Tempio di Giove Capitolino 569
celebravasi il funerale di qualcuno della gente Cor-
nelia di là si traeva, onde quello scrittore dice, che
era il solo a cui il Capitolio serviva come di atrio dome-
stico: anique illi instar atrii Capitolium est. La sta-
tua del nume essere stata assisa mostrano le medaglie,
dalle quali pure si trae che avea asta nella sinistra
e fulmine nella destra, e circa il fulmine si confer-
ma da Plinio lib. II. c. VII. §. V. da Giovenale nel-
la satira XIII. e da Minuzio Felice nell’ Ottavio: era
coronato come mostra Plauto nel Trinummus Act. I.
se. II. v. 93:
Nam mine ego si te surripuisse suspicer
lavi coronam de capite e Capitolio,
Quod in culmine adstat summo.
e la corona era radiata secondo Svetonio nella vita
di Augusto c. XCIV. Questa statua in origine fu di
terra cotta, secondo Ovidio Fastor. lib. I. v. 202. e
secondo Plinio lib. XXXV. c. XIII. §. XLV, il quale ne
accerta che fu da Tarquinio Prisco allogata a Turia-
no da Fregelle città de’ Volsci, e che solevasi colo-
rire di minio, come di terra cotta furono le altre sta-
tue e gli altri ornamenti. Poscia fu di bronzo dorato,
e finalmente ai tempi di Marziale lib. XI. ep. V. di oro:
Sculptus et aeterno nane primurn lupiter auro.
La edicola di Minerva era a destra di quella di Gio-
ve ed alle volte designasi col nome di templum come
in Livio lib. VII. c. IH. e di delubrum come in Plinio
lib. XXXV.c. X: più generalmente poi con quello di cel-
la Minervae, come si trae da Festo nella voce Ni sci
allorché narra che chiamavansi Nioci dii tre statue por-
tate secondo alcuni da Marco Acilio dopo le vittorie
riportate sopra Antioco , secondo altri da Corinto , e
rappresentate in uno stato simile a quello di certe scul-
ture egizie accovacchiate. Dentro questa parte del tem-
celebravasi il funerale di qualcuno della gente Cor-
nelia di là si traeva, onde quello scrittore dice, che
era il solo a cui il Capitolio serviva come di atrio dome-
stico: anique illi instar atrii Capitolium est. La sta-
tua del nume essere stata assisa mostrano le medaglie,
dalle quali pure si trae che avea asta nella sinistra
e fulmine nella destra, e circa il fulmine si confer-
ma da Plinio lib. II. c. VII. §. V. da Giovenale nel-
la satira XIII. e da Minuzio Felice nell’ Ottavio: era
coronato come mostra Plauto nel Trinummus Act. I.
se. II. v. 93:
Nam mine ego si te surripuisse suspicer
lavi coronam de capite e Capitolio,
Quod in culmine adstat summo.
e la corona era radiata secondo Svetonio nella vita
di Augusto c. XCIV. Questa statua in origine fu di
terra cotta, secondo Ovidio Fastor. lib. I. v. 202. e
secondo Plinio lib. XXXV. c. XIII. §. XLV, il quale ne
accerta che fu da Tarquinio Prisco allogata a Turia-
no da Fregelle città de’ Volsci, e che solevasi colo-
rire di minio, come di terra cotta furono le altre sta-
tue e gli altri ornamenti. Poscia fu di bronzo dorato,
e finalmente ai tempi di Marziale lib. XI. ep. V. di oro:
Sculptus et aeterno nane primurn lupiter auro.
La edicola di Minerva era a destra di quella di Gio-
ve ed alle volte designasi col nome di templum come
in Livio lib. VII. c. IH. e di delubrum come in Plinio
lib. XXXV.c. X: più generalmente poi con quello di cel-
la Minervae, come si trae da Festo nella voce Ni sci
allorché narra che chiamavansi Nioci dii tre statue por-
tate secondo alcuni da Marco Acilio dopo le vittorie
riportate sopra Antioco , secondo altri da Corinto , e
rappresentate in uno stato simile a quello di certe scul-
ture egizie accovacchiate. Dentro questa parte del tem-