610 Circo F l a m i n i o
come apprendiamo da Cicerone nella lettera scritta ad
Attico agli idi di febbraio dell’anno di Roma 692 cbe
è la XIV. del libro I. Tarn Pisonis consulis impulsa
levissimus tribunus plebis Fusius in cuncionem pro-
durci t Pompeiani. Res agebatur in circo Flaminio et
erat in eo ipso loco, ilio die irurdin arum TtOCVYiyvpig.
Narra Dione lib. LV. c. X. che Augusto l'anno 748 di
Roma empiè questo circo di acqua e vi diede Io spet-
tacolo di una caccia di coccodrilli, de’ quali vennero
uccisi trentasei. E sotto queH’imperadore esso diè no-
me alla IX. regione che comprendeva il Campo Marzio,
nome che si conservava ancora nel secolo V. come si
trae dai regionari!, i quali insieme ricordano una fab-
brica ad uso di stalle delle quattro fazioni: stabula qua-
tuoi' factionum : fabbrica destinata non solo per que-
sto circo, ma ancora per gli altri, poiché in nessuna
delle altre regioni dove esistevano circhi s’incontra, e
neppure nella XL nella quale era il Massimo. Que-
sti cataloghi dimostrano ancora la esistenza del Circo
Flaminio almeno fino a quella epoca ; posteriormente
sparisce ogni memoria di esso , e sembra che fino dal
principio del secolo IX. ne fosse stato dimenticato an-
cora il sito vero, poiché l’anonimo di Mabillon che ap-
partiene a quella epoca, appella Circus Flamineus quel-
lo di Alessandro, del quale fu trattato di sopra, e che
oggi chiamano piazza Navona. Una bolla di Celestino
III. dell’anno 1192 inserita nel Bollario Vaticano T. L
p. 74. ci fa conoscere che allora chiamavasi la contra-
da col nome di Castellani Aureum, e designa le ro-
vine ancora superstiti insieme coll’area, come pertinenti
alle chiese di s. Maria denominata Dominae Rosae e
di s. Lorenzo, sulle quali oggi veggiamo eretta quella
di s. Catarina de’ Funari col monastero annesso , sic-
come ricavasi da quanto scrissero il Martinelli nella sua
come apprendiamo da Cicerone nella lettera scritta ad
Attico agli idi di febbraio dell’anno di Roma 692 cbe
è la XIV. del libro I. Tarn Pisonis consulis impulsa
levissimus tribunus plebis Fusius in cuncionem pro-
durci t Pompeiani. Res agebatur in circo Flaminio et
erat in eo ipso loco, ilio die irurdin arum TtOCVYiyvpig.
Narra Dione lib. LV. c. X. che Augusto l'anno 748 di
Roma empiè questo circo di acqua e vi diede Io spet-
tacolo di una caccia di coccodrilli, de’ quali vennero
uccisi trentasei. E sotto queH’imperadore esso diè no-
me alla IX. regione che comprendeva il Campo Marzio,
nome che si conservava ancora nel secolo V. come si
trae dai regionari!, i quali insieme ricordano una fab-
brica ad uso di stalle delle quattro fazioni: stabula qua-
tuoi' factionum : fabbrica destinata non solo per que-
sto circo, ma ancora per gli altri, poiché in nessuna
delle altre regioni dove esistevano circhi s’incontra, e
neppure nella XL nella quale era il Massimo. Que-
sti cataloghi dimostrano ancora la esistenza del Circo
Flaminio almeno fino a quella epoca ; posteriormente
sparisce ogni memoria di esso , e sembra che fino dal
principio del secolo IX. ne fosse stato dimenticato an-
cora il sito vero, poiché l’anonimo di Mabillon che ap-
partiene a quella epoca, appella Circus Flamineus quel-
lo di Alessandro, del quale fu trattato di sopra, e che
oggi chiamano piazza Navona. Una bolla di Celestino
III. dell’anno 1192 inserita nel Bollario Vaticano T. L
p. 74. ci fa conoscere che allora chiamavasi la contra-
da col nome di Castellani Aureum, e designa le ro-
vine ancora superstiti insieme coll’area, come pertinenti
alle chiese di s. Maria denominata Dominae Rosae e
di s. Lorenzo, sulle quali oggi veggiamo eretta quella
di s. Catarina de’ Funari col monastero annesso , sic-
come ricavasi da quanto scrissero il Martinelli nella sua