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Ehrle, Franz [Hrsg.]; Bufalini, Leonardo [Hrsg.]; Bufalini, Leonardo [Ill.]
Le piante maggiori di Roma dei sec. XVI e XVII: riprodotte in fototipia (Band 1): Roma al tempo di Giulio III: la pianta di Roma di Leonardo Bufalini del 1551, riprodotta dall' esemplare esistente nella Biblioteca Vaticana — Roma, 1911

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https://doi.org/10.11588/diglit.25719#0018
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14

Introduzione

Da questo documento sappiamo ciò che segue :

1° Il 18 Luglio, data del testamento. Leonardo era ancora vivo, ma già vicino alla morte.
2° Il suo primo e vero mestiere era quello di falegname (faber lignarius).

3° Egli abitava, al tempo della sua ultima malattia, nel Borgo di S. Pietro, probabilmente
al pian terreno, o almeno nelle immediate vicinanze 1 2 del palazzo Dell’Aquila.

Dalla pianta di Roma Du Pérac-Lafréry 1557.2

Questo era posto 3 all’ingresso della via Alessandrina (oggi Borgo Nuovo), dalla parte della
Piazza di S. Pietro, la quale in quei tempi verso l’oriente toccava appena la presente linea tram-
viaria. Stava dunque in un’ isola che occupava la odierna Piazza Rusticucci, finché Alessandro VII
verso il 1662 la demolì, per fare il largo necessario per l’adito al suo grandioso colonnato. Il
Palazzo fu dunque, andando dalla Piazza di S. Pietro, allora più corta, per il Borgo Nuovo verso il

1 II testamento (v. sotto p. 55) sembra distinguere la
casa (domus) abitata da Leonardo dal Palazzo Dell’Aquila.
Un altro documento (v. sotto p. 16) indica la sua abitazione
colle seguenti parole: in Burgo Sancti Petri et subtus
palatium de l’aquila nuncupatum. Il subtus può assoluta-
mente secondo l’uso del tempo significare una piccola casa
sita accanto il detto palazzo.

2 1. Collegio dei penitenzieri di S. Pietro. - 2. Antico
Priorato dei Cav. di Malta colla chiesa di S. Martino. -
3. Nuovo Priorato. - 4. Palazzo dell’Aquila. - 5. Palazzo

Accolti. - 6. Palazzo di Raffaello (poi dei Spinola). - 7. Piazza
Scossacavalli col palazzo del Card. Madruzzo (oggi dei
Penitenzieri).

3 I confinici del palazzo si trovano in un atto del 1561
indicati colle seguenti parole : cuius confinia ab ante est
via publica Alexandrina nuncupata, retro sunt bona seu
stabulum Prioratus almae Urbis, ab uno latere sunt bona
dominae Elisabette uxoris domini Augustini de Aiolà, et
ab alio est viculus vicinalis. V. D. Tesoroni, Il Palazzo
di Firenze e l’eredità di Balduino del Monte, fratello
di Papa Giulio III, Roma, 1889, p. 104.

Il Prior Almae Urbis quivi nominato, al quale il
proprietario del Palazzo dell’Aquila doveva pagare annual-
mente un censo di 52 scudi, era il Priore del Priorato dei
Cavalieri dell’Ospedale di S. Giovanni in Gerusaleme o
di Malta. È ben vero che di questo Priorato esisteva qui
 
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