618 Circo Massimo
sione. E siccome nell’anno 1825 io vidi fare scavi nel-
l’angolo della piazza testé ricordata, presso la croce de’
pp. cappuccini, ed allora furono trovati muri di bella
cortina de’tempi imperiali , che poterono essere parte
di uno de’lati del circo, mi sembra che la estensione di
esso potrebbe essere ad un incirca fra il largo di s. Ni-
cola in Arcione, ed il vicolo detto del Basilico che lega
insieme le strade di s. Basilio e di s. Nicola di Tolen-
tino, spazio di 1500 piedi: la larghezza poi può deter-
minarsi fra la croce sovraindicata ed il palazzo Barbe-
rini, cioè di circa 300 piedi. Il Donati scrivendo circa
l'anno 1640 afferma nella sua Roma J^etus ac Recens
lib. III. c. XV. di aver veduto la cavea e le vestigia di
questo circo sotto il palazzo Barberini , allorché quella
valle venne innalzata coll’edificai’ quella fabbrica, ed ag-
giunge che la faccia di quel palazzo rivolta a settentrio-
ne fu edificata sopra un’arenazione , forse quella desti-
nata a reggere i gradini ed a servire di portici esterni:
e questa testimonianza conferma tutto quello che è stato
indicato di sopra.
CIRCO MASSIMO. Fu questo il più antico ed il
principale dei circhi di Roma e perciò chiamato il cir-
co Circus per eccellenza, e Circus Maximus'. esso dava
nome alla undecima delle regioni di Augusto, nome che
conservò fino al secolo VI. di Roma e che si è trasmes-
so alla contrada nella quale veggonsi le sue vestigia ,
che si appella ancora oggi la valle de’Cerchi, o i Cer-
chi. Notossi nella Introduzione p. 46 e seg. che la valle
nella quale venne costrutto questo edifìcio fu in origine
designata col nome di Marcia, e di sopra trattando de’
giuochi circensi, che in questa valle Romulo diè i giuo-
chi consuali, ne’quali avvenne il ratto delle Sabine , e
che Tarquinio Prisco fu il primo a destinarla definiti-
vamente all’uso di circo, dopo che Anco Marzio la eb-
sione. E siccome nell’anno 1825 io vidi fare scavi nel-
l’angolo della piazza testé ricordata, presso la croce de’
pp. cappuccini, ed allora furono trovati muri di bella
cortina de’tempi imperiali , che poterono essere parte
di uno de’lati del circo, mi sembra che la estensione di
esso potrebbe essere ad un incirca fra il largo di s. Ni-
cola in Arcione, ed il vicolo detto del Basilico che lega
insieme le strade di s. Basilio e di s. Nicola di Tolen-
tino, spazio di 1500 piedi: la larghezza poi può deter-
minarsi fra la croce sovraindicata ed il palazzo Barbe-
rini, cioè di circa 300 piedi. Il Donati scrivendo circa
l'anno 1640 afferma nella sua Roma J^etus ac Recens
lib. III. c. XV. di aver veduto la cavea e le vestigia di
questo circo sotto il palazzo Barberini , allorché quella
valle venne innalzata coll’edificai’ quella fabbrica, ed ag-
giunge che la faccia di quel palazzo rivolta a settentrio-
ne fu edificata sopra un’arenazione , forse quella desti-
nata a reggere i gradini ed a servire di portici esterni:
e questa testimonianza conferma tutto quello che è stato
indicato di sopra.
CIRCO MASSIMO. Fu questo il più antico ed il
principale dei circhi di Roma e perciò chiamato il cir-
co Circus per eccellenza, e Circus Maximus'. esso dava
nome alla undecima delle regioni di Augusto, nome che
conservò fino al secolo VI. di Roma e che si è trasmes-
so alla contrada nella quale veggonsi le sue vestigia ,
che si appella ancora oggi la valle de’Cerchi, o i Cer-
chi. Notossi nella Introduzione p. 46 e seg. che la valle
nella quale venne costrutto questo edifìcio fu in origine
designata col nome di Marcia, e di sopra trattando de’
giuochi circensi, che in questa valle Romulo diè i giuo-
chi consuali, ne’quali avvenne il ratto delle Sabine , e
che Tarquinio Prisco fu il primo a destinarla definiti-
vamente all’uso di circo, dopo che Anco Marzio la eb-