Popolazione di Roma 211
ubi. Ulne enini al ent intano rum deus ad summas te-
gulas habitat. Questa immensa popolazione è una di-
mostrazione di ciò che fu osservato di sopra circa la
estensione delle mura della città fatte da Aureliano.
Ma questo stato di floridezza cominciò dopo la mor-
te di Severo a decadere e continuò sempre a diminui-
re. La istabilità delle cose, 1’ essere gl’ imperadori qua-
si sempre assenti da Roma, la fatale disposizione di Dio-
cleziano di spartire in quattro governi ed in quattro se-
di imperiali il dominio romano , e finalmente la deci-
siva traslocazione della sede a Bizanzio operata da Co-
stantino portarono una diminuzione successiva della po-
polazione e rapidissima : e perciò Vittore nel passo ri-
ferito di sopra, posteriore alla traslazione della sede, in-
sinua quel paragrafo del consumo del grano in Boma
proveniente dall’ Egitto ai tempi di Augusto, quasi a mo-
do di confronto. Le vicende luttuose, alle quali Roma
andò soggetta nel secolo V. indicate di sopra nell’ ar-
ticolo precedente, fecero terribilmente abbassare la ci-
fra a segno che nel secolo susseguente narra Procopio,
Guerra Gotica lib. III. c. XXII. che P anno 546 allor-
ché Totila prese Roma, dovendo lasciar la città per an-
dare a combattere nella Lucania portò seco i senatori, co-
me ostaggi, e forzò tutto il rimanente della popolazio-
ne, uomini, donne, e fanciulli a trasmigrare nelle ter-
re della Campania , onde Roma rimase affatto deserta :
passo che credo doversi inserire , essendo chiarissimo :
Aurcg de guy reo aXXca or pana zm rs Iwayyvjy vmi Awxa-
vcug Pcoptajcay (javtgi tqv$ piv ex njg %vyx)a]i:ov fìov-
Xvjg gyy (Zutw et/e, rovg òs aXXowg à^ayrag guy re yvvai'^t
xca notici» zctziX'ì'} sg ra znt Kag.navtag sy P'cuprp «y-
S-pcoTToy cuòsva sacag aXX' aurvjy xo napana» ano-
\tnav. Si noti in questo passo, che se Totila potè man-
dar via da Roma Lutti gli abitanti, questi doveano esse-
ubi. Ulne enini al ent intano rum deus ad summas te-
gulas habitat. Questa immensa popolazione è una di-
mostrazione di ciò che fu osservato di sopra circa la
estensione delle mura della città fatte da Aureliano.
Ma questo stato di floridezza cominciò dopo la mor-
te di Severo a decadere e continuò sempre a diminui-
re. La istabilità delle cose, 1’ essere gl’ imperadori qua-
si sempre assenti da Roma, la fatale disposizione di Dio-
cleziano di spartire in quattro governi ed in quattro se-
di imperiali il dominio romano , e finalmente la deci-
siva traslocazione della sede a Bizanzio operata da Co-
stantino portarono una diminuzione successiva della po-
polazione e rapidissima : e perciò Vittore nel passo ri-
ferito di sopra, posteriore alla traslazione della sede, in-
sinua quel paragrafo del consumo del grano in Boma
proveniente dall’ Egitto ai tempi di Augusto, quasi a mo-
do di confronto. Le vicende luttuose, alle quali Roma
andò soggetta nel secolo V. indicate di sopra nell’ ar-
ticolo precedente, fecero terribilmente abbassare la ci-
fra a segno che nel secolo susseguente narra Procopio,
Guerra Gotica lib. III. c. XXII. che P anno 546 allor-
ché Totila prese Roma, dovendo lasciar la città per an-
dare a combattere nella Lucania portò seco i senatori, co-
me ostaggi, e forzò tutto il rimanente della popolazio-
ne, uomini, donne, e fanciulli a trasmigrare nelle ter-
re della Campania , onde Roma rimase affatto deserta :
passo che credo doversi inserire , essendo chiarissimo :
Aurcg de guy reo aXXca or pana zm rs Iwayyvjy vmi Awxa-
vcug Pcoptajcay (javtgi tqv$ piv ex njg %vyx)a]i:ov fìov-
Xvjg gyy (Zutw et/e, rovg òs aXXowg à^ayrag guy re yvvai'^t
xca notici» zctziX'ì'} sg ra znt Kag.navtag sy P'cuprp «y-
S-pcoTToy cuòsva sacag aXX' aurvjy xo napana» ano-
\tnav. Si noti in questo passo, che se Totila potè man-
dar via da Roma Lutti gli abitanti, questi doveano esse-