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Ostrowski, Jan K. <Prof., Dr.>
Arte popolare polacca — Bologna, 1981

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https://doi.org/10.11588/diglit.31059#0033
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sua costruzione era legato un insieme di credenze, di riti e di superstizioni. La
costruzione doveva avere inizio in un determinato giorno e sotto un angolo doveva
venire sotterrata una bottiglietta d’acqua santa e una coroncina di erbe benedette.
Appena ultimata la costruzione del tetto, ancor oggi c’è l’usanza di appendere un
mazzolino di fiori o un rametto verde. Sulla trave portante del soffitto veniva spesso
collocata una croce, o incisa una breve preghiera e la data di costruzione. Un rito
importante era quello dell’ingresso degli abitatori nella casa. La casa doveva essere
consacrata e affidata alla protezione dei santi patroni; entrando in essa per la prima
volta si doveva portare dentro pane e sale. Alcune parti della costruzione, quali la
soglia, le porte o il focolare, avevano funzioni simbolico-sacrali, che erano spesso la
versione cristianizzata di antichissime credenze pagane.

La costruzione di una casa di legno era alla portata quasi di ogni contadino, sebbene ci
si servisse anche di carpentieri qualificati. Le fondamenta dell’edificio erano in pietra o
in argilla pressata. Le pareti erano costruite con travi di legno di conifere, tra le quali la
più pregiata e resistente era il larice. Le travi, debitamente legate, venivano poste
l’una sopra l’altra, montando tra esse i telai delle finestre e delle porte. II problema
tecnico più importante era la connessione delle pareti agli angoli, decisiva per la
compostezza e la stabilità della costruzione. Vi sono in sostanza due sistemi (p. 128),
che rappresentano uno dei fondamenti della tipologia dell’architettura popolare. II
primo sistema, caratteristico delle zone in cui era difficile trovare materiali di prima
qualità, consiste nel porre nell’angolo un palo verticale nei cui incavi venivano inserite
le travi orizzontali. Nel secondo, le grosse travi vengono connesse direttamente tra
loro mediante un complesso sistema di sporgenze e incavi che le incastra perfettamente
l’una nell’altra. Gli spazi tra le travi vengono calafatati con paglia e muschio e saldati
con argilla. II soffitto era composto da assi sostenute da travi parallele. Anche il
pavimento era di legno, sebbene molto spesso fosse fatto semplicemente di terra
battuta. Le finestre erano piccole per non far disperdere calore nei rigidi inverni e per
risparmiare il vetro. II tetto, sempre alto in relazione alle esigenze climatiche, veniva
ricoperto, a seconda del materiale disponibile nella zona, di assi, scandole o, più
frequentemente, paglia. Esiste anche un altro sistema di costruzione, nel quale uno
scheletro in legno viene riempito di pietra o di argilla pressata. Questo sistema è
praticato nelle zone periferiche del paese, principalmente in Slesia e in Pomerania.

La casa di legno presentava, nelle condizioni dell’antica campagna polacca, numerosi
vantaggi. Era innanzitutto la più economica e più facile da costruire, asciutta e facile
da riscaldare in inverno. II suo principale difetto era la non lunga durata. La copertura
in paglia del tetto doveva esser cambiata dopo qualche anno, quella in scandole ogni
venticinque anni. Tutto l’edificio era calcolato per durare quanto dura la vita di un
uomo. Se poi si aggiungono gli incendi che affliggevano le campagne, non c’è da
stupirsi che una capanna di cent’anni sia già una rarità, e che i vari esempi rimasti fino
ad oggi risalgano al massimo al secolo XVIII.

La tradizione dell’architettura popolare in legno nel suo completo significato tecnico-
artistico è stata interrotta dalla seconda guerra mondiale. L’uso del legno è continuato
in verità ancora fino agli anni sessanta, però l'edilizia del dopoguerra è
sostanzialmente priva di caratteri tradizionali per quanto concerne le proporzioni,
l’ornamentazione o i caratteri regionali. II legno è stato definitivamente eliminato in
seguito al mutamento dei prezzi e alle leggi che impongono l’uso di materiale
antincendio nell’edilizia. L’attuale boom edilizio nelle campagne si realizza in forme
pseudo-moderne estremamente stereotipate, prive di qualunque legame con la
tradizione e la peculiarità di una data regione. II doveroso processo di rinnovamento e
di adattamento ai bisogni attuali dell’edilizia rurale non è stato sfruttato dalle
competenti autorità per creare una nuova cultura architettonica e ha arrecato
gravissime e irreparabili distruzioni al paesaggio della campagna polacca. L’evoluzione
plurisecolare dell’abitazione rustica è consistita innanzitutto nello sviluppo del suo
assetto spaziale (p. 119). Data l’assenza di monumenti, è molto difficile situare nel
tempo le progressive innovazioni; è comunque certo che, ferma restando la tendenza
generale a ingrandire con il tempo la costruzione e a differenziare il suo spazio, tutto il
processo si svolse piuttosto lentamente. II tipo e le dimensioni dipendevano dalle
possibilità del proprietario e dal genere di economia agricola della regione. Le
differenze facilmente riconoscibili, dipendenti da divisioni storiche e regionali,

29 riguardano in genere elementi secondari, come la forma del tetto o il tipo
 
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