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DELLE SCOPERTE FATTE NEL 1838 E 1850
PRESSO IL SEPOLCRO DI PAOLO APOSTOLO

(Lettera al comm. Orazio Mantechi).

Fra le carte del defunto architetto conte Virginio Vespi-
gnani, che conservo raccolte e ordinate nella mia biblioteca, me-
ritano considerazione un taccuino autografo, segnato II, D, 20,
che porta il titolo « 1838, Confessione di s. Paolo »,
ed un gruppo di schede che ho fatto legare (insieme ad altre
di varia origine) nel codice I, F. 35, e che si riferiscono allo
«scavo della seconda confessione del 1850», ossia
allo scavo per le fondamenta delle quattro colonne di alaba-
stro, destinate a sostenere il nuovo baldacchino di Pio IX.

È cosa nota come, prima del 1838, la confessione, di origine
più o meno costantiniana, si trovasse dalla parte opposta della
presente, cioè ad oriente dell’avello apostolico e dell’altare
che sopra di esso incombeva, di maniera che il celebrante si
trovava con le spalle rivolte al corpo della Basilica post-
constantiniana. Molte e peregrine notizie si possono spigolare
su questo argomento nel volume di Luigi Moreschi, Descrizione
del Tabernacolo, ecc. (Roma, Aureli, 1840), cui fanno seguito
dieci tavole intitolate Prospetto spaccato e dettagli della Con-
fessione (sic, corr. del Tabernacolo) nella basilica di s. Pàolo
(Roma, 1838). Per quanto poi si riferisce agli scavi del 1850, se
ne ha la pianta degna di fede nella tavola che accompagna
la memoria dell’architetto Paolo Belloni, Sulla grandezza e
disposizione della primitiva Basilica Ostiense, stabilita dalla
sua abside rinvenuta nell’anno 1850 (Roma, tip. Forense, 1853).

Le note e gli appunti del Vespignani, che formano l’argo-
mento di questo mio breve articolo, completano, fino ad un
certo punto, quelli dei due autori sopracitati. Dico fino ad
 
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