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Nibby, Antonio
Roma nell'anno 1838: descritta da Antonio Nibby (Parte 1): Antica — Roma: Tipografia delle belle arti, 1838

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https://doi.org/10.11588/diglit.68900#0606
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568 Capitoli©
questo tempio dal fuoco. Mentre i portici erano di una
grandezza conveniente, piccolissimo spazio restava per
la cella, la quale si restringeva a 50 piedi di fronte e
120 piedi ne' lati, cioè fra le due colonne centrali del-
la fronte, e le ultime colonne laterali. La porta di que-
sta era fasciata di lamine di oro ed ornata di basso-
rilievi, siccome si trae da Claudiano De VI. Cons. Hon.
’<■ 46. die le chiamava caelatasque fores, e da Zosi-
mo lib. V. c. XXXVIII. il quale narra, che Stilicone
le fece rapire circa l'anno della era volgare 408, e che
in tal circostanza trovarono in una di esse scritto MI-
SERO REGI SERVANTVR. La soglia era stata fitta
di bronzo dagli edili curuli Cneo e Quinto Ogulnii fino
dall’anno 458, come si legge in Livio lib. X. c. XXIII.
e di bronzo pure erano i cardini, come quelli di tut-
te le porte del Capitolio secondo Servio ne’ commenti
all’ Eneide lib. I. v. 453. In fondo erano le tre edico-
le di Giove , Giunone, e Minerva sotto un solo fron-
tone , secondo il passo di Dionisio riferito di sopra e
formanti come tre celle separate che designavansi co’
nomi delle divinità rispettive. Quindi Livio lib. XXXV.
c. XLI.narra che gli edili curuli Marco Tuccio e Pu-
blio Giunio Bruto delle multe imposte agli usurai 1 an-
no di Roma 562 fecero quadrighe dorate che furono
poste in cella lovis sull’ acroterio della edicola supra
fastigium aediculae e con queste dodici scudi pure do-
rati. Altrove lib. X. c. XXIII. ricorda egualmente la
cella di Giove, quando riferisce che i due Ogulnii
menzionati di sopra colla multa imposta pure agli usu-
rai aveano fatto vasi di argento per tre mense: ed in
questa cella soleva ritirarsi la notte Scipione Affoca-
no, siccome riferisce Aulo Gelilo lib. VII. c. I. on-
de ivi a’ tempi di Valerio Massimo lib. Vili. c. XV.
1. vedovasi la sua immagine, che tutte le volte, che
 
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