Tempio di Giove Capitolino 561
sendo che gli Dei non volevano cangiare la forma pri-
mitiva della loro sede : Ab eo ( L. "V estino ) contratti
liaruspices tnonuere, ut reliquia? prioris delubri in pa-
ludes aveherentur : templum iisdem vestigiis sistere-
turì notte Deos miliari ueterem formam.Laonde ai 21 di
giugno (ZZ. Kal. Iiilias), essendo il dì sereno, tutto lo
spazio destinato al tempio venne circondato con bende
e con corone; e vi entrarono i soldati, che aveano un
nome di fausto augurio portando rami di alberi grati
agli dii: poi le vergini vestali con garzoni e donzelle,
che aveano padre e madre viventi, lavarono il sito de-
signato con acqua pura tratta da sorgenti, e da fiumi.
Allora Elvidio Prisco pretore andando a lui dinanzi
Plauzio Eliano pontefice, dopo aver purgata l’area col
sagrificio del suovetaurile, e dopo avere sull’ara riposte
le interiora delle vittime, invocò Giove, Giunone, Mi-
nerva, e gli Dei presidi dell’impero, onde le cose prin-
cipiate facessero prospere, e coll’aiuto divino le loro se-
di cominciate dalla religione degli uomini portassero in
alto, e toccò le bende dalle quali era avvinta la pietra,
ed alle quali erano connesse le funi : ed insieme gli al-
tri magistrati, sacerdoti, senatori, cavalieri, ed una gran
parte di popolo unendo i loro sforzi con impegno e le-
tizia tirarono giù il gran sasso: e con questo furono git-
tati nelle fondamenta pezzi di oro e di argento, e pri-
mizie di metalli, che non aveano sentito il fuoco , ma
come sono prodotti. Ingiunsero gli aruspici , che non
venisse alterato il lavoro con pietre, o con oro destina-
to ad altro uso. Solo fu accresciuta l’altezza dell’ edifi-
cio, poiché in questo la religione avea acconsentito , e
credevasi, che mancasse alla magnificenza del tempio
primitivo* A questi particolari molto importanti aggiun-
ge Svetonio nella vita di Vespasiano c* Vili, che Ve-
spasiano medesimo pel primo mise mano a torre i ru-
sendo che gli Dei non volevano cangiare la forma pri-
mitiva della loro sede : Ab eo ( L. "V estino ) contratti
liaruspices tnonuere, ut reliquia? prioris delubri in pa-
ludes aveherentur : templum iisdem vestigiis sistere-
turì notte Deos miliari ueterem formam.Laonde ai 21 di
giugno (ZZ. Kal. Iiilias), essendo il dì sereno, tutto lo
spazio destinato al tempio venne circondato con bende
e con corone; e vi entrarono i soldati, che aveano un
nome di fausto augurio portando rami di alberi grati
agli dii: poi le vergini vestali con garzoni e donzelle,
che aveano padre e madre viventi, lavarono il sito de-
signato con acqua pura tratta da sorgenti, e da fiumi.
Allora Elvidio Prisco pretore andando a lui dinanzi
Plauzio Eliano pontefice, dopo aver purgata l’area col
sagrificio del suovetaurile, e dopo avere sull’ara riposte
le interiora delle vittime, invocò Giove, Giunone, Mi-
nerva, e gli Dei presidi dell’impero, onde le cose prin-
cipiate facessero prospere, e coll’aiuto divino le loro se-
di cominciate dalla religione degli uomini portassero in
alto, e toccò le bende dalle quali era avvinta la pietra,
ed alle quali erano connesse le funi : ed insieme gli al-
tri magistrati, sacerdoti, senatori, cavalieri, ed una gran
parte di popolo unendo i loro sforzi con impegno e le-
tizia tirarono giù il gran sasso: e con questo furono git-
tati nelle fondamenta pezzi di oro e di argento, e pri-
mizie di metalli, che non aveano sentito il fuoco , ma
come sono prodotti. Ingiunsero gli aruspici , che non
venisse alterato il lavoro con pietre, o con oro destina-
to ad altro uso. Solo fu accresciuta l’altezza dell’ edifi-
cio, poiché in questo la religione avea acconsentito , e
credevasi, che mancasse alla magnificenza del tempio
primitivo* A questi particolari molto importanti aggiun-
ge Svetonio nella vita di Vespasiano c* Vili, che Ve-
spasiano medesimo pel primo mise mano a torre i ru-