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https://doi.org/10.11588/diglit.56962#0393
ΖΊΊ
VESUVIO
Π Vesuvio, che può noverarsi tra i più piccoli, ed in pari tem-
po tra i più maravigliosi vulcani che si conoscano sulla superficie
del globo, ha esercitato l’ingegno di moltissimi egregi scrittori
nostrali e forestieri, che di esso in vario modo han trattato. Ma non
per questo possiamo confidare di conoscere la storia delle sue pro-
duzioni e de’ suoi fenomeni, come nello stato attuale delle scienze
naturali si richiederebbe. Egli è però che mancando di un’ opera
che tratti convenevolmente di questo vulcano, e dalla quale potes-
simo attingerne le notizie, quelle che qui daremo non saranno cosi
compiute e perfette quali avremmo desiderato di esporle. Non per-
tanto siccome interviene che chi ha lungamente frequentato una
contrada può sempre agevolare le ricerche di colui che giunge no-
vello, ci proponiamo, come meglio potremo, presentare a’ natura-
listi che ameranno visitare il Vesuvio quelle conoscenze che sti-
miamo poter loro tornare profittevoli nella breve dimora di pochi
giorni, perchè non lascino inosservate le cose che più meritano la
loro attenzione, nè spendano molto tempo a rintracciarle.
Condizioni topografiche. Il monte Vesuvio s’innalza isolato so-
pra una pianura, la quale è circoscritta nel lato occidentale dal fiu-
me Sebeto, che la divide dalle contrade vulcaniche dei campi-fle-
grei; a settentrione si allarga sino alle montagne calcaree di Ca-
serta; ad oriente ed a scirocco è terminata da montagne di simil
natura che stanno a sopraccapo di Nola e di Castellammare; ed in
fine si apre a mezzodì ed a libeccio nel golfo di Napoli, dalle cui
onde è bagnata. La base del monte gira intorno poco meno di tren-
ta miglia, ed a principio s’innalza con dolce inclinazione, che si tie-
ne al di sotto di due gradi, e va man mano diventando più erta sino
alla metà in circa della totale altezza del vulcano ove il suo pendìo
perviene a 12 o 15 gradi. Quivi la sua configurazione prende no-
vello aspetto, chè già si appalesano i primi indizi della divisione in
n. 48
VESUVIO
Π Vesuvio, che può noverarsi tra i più piccoli, ed in pari tem-
po tra i più maravigliosi vulcani che si conoscano sulla superficie
del globo, ha esercitato l’ingegno di moltissimi egregi scrittori
nostrali e forestieri, che di esso in vario modo han trattato. Ma non
per questo possiamo confidare di conoscere la storia delle sue pro-
duzioni e de’ suoi fenomeni, come nello stato attuale delle scienze
naturali si richiederebbe. Egli è però che mancando di un’ opera
che tratti convenevolmente di questo vulcano, e dalla quale potes-
simo attingerne le notizie, quelle che qui daremo non saranno cosi
compiute e perfette quali avremmo desiderato di esporle. Non per-
tanto siccome interviene che chi ha lungamente frequentato una
contrada può sempre agevolare le ricerche di colui che giunge no-
vello, ci proponiamo, come meglio potremo, presentare a’ natura-
listi che ameranno visitare il Vesuvio quelle conoscenze che sti-
miamo poter loro tornare profittevoli nella breve dimora di pochi
giorni, perchè non lascino inosservate le cose che più meritano la
loro attenzione, nè spendano molto tempo a rintracciarle.
Condizioni topografiche. Il monte Vesuvio s’innalza isolato so-
pra una pianura, la quale è circoscritta nel lato occidentale dal fiu-
me Sebeto, che la divide dalle contrade vulcaniche dei campi-fle-
grei; a settentrione si allarga sino alle montagne calcaree di Ca-
serta; ad oriente ed a scirocco è terminata da montagne di simil
natura che stanno a sopraccapo di Nola e di Castellammare; ed in
fine si apre a mezzodì ed a libeccio nel golfo di Napoli, dalle cui
onde è bagnata. La base del monte gira intorno poco meno di tren-
ta miglia, ed a principio s’innalza con dolce inclinazione, che si tie-
ne al di sotto di due gradi, e va man mano diventando più erta sino
alla metà in circa della totale altezza del vulcano ove il suo pendìo
perviene a 12 o 15 gradi. Quivi la sua configurazione prende no-
vello aspetto, chè già si appalesano i primi indizi della divisione in
n. 48