reso malsicuro dalle ripetute invasioni arabe e nel-
l’878 gli Arabi, secondo la testimonianza del contemporaneo
monaco Teodosio, avevano posto il loro quartiere generale ap-
punto nella cattedrale vecchia. Ond’era divenuto necessario fin
dalla metà del sec. VII (tempi di Zosimo) il trasporto della
cattedrale da fuori le mura, in luogo più sicuro « intra moenia »,
cioè nell’antico tempio di Atena in Ortygia. Con tutta proba-
bilità ebbe luogo allora la « translatio » in città delle reliquie
del santo, restando alla vecchia cattedrale soltanto il cenotafio
e la fama dell’antica gloria.
IV. La chiesa bizantina e la cripta, saccheggiate dagli Arabi,
abbandonate e neglette per quasi due secoli, furono poi restau-
rate dai Normanni, che nel sito edificarono una sontuosa basilica.