Anfiteatbo Flavio 40?
lino. Sotto Decio andò soggetto ad un incendio circa
l’anno 260: ma fu il danno di lieve momento, poiché
venne ben presto instaurato. Probo vi diede caccie son-
tuose, allorché celebrò il suo trionfo l’anno 281: narra
Vopisco c. XIX. che in tal circostanza nell1 Anfiteatro
Flavio in una sola volta fece uscire 100 leoni di primo
ordine ( tubati ) che co* loro ruggiti facevano rimbom-
bare la cavea a guisa di tuoni, e questi furono tutti uc-
cisi, spettacolo di non gran ricercatezza, ma piuttosto
macello: molti furono spenti con freccie. E poscia si diè
la caccia di cento leopardi alfricani, di cento siriaci, di
cento leonesse, e di trecento orsi insieme, ripetendo il
biografo che lo spettacolo riuscì più grande, che gradito:
magnum magis constai spectaculum fuisse quam gra-
ttimi e dopo si diedero 300 paia di gladiatori, combat-
timento formato dai prigionieri portati in trionfo, per
la maggior parte alfricani della tribù de’ Blemmii, ai
quali si aggiunsero alcuni Germani e Sarmati, ed an-
che certi briganti Isauri. Numeriano vi diede altri giuo-
chi sontuosi, che leggonsi descritti nella ecloga VII. di
Calpurnio testimonio oculare, ecloga di grande impor-
tanza per conoscere alcune parti dell’ Anfiteatro. Una
legge del codice teodosiano lib. XVI. tit. Vili. 1. I.
emanata ai 17 di decembre da Costantino in Serdica e
ricevuta agli 8 di Marzo dell’ anno 321 relativa al con-
sultar degli aruspici in caso che un fulmine avesse col-
pito un edificio publico, siccome ricorda un simil fatto
di un anfiteatro, fece credere, che si tratti del Flavio,
ma non vi sono a mio parere prove sufficienti. Comun-
que però voglia intendersi quell’ anfiteatro, è certo che
se fu il Flavio, leggiero fu il danno che per quel ful-
mine ricevette poiché non se ne fa menzione, nè dagli
storici, nè dalle cronache. Era nella sua piena integrità
l’anno 357 allorché viene ricordata da Ammiauo 1. XVI.
lino. Sotto Decio andò soggetto ad un incendio circa
l’anno 260: ma fu il danno di lieve momento, poiché
venne ben presto instaurato. Probo vi diede caccie son-
tuose, allorché celebrò il suo trionfo l’anno 281: narra
Vopisco c. XIX. che in tal circostanza nell1 Anfiteatro
Flavio in una sola volta fece uscire 100 leoni di primo
ordine ( tubati ) che co* loro ruggiti facevano rimbom-
bare la cavea a guisa di tuoni, e questi furono tutti uc-
cisi, spettacolo di non gran ricercatezza, ma piuttosto
macello: molti furono spenti con freccie. E poscia si diè
la caccia di cento leopardi alfricani, di cento siriaci, di
cento leonesse, e di trecento orsi insieme, ripetendo il
biografo che lo spettacolo riuscì più grande, che gradito:
magnum magis constai spectaculum fuisse quam gra-
ttimi e dopo si diedero 300 paia di gladiatori, combat-
timento formato dai prigionieri portati in trionfo, per
la maggior parte alfricani della tribù de’ Blemmii, ai
quali si aggiunsero alcuni Germani e Sarmati, ed an-
che certi briganti Isauri. Numeriano vi diede altri giuo-
chi sontuosi, che leggonsi descritti nella ecloga VII. di
Calpurnio testimonio oculare, ecloga di grande impor-
tanza per conoscere alcune parti dell’ Anfiteatro. Una
legge del codice teodosiano lib. XVI. tit. Vili. 1. I.
emanata ai 17 di decembre da Costantino in Serdica e
ricevuta agli 8 di Marzo dell’ anno 321 relativa al con-
sultar degli aruspici in caso che un fulmine avesse col-
pito un edificio publico, siccome ricorda un simil fatto
di un anfiteatro, fece credere, che si tratti del Flavio,
ma non vi sono a mio parere prove sufficienti. Comun-
que però voglia intendersi quell’ anfiteatro, è certo che
se fu il Flavio, leggiero fu il danno che per quel ful-
mine ricevette poiché non se ne fa menzione, nè dagli
storici, nè dalle cronache. Era nella sua piena integrità
l’anno 357 allorché viene ricordata da Ammiauo 1. XVI.