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A. VACCARI
suto, non si concederà così facilmente, e l’esempio ch’egli ne
reòa è troppo incerto perchè ci si possa far solido fondamento.1
in ogni caso il nome romano femminile Annia è più conforme
all’onomastica delle iscrizioni che leggiamo nella sala giudaica
del Museo Lateranese, e ad esso è più prudente attenersi.
Di qui segue che anche la parola seguente (la seconda)
dovrà essere un appellativo femminile, piuttosto che un ma-
schile con pronome suffisso. L’ultima lettera è presa dal pre-
citato autore per una he (n). E difatti ne ha l’aspetto. Ma
io osservo che la sua forma è piuttosto diversa da quella dei
due he (la cui lettura non fa dubbio), che stanno pur in fine
delle parole prima ed ultima della brevissima iscrizione. Infatti
in queste due parole la he finale ha l’angolo destro (superiore)
piuttosto arrotondato, smussato. Invece la lettera finale della
seconda parola ha il medesimo angolo di forma acuta con
un’apice alquanto sporgente, piuttosto simile all’angolo supe-
riore della seconda lettera nella medesima parola, lettera che
ci dà senza alcun dubbio, come l’intese egregiamente il Cas-
suto, un tau (n). A vedere un tau anche nella lettera finale
di cui ora discorriamo, m’induce un altro motivo. L’asta o
gamba sinistra di questa lettera è alquanto corta e non rag-
giunge la linea di base, mentre invece i due he finali già
menzionati, non solamente la raggiungono, ma quasi la oltre-
passano. Invece un simile accorciamento può. osservarsi nel
tau suddetto. Paragonando fra loro queste due lettere, la 2a e
la 4a, della seconda parola, si direbbe che indicano ambedue
la medesima consonante, ma che il lapicida dimenticò di trac-
ciare in fine della seconda (la finale) quel piccolo apice, o
unghietta, sporgente in basso a sinistra, che ordinariamente
distingue il tau. In conclusione leggerei : PIMI il hotenet, voce
1 Sarebbe l’unico caso (li tale aftievolimento sopra i 37 nomi comin-
cianti per N, che registra H. P. Chajes, in Beitruge sur nordsern. Orio-
matologie (Siteungsber. kais. Akacl. Wien, Philol.-hist. 01., 143); per n
cominciano 19 nomi.
A. VACCARI
suto, non si concederà così facilmente, e l’esempio ch’egli ne
reòa è troppo incerto perchè ci si possa far solido fondamento.1
in ogni caso il nome romano femminile Annia è più conforme
all’onomastica delle iscrizioni che leggiamo nella sala giudaica
del Museo Lateranese, e ad esso è più prudente attenersi.
Di qui segue che anche la parola seguente (la seconda)
dovrà essere un appellativo femminile, piuttosto che un ma-
schile con pronome suffisso. L’ultima lettera è presa dal pre-
citato autore per una he (n). E difatti ne ha l’aspetto. Ma
io osservo che la sua forma è piuttosto diversa da quella dei
due he (la cui lettura non fa dubbio), che stanno pur in fine
delle parole prima ed ultima della brevissima iscrizione. Infatti
in queste due parole la he finale ha l’angolo destro (superiore)
piuttosto arrotondato, smussato. Invece la lettera finale della
seconda parola ha il medesimo angolo di forma acuta con
un’apice alquanto sporgente, piuttosto simile all’angolo supe-
riore della seconda lettera nella medesima parola, lettera che
ci dà senza alcun dubbio, come l’intese egregiamente il Cas-
suto, un tau (n). A vedere un tau anche nella lettera finale
di cui ora discorriamo, m’induce un altro motivo. L’asta o
gamba sinistra di questa lettera è alquanto corta e non rag-
giunge la linea di base, mentre invece i due he finali già
menzionati, non solamente la raggiungono, ma quasi la oltre-
passano. Invece un simile accorciamento può. osservarsi nel
tau suddetto. Paragonando fra loro queste due lettere, la 2a e
la 4a, della seconda parola, si direbbe che indicano ambedue
la medesima consonante, ma che il lapicida dimenticò di trac-
ciare in fine della seconda (la finale) quel piccolo apice, o
unghietta, sporgente in basso a sinistra, che ordinariamente
distingue il tau. In conclusione leggerei : PIMI il hotenet, voce
1 Sarebbe l’unico caso (li tale aftievolimento sopra i 37 nomi comin-
cianti per N, che registra H. P. Chajes, in Beitruge sur nordsern. Orio-
matologie (Siteungsber. kais. Akacl. Wien, Philol.-hist. 01., 143); per n
cominciano 19 nomi.