600 Teatri, e Portici
pure la vigesima : essa corrisponde dentro la bottega
ad uso di osteria che chiamano della Catena. Il tratto
superstite della parte esterna mentre si fa ammirare
per la purità dello stile degli ordini , e serve di mo-
dello , mostra traccio evidenti de'replicati incendii, ai
quali questo edisicio andò soggetto sia ne' tempi anti-
chi, sia nel medio evo.
Ora passando a parlare de' portici di Ottavia e di
Filippo che erano presso questo teatro e quello di Bal-
bo , con tutto ciò che contenevano , quello di Ottavia
ebbe origine da quello di Metello , e racchiuse i tem-
pli di Giove Statore e di Giunone Regina, la Curia,
e la Schola detta di Ottavia. Il tempio di Giove fu edi-
ficato originalmente da Quinto Cecilio Metello sopran-
nomato il Macedonico circa 1' anno 606 di Roma , ar-
chitetto ne fu Ermodio come mostra Vitruvio lib. III.
c. I. e secondo Vellejo lib. I. c. XI. fu il primo tem-
pio di marmo a vedersi in Roma. La statua del dio fu
un capo-lavoro di Policle e Dionisio figli di Timarchi-
de ; ma oltre questa quel tempio racchiudeva il Pane
e l'Olimpo lottanti, gruppo insigne di Eliodoro: la Ve-
nere in atto di bagnarsi e Dedalo stante , di Policar-
mo : ed un Giove di avorio di Pasitele, statue tutte
portate dalla Macedonia. Veggasi Plinio lib. XXXXVI.
c. IV. Il tempio di Giunone poi era stato anteceden-
temente edificato da Marco Emilio Lepido ; impercioc-
ché questi essendo conscie l'anno 567 ne fece voto nel-
la guerra contra i Liguri , e nel 575 essendo censore
lo dedicò come ricavasi da Livio lib. XXXIX. c. IL
lib. XL. c. LII. La statua della dea era di Dionisio ,
ma oltre questa v'erano quelle di Esculapio e Diana,
opere di Pressitele , quella di Giunone di Policle , e
la Venere di Filisco secondo Plinio lib. XXXVI. c.IV.
statue anche esse postevi da Metello. Ambedue questi
pure la vigesima : essa corrisponde dentro la bottega
ad uso di osteria che chiamano della Catena. Il tratto
superstite della parte esterna mentre si fa ammirare
per la purità dello stile degli ordini , e serve di mo-
dello , mostra traccio evidenti de'replicati incendii, ai
quali questo edisicio andò soggetto sia ne' tempi anti-
chi, sia nel medio evo.
Ora passando a parlare de' portici di Ottavia e di
Filippo che erano presso questo teatro e quello di Bal-
bo , con tutto ciò che contenevano , quello di Ottavia
ebbe origine da quello di Metello , e racchiuse i tem-
pli di Giove Statore e di Giunone Regina, la Curia,
e la Schola detta di Ottavia. Il tempio di Giove fu edi-
ficato originalmente da Quinto Cecilio Metello sopran-
nomato il Macedonico circa 1' anno 606 di Roma , ar-
chitetto ne fu Ermodio come mostra Vitruvio lib. III.
c. I. e secondo Vellejo lib. I. c. XI. fu il primo tem-
pio di marmo a vedersi in Roma. La statua del dio fu
un capo-lavoro di Policle e Dionisio figli di Timarchi-
de ; ma oltre questa quel tempio racchiudeva il Pane
e l'Olimpo lottanti, gruppo insigne di Eliodoro: la Ve-
nere in atto di bagnarsi e Dedalo stante , di Policar-
mo : ed un Giove di avorio di Pasitele, statue tutte
portate dalla Macedonia. Veggasi Plinio lib. XXXXVI.
c. IV. Il tempio di Giunone poi era stato anteceden-
temente edificato da Marco Emilio Lepido ; impercioc-
ché questi essendo conscie l'anno 567 ne fece voto nel-
la guerra contra i Liguri , e nel 575 essendo censore
lo dedicò come ricavasi da Livio lib. XXXIX. c. IL
lib. XL. c. LII. La statua della dea era di Dionisio ,
ma oltre questa v'erano quelle di Esculapio e Diana,
opere di Pressitele , quella di Giunone di Policle , e
la Venere di Filisco secondo Plinio lib. XXXVI. c.IV.
statue anche esse postevi da Metello. Ambedue questi