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Nibby, Antonio
Roma nell'anno 1838: descritta da Antonio Nibby (Parte 1): Antica — Roma: Tipografia delle belle arti, 1838

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https://doi.org/10.11588/diglit.68900#0418
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396 Anfiteatri
equestre, dai magistrati minori, come pur dai diversi
coliegii, o corporazioni, secondo il loro rango, poscia
assidevansi i semplici cittadini, ed in ultimo luogo da-
vasi posto ai proletari! : avvertendo però die le donne
erano separate sempre dagli uomini. In queste precin-
zioni balteus chiamavasi la fascia, o gradino più alto
che separava una precinzione dall’ altra: iter il corri-
dore, che immediatamente andava dietro il balteo; vo-
mitoria le porte per le quali il popolo sboccava sui gra-
dini: gradus i gradini, o sedili: scalaria i piccioli gra-
dini corrispondenti ai vomitorii, onde poter commodamen-
te salire e scendere per collocarsi sopra il sedile: e sic-
come i vomitoci! erano disposti a scacco, siccome Iq
spazio fra tre scalarii costituiva un cuneo, perciò que-
sto veniva col nome di curteus designato, che era una
delle “grandi sezioni della cavea : linea poi ne’ sedili
stessi era una striscia che distingueva fra loro i posti,
e locus il posto assegnato. Ed a tale uopo perchè non
nascesse confusione ciascuno avea una tessera d’ingres-
so, nella quale veniva indicato il cuneo, il gradino, ed
il posto, o i posti: così per esempio: CVN. Ili, GB. IV»
LOC. I: ed a ciascun vomitorio stavano gli uffizialj de-
stinati ai posti che dicevansi dissignatores, Finalmen-
te gli anfiteatri grandi venivano coronati da un portico
di colonne, o di pilastri, che costituiva la parte supe-
riore della ultima precinzione, Non era lecito assistere
agli spettacoli di qualunque sorte fossero se non vestiti
in abito, che noi diremmo, di formalità, riguardo ai gra-
duati, ed in toga i semplici cittadini. Gli spettatori ve-
nivano riparati dai raggi del sole per mezzo di tende,
'vela, e queste costituivano il così detto velarium del
quale farò ben presto la descrizione, trattando panico*
larmente dell’ Anfiteatro Flavio.
 
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