^8 Mora di Pi o m u l o
tronde ragion vuole, che così fosse, poiché Romulo ebbe
in animo di fondar la citta sul monte e quel deposito
delle terre patrie dovea farsi nel centro del suolo che
dovea costituire la nuova città, patria commune, non in
una estremità, non fuori : quindi io credo che in luogo
della espressione 7xs.pt xo yuy debbasi porre
piuttosto xo yuy UaZccncy, ed allora piano riesce il
senso, e concorde col commune degli scrittori, e soprat-
tutto con Tacito. Questi Annal. lib. XII. c. XXIV.
minutamente descrive l’andamento del solco delle mura
diretto da Romulo : igitur a FORO BOARIO ubi ae-
reuni tauri simulacrum adspicimus, quia id genus ani-
malium aratro subditur, sulcus designanti oppidi eoe-
ptus ut magnani Herculis aram aniplecteretur : inde
certis spatiis interiecti lapides, per ima montis Pa-
latini AD ARAM CoNSI, MOX AD CuRIAS VETERES,
tum ad sacellum Larium, Forumque romanum: Ca-
pitolium non a Romulo., sed a Tito Tatio additum ur-
bi credidere. Chiunque conosce il Palatino, o ponsi sotto
gli occhi una pianta di quel monte, facilmente segue
l’andamento di questo solco di Romulo. Imperciocché
per altri argomenti positivi che si addurranno a suo luo-
go è noto che il Foro Boario si estese dalle falde del
Palatino fino al Giano Quadrifronte presso s. Giorgio in
Velabro, che l’Ara Massima di Ercole fu dove ora è la
Chiesa di s. Anastasia, che l’ara di Gonso fu nel Circo
Massimo presso le prime mete, che le Curiae Veteres
furono sul Palatino, che il Sacellum Larium fu nella
Summa Sacra Via ne’ dintorni deH’arco di Tito, e che
il Foro Romano cominciò presso la odierna chiesa di
s. Maria Liberatrice ; quindi è chiaro che Romulo co-
minciò il solco alla falda del Palatino che guarda verso
s. Giorgio in Velabro, chiuse dentro il sito della chiesa
di s. Anastasia, il pendìo della valle de’ Cerchi che al
tronde ragion vuole, che così fosse, poiché Romulo ebbe
in animo di fondar la citta sul monte e quel deposito
delle terre patrie dovea farsi nel centro del suolo che
dovea costituire la nuova città, patria commune, non in
una estremità, non fuori : quindi io credo che in luogo
della espressione 7xs.pt xo yuy debbasi porre
piuttosto xo yuy UaZccncy, ed allora piano riesce il
senso, e concorde col commune degli scrittori, e soprat-
tutto con Tacito. Questi Annal. lib. XII. c. XXIV.
minutamente descrive l’andamento del solco delle mura
diretto da Romulo : igitur a FORO BOARIO ubi ae-
reuni tauri simulacrum adspicimus, quia id genus ani-
malium aratro subditur, sulcus designanti oppidi eoe-
ptus ut magnani Herculis aram aniplecteretur : inde
certis spatiis interiecti lapides, per ima montis Pa-
latini AD ARAM CoNSI, MOX AD CuRIAS VETERES,
tum ad sacellum Larium, Forumque romanum: Ca-
pitolium non a Romulo., sed a Tito Tatio additum ur-
bi credidere. Chiunque conosce il Palatino, o ponsi sotto
gli occhi una pianta di quel monte, facilmente segue
l’andamento di questo solco di Romulo. Imperciocché
per altri argomenti positivi che si addurranno a suo luo-
go è noto che il Foro Boario si estese dalle falde del
Palatino fino al Giano Quadrifronte presso s. Giorgio in
Velabro, che l’Ara Massima di Ercole fu dove ora è la
Chiesa di s. Anastasia, che l’ara di Gonso fu nel Circo
Massimo presso le prime mete, che le Curiae Veteres
furono sul Palatino, che il Sacellum Larium fu nella
Summa Sacra Via ne’ dintorni deH’arco di Tito, e che
il Foro Romano cominciò presso la odierna chiesa di
s. Maria Liberatrice ; quindi è chiaro che Romulo co-
minciò il solco alla falda del Palatino che guarda verso
s. Giorgio in Velabro, chiuse dentro il sito della chiesa
di s. Anastasia, il pendìo della valle de’ Cerchi che al