dell’artista popolare. Quasi tutte le xilografie sono circondate da una cornice nera
dovuta al fatto che si lasciava un contorno sporgente ai bordi della lastra. All’interno
del campo formato in questo modo, la figura principale della composizione è posta al
centro, di preferenza in posizione frontale. I restanti elementi sono limitati al minimo
necessario per intendere i contenuti della scena. Con una certa frequenza si
riscontrano elementi di architettura e paesaggio molto semplificati. Oltre a questo, in
ogni spazio libero vengono incisi ornamenti di vario genere, sia vegetali che
geometrici. II contenuto dell’incisione veniva spiegato con didascalie la cui esecuzione
suscita spesso dubbi circa la capacità di scrivere dei loro autori. Non esiste prospettiva.
Le proporzioni delle figure sono spesso tozze, le teste e le mani troppo grandi. La
forma, delineata dal contorno, è modellata con vari tipi di tratteggio, che resta però
sempre aderente alle regole bidimensionali della grafica. Nella semplice tecnica della
xilografia l’artista popolare ha trovato, come nella scultura, un mezzo espressivo
perfettamente rispondente alle sue inclinazioni naturali. Pur imitando i modelli
dell’arte ufficiale, li ha trasformati in conformità col proprio modo di vedere il mondo
e con le proprie limitate possibilità esecutive. La riproduzione della grafica tramite
stampa lo ha liberato dalla necessità della fretta nell’esecuzione della lastra, fretta che
tanto ha nuociuto alla pittura. Si ebbero quindi opere spesso goffe, però sempre
sincere e piene di espressione, che per lo spettatore odierno rappresentano
un’occasione di autentica esperienza artistica.
L’architettura e le arti minori
Risultato della necessità, l’abilità nel costruire ripari, ha fatto la sua comparsa in una
fase molto precoce dello sviluppo della civiltà. II costruire, che all’inizio serviva
soltanto a scopi pratici, cominciò, a mano a mano che si sviluppava, ad adempiere una
funzione estetica, raggiungendo qualità d’arte nel momento in cui prese a porsi
consapevolmente il problema della strutturazione dello spazio. Nella cultura d’élite
l’architettura è da millenni il settore artistico che orienta l’evoluzione dello stile e che
spesso costituisce il quadro nel quale si inseriscono le opere di scultura e di pittura.
Nella cultura popolare polacca l’architettura non è mai andata oltre il limite delle
categorie esclusivamente pratiche nella formazione dello spazio; se ha avuto
aspirazioni estetiche, si sono espresse nella decorazione. Lo stesso processo di
costruzione di un edificio era un’attività di carattere tecnico, non artistico, e per questo
l’architettura popolare, diversamente da quella ufficiale, non ha molto in comune con
la scultura e la pittura, e costituisce piuttosto uno dei settori dell’artigianato.
II materiale con il quale sono state costruite quasi tutte le opere dell’architettura
popolare polacca è il legno. Non possiamo però porre alla pari architettura popolare e
architettura lignea in generale. Le esigenze climatiche, la tradizione culturale polacca e
l’abbondanza di legname, hanno fatto sì che il legno fosse universalmente usato anche
negli edifici destinati alle classi più elevate. Ancora nel secolo XVII i re polacchi
abitavano volentieri in ville di legno e molte residenze di nobili costruite in legno sono
sopravvissute fino ai nostri giorni. Alla categoria di arte ufficiale appartengono anche
numerose chiese costruite in legno che pure non erano state fondate da contadini.
Ouesta architettura lignea dei ceti elevati si avvaleva delle tradizioni tecniche della
carpenteria popolare, tuttavia dal punto di vista stilistico seguiva, anche se spesso in
ritardo, l’evoluzione generale dell’arte. La villa nobiliare, così tipica in Polonia, il più
delle volte ha pianta simmetrica, conforme a quanto insegnano i trattati del Serlio e del
Palladio, e l’immancabile facciata a colonne, destinata a svolgere una funzione
emblematica, fu adottata dall’architettura neoclassica soltanto verso la fine del secolo
XVIII.
In conformità al criterio sociale stabilito all’inizio per l'identificazione dell’arte
popolare, possiamo dunque considerare come architettura popolare polacca le case di
abitazione dei contadini, ma anche costruzioni agricole di vario genere, quali stalle,
fienili, granai, fucine, mulini a vento ecc. Anche le edicole e le nicchie erette dai
contadini presentano spesso forme architettoniche.
II principale problema risolto dall’architettura popolare è naturalmente la casa
d’abitazione, che costituiva il tipico microcosmo della vita contadina. Alla casa e alla
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dovuta al fatto che si lasciava un contorno sporgente ai bordi della lastra. All’interno
del campo formato in questo modo, la figura principale della composizione è posta al
centro, di preferenza in posizione frontale. I restanti elementi sono limitati al minimo
necessario per intendere i contenuti della scena. Con una certa frequenza si
riscontrano elementi di architettura e paesaggio molto semplificati. Oltre a questo, in
ogni spazio libero vengono incisi ornamenti di vario genere, sia vegetali che
geometrici. II contenuto dell’incisione veniva spiegato con didascalie la cui esecuzione
suscita spesso dubbi circa la capacità di scrivere dei loro autori. Non esiste prospettiva.
Le proporzioni delle figure sono spesso tozze, le teste e le mani troppo grandi. La
forma, delineata dal contorno, è modellata con vari tipi di tratteggio, che resta però
sempre aderente alle regole bidimensionali della grafica. Nella semplice tecnica della
xilografia l’artista popolare ha trovato, come nella scultura, un mezzo espressivo
perfettamente rispondente alle sue inclinazioni naturali. Pur imitando i modelli
dell’arte ufficiale, li ha trasformati in conformità col proprio modo di vedere il mondo
e con le proprie limitate possibilità esecutive. La riproduzione della grafica tramite
stampa lo ha liberato dalla necessità della fretta nell’esecuzione della lastra, fretta che
tanto ha nuociuto alla pittura. Si ebbero quindi opere spesso goffe, però sempre
sincere e piene di espressione, che per lo spettatore odierno rappresentano
un’occasione di autentica esperienza artistica.
L’architettura e le arti minori
Risultato della necessità, l’abilità nel costruire ripari, ha fatto la sua comparsa in una
fase molto precoce dello sviluppo della civiltà. II costruire, che all’inizio serviva
soltanto a scopi pratici, cominciò, a mano a mano che si sviluppava, ad adempiere una
funzione estetica, raggiungendo qualità d’arte nel momento in cui prese a porsi
consapevolmente il problema della strutturazione dello spazio. Nella cultura d’élite
l’architettura è da millenni il settore artistico che orienta l’evoluzione dello stile e che
spesso costituisce il quadro nel quale si inseriscono le opere di scultura e di pittura.
Nella cultura popolare polacca l’architettura non è mai andata oltre il limite delle
categorie esclusivamente pratiche nella formazione dello spazio; se ha avuto
aspirazioni estetiche, si sono espresse nella decorazione. Lo stesso processo di
costruzione di un edificio era un’attività di carattere tecnico, non artistico, e per questo
l’architettura popolare, diversamente da quella ufficiale, non ha molto in comune con
la scultura e la pittura, e costituisce piuttosto uno dei settori dell’artigianato.
II materiale con il quale sono state costruite quasi tutte le opere dell’architettura
popolare polacca è il legno. Non possiamo però porre alla pari architettura popolare e
architettura lignea in generale. Le esigenze climatiche, la tradizione culturale polacca e
l’abbondanza di legname, hanno fatto sì che il legno fosse universalmente usato anche
negli edifici destinati alle classi più elevate. Ancora nel secolo XVII i re polacchi
abitavano volentieri in ville di legno e molte residenze di nobili costruite in legno sono
sopravvissute fino ai nostri giorni. Alla categoria di arte ufficiale appartengono anche
numerose chiese costruite in legno che pure non erano state fondate da contadini.
Ouesta architettura lignea dei ceti elevati si avvaleva delle tradizioni tecniche della
carpenteria popolare, tuttavia dal punto di vista stilistico seguiva, anche se spesso in
ritardo, l’evoluzione generale dell’arte. La villa nobiliare, così tipica in Polonia, il più
delle volte ha pianta simmetrica, conforme a quanto insegnano i trattati del Serlio e del
Palladio, e l’immancabile facciata a colonne, destinata a svolgere una funzione
emblematica, fu adottata dall’architettura neoclassica soltanto verso la fine del secolo
XVIII.
In conformità al criterio sociale stabilito all’inizio per l'identificazione dell’arte
popolare, possiamo dunque considerare come architettura popolare polacca le case di
abitazione dei contadini, ma anche costruzioni agricole di vario genere, quali stalle,
fienili, granai, fucine, mulini a vento ecc. Anche le edicole e le nicchie erette dai
contadini presentano spesso forme architettoniche.
II principale problema risolto dall’architettura popolare è naturalmente la casa
d’abitazione, che costituiva il tipico microcosmo della vita contadina. Alla casa e alla
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