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debolirsì» e tanto maggiormente per quanto più si disca-
stana> e dall'oggetto B, e dal proprio occhio A.
Quello modo di rimirare il vero ci dà l'idea dell' uni-
tà , e dell' armonia, secondo che la nuda natura ce la pre-
serita . Ora 1' Artefice non dee far altro , che usare della
giudiziosa accortezza per rimuovere dall' oggetto princi-
pale tutti i lumi degli oggetti circonvicini , che non aves-
sero la subordinazione che ha rimirata nella natura. A
far quello elso dee procurare di volgere le politure degli
oggetti in quelle vedute, che sono più acconcie al suo fine,
che sarà di far sempre spiccare 1' oggetto principale sopra
tutti gli altri oggetti del composto.
Ognuno che abbia un pò di tintura , di prospettiva,
saprà concepire nella sua idea, che il vedere si fa per via di
una moltitudine innumerabile di raggi visuali condotti dall'
occhio alla cosa veduta , i quali si ristringono ne' limiti
di una figura conica, o sia piramide rotonda, che ha per
punta l'occhio A di chi guarda; e la base, che è un cir-
colo , FG, vien circoscritto alla cosa rimirata. Quindi la
linea centrale A B si chiama l'Assè ottico ; e qualora gli og-
getti B, C, D, E, sieno racchiusi dentro l'accennata base
o circolo, elsi , per quanto si sperimenta, si possbno rimi-
rare in un'occhiata, senza punto muovere la tefla. Che sé
avvenisse di dover rimirare alcun oggetto pollo fuori del
detto circolo, bisognarebbe muovere la tesla , e di nuovo
dirigere 1' Asiè ottico verso di queflo oggetto, la qual cosa
si oppone al fine della prospettiva, che e di dover rimirare
tutta 1' opera della Pittura ad un colpo.
OSSERVAZIONI.
I. T Celebri Artefici, prendendo l'ammaestramenro dalla
Jl natura , si pongono a far opere di Pittura col pre-
figgerli , che in tutto il lavoro dipinto vi debba risplendere
un chiaro principale . Quello precetto dee eilère insinuato
per iì primo da' Maestri ai loro Allievi, asfinchè i mede-
debolirsì» e tanto maggiormente per quanto più si disca-
stana> e dall'oggetto B, e dal proprio occhio A.
Quello modo di rimirare il vero ci dà l'idea dell' uni-
tà , e dell' armonia, secondo che la nuda natura ce la pre-
serita . Ora 1' Artefice non dee far altro , che usare della
giudiziosa accortezza per rimuovere dall' oggetto princi-
pale tutti i lumi degli oggetti circonvicini , che non aves-
sero la subordinazione che ha rimirata nella natura. A
far quello elso dee procurare di volgere le politure degli
oggetti in quelle vedute, che sono più acconcie al suo fine,
che sarà di far sempre spiccare 1' oggetto principale sopra
tutti gli altri oggetti del composto.
Ognuno che abbia un pò di tintura , di prospettiva,
saprà concepire nella sua idea, che il vedere si fa per via di
una moltitudine innumerabile di raggi visuali condotti dall'
occhio alla cosa veduta , i quali si ristringono ne' limiti
di una figura conica, o sia piramide rotonda, che ha per
punta l'occhio A di chi guarda; e la base, che è un cir-
colo , FG, vien circoscritto alla cosa rimirata. Quindi la
linea centrale A B si chiama l'Assè ottico ; e qualora gli og-
getti B, C, D, E, sieno racchiusi dentro l'accennata base
o circolo, elsi , per quanto si sperimenta, si possbno rimi-
rare in un'occhiata, senza punto muovere la tefla. Che sé
avvenisse di dover rimirare alcun oggetto pollo fuori del
detto circolo, bisognarebbe muovere la tesla , e di nuovo
dirigere 1' Asiè ottico verso di queflo oggetto, la qual cosa
si oppone al fine della prospettiva, che e di dover rimirare
tutta 1' opera della Pittura ad un colpo.
OSSERVAZIONI.
I. T Celebri Artefici, prendendo l'ammaestramenro dalla
Jl natura , si pongono a far opere di Pittura col pre-
figgerli , che in tutto il lavoro dipinto vi debba risplendere
un chiaro principale . Quello precetto dee eilère insinuato
per iì primo da' Maestri ai loro Allievi, asfinchè i mede-