602 Teatri, e Portici
lib. XXXVI. c. V. §. IV. Alcuni de' topografi di Ro-
ma vi uniscono la Biblioteca, e citano Dione lib. LXVI.
ma lo storico parla di quella del Capitolio : bensì Plu-
tarco in Marcello c. XXX. ricorda avere Ottavia de-
dicato a nome del suo figlio una biblioteca , senza però
dire, se questa era nel portico, ο nel teatro, ο in
altra parte. E probabile che di tutte queste fabbriche
fossero architetti que' medesimi Sauro e Batraco, che
sono stati ricordati di sopra. Ora per testimonianza di
Plinio ne' 1. c. la Schola Octaviae conteneva pitture
di Antisilo rappresentanti Esione, Alessandro, Filip-
po , e Minerva : una statua di Cupido col fulmine , o
piuttosto di Alcibiade sotto quelle forme, lavoro da al-
tri attribuito a Scopa, da altri a Prassitele: forse que-
sto Cupido è quello medesimo, che da Prassitele fu do-
nato a Frine ο Glicera, e da costei a Tespia sua patria,
dove rimase fino a' tempi di Caligola, che lo portò in
Roma malgrado le rimostranze de' Tespiesi che non a-
veano altra rarità, e che poi Claudio rimandò in quel-
la città e Nerone tolse di nuovo, e collocollo nel por-
tico di Ottavia , dove finalmente perì nell'incendio av-
venuto ai tempi di Tito 1' anno 80 della era volgare :
veggansi su tal proposito Cicerone In Verr. Act. IL
lib. IV. G. IL e LX, Strabene lib. IX. c. II. Pausa-
nia lib. I. c. XX. lib. IX. c. XXVII. Ateneo lib. XIII.
c. VI. e Dione lib. LXVL c. XXIV. Nella stessa Scho-
la erano quattro Satiri, che noi appelliamo Fauni, cioè
uno che presentava Bacco colla palla ο manto di Ve-
nere, Γ altro che presentava Libera , il terzo in atto
di consolare un bambino, che piangeva , ed il quarto
che col cratere di un altro estingueva la sete, opere
che secondo Plinio piacevano, ma di cui ignoravasi
l'artista. Fu nella Curia di Ottavia che adunossi il se-
nato per ricevere Vespasiano e Tito reduci dalla guer-
lib. XXXVI. c. V. §. IV. Alcuni de' topografi di Ro-
ma vi uniscono la Biblioteca, e citano Dione lib. LXVI.
ma lo storico parla di quella del Capitolio : bensì Plu-
tarco in Marcello c. XXX. ricorda avere Ottavia de-
dicato a nome del suo figlio una biblioteca , senza però
dire, se questa era nel portico, ο nel teatro, ο in
altra parte. E probabile che di tutte queste fabbriche
fossero architetti que' medesimi Sauro e Batraco, che
sono stati ricordati di sopra. Ora per testimonianza di
Plinio ne' 1. c. la Schola Octaviae conteneva pitture
di Antisilo rappresentanti Esione, Alessandro, Filip-
po , e Minerva : una statua di Cupido col fulmine , o
piuttosto di Alcibiade sotto quelle forme, lavoro da al-
tri attribuito a Scopa, da altri a Prassitele: forse que-
sto Cupido è quello medesimo, che da Prassitele fu do-
nato a Frine ο Glicera, e da costei a Tespia sua patria,
dove rimase fino a' tempi di Caligola, che lo portò in
Roma malgrado le rimostranze de' Tespiesi che non a-
veano altra rarità, e che poi Claudio rimandò in quel-
la città e Nerone tolse di nuovo, e collocollo nel por-
tico di Ottavia , dove finalmente perì nell'incendio av-
venuto ai tempi di Tito 1' anno 80 della era volgare :
veggansi su tal proposito Cicerone In Verr. Act. IL
lib. IV. G. IL e LX, Strabene lib. IX. c. II. Pausa-
nia lib. I. c. XX. lib. IX. c. XXVII. Ateneo lib. XIII.
c. VI. e Dione lib. LXVL c. XXIV. Nella stessa Scho-
la erano quattro Satiri, che noi appelliamo Fauni, cioè
uno che presentava Bacco colla palla ο manto di Ve-
nere, Γ altro che presentava Libera , il terzo in atto
di consolare un bambino, che piangeva , ed il quarto
che col cratere di un altro estingueva la sete, opere
che secondo Plinio piacevano, ma di cui ignoravasi
l'artista. Fu nella Curia di Ottavia che adunossi il se-
nato per ricevere Vespasiano e Tito reduci dalla guer-