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Nota al precedente articolo.

A nome dèlia Direzione del Nuovo Bullettino ringrazio
l’illustre Comm| Lanciani dell’importante articolo che ha voluto
cortesemente inviare al nostro periodico sul manoscritto del
Vespignani intorno alle scoperte avvenute nella basilica di
s. Paolo negli anni 1838 e 1850.

E giacché l’egregio autore m’invita a dire il mio parere in
proposito, io mi permetto di aggiungere al suo dotto articolo
una brevissima nota.

Queste scoperte sono assai notevoli per la questione sto-
rica e topografica che riguarda il sepolcro del grande Apo-
stolo in quel luogo, e confermano con particolari importanti
il fatto già noto che quel venerato avello fosse originariamente
collocato in mezzo a tombe pagane.

Questo fatto non deve far meraviglia, nè deve far mera-
viglia l’altro fatto del tutto analogo ed egualmente noto riguar-
dante il sepolcro dell’apostolo Pietro nel Vaticano, il quale
pure stava in un’ area occupata in gran parte da tombe pagane.

Infatti i primitivi cimiteri cristiani vennero fondati nelle
pcoprietà di personaggi appartenenti a famiglie già pagane;
e così a contatto proprio di alcuni antichi cimiteri cristiani
si trovarono sepolcri pagani ed anche colombari. Ciò può osser-
varsi, per e., sulla Via Appia nel cimitero di Callisto, presso
le così dette cripte di Lucina; e ciò pure si constatò sulla
Via Flaminia a contatto quasi del sepolcro del martire s. Va-
lentino. 1

Nè sembra a me che, se pure la tomba di s. Paolo fosse
stata contigua ad un colombario pagano, si possa sospettare
anche lontanamente che il corpo dell’Apostolo siastato cre-
mato, perchè Fuso della cremazione fu aborrito dai cristiani

1 Vedi 0. Marucchi, Il cimitero e la basilica eli S. Valentino (Roma,
1890), pag. 17, tav. I-II.
 
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