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Ehrle, Franz [Hrsg.]; Bufalini, Leonardo [Hrsg.]; Bufalini, Leonardo [Ill.]
Le piante maggiori di Roma dei sec. XVI e XVII: riprodotte in fototipia (Band 1): Roma al tempo di Giulio III: la pianta di Roma di Leonardo Bufalini del 1551, riprodotta dall' esemplare esistente nella Biblioteca Vaticana — Roma, 1911

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https://doi.org/10.11588/diglit.25719#0027
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3. - Le diverse edizioni e copie della pianta

23

e lettere di Antonio Trevisi: 1 due, la copia Barberiniana e la Vaticana, contengono due lettere
di Antonio colla data del 16 Novembre 1560, una delle quali è indirizzata ai Conservatori della
Città, l’altra al Cardinale Carlo Borromeo; mentre nella copia del Museo Britannico nel margine
inferiore sono aggiunte due altre 2 lettere o prefazioni del Trevisi, la prima indirizzata A li lettovi,
la seconda Atti virtuosi architetti, e in tutte e quattro l’autore canta le lodi del suo maraviglioso
edifizio da fabricarsi a mo’ di baluardo contro le inondazioni del Tevere. Dunque le forme della
pianta stavano nel 1.560 a disposizione del Trevisi ed egli le fece cambiare, sopprimendo nel mar-
gine inferiore, alla destra dell’autoritratto del Bufalini, due iscrizioni postevi dallo stesso Bufalini,
e rimpiazzandole colle sue lettere 3 sul progetto contro le inondazioni.

Tutte e tre le copie infine manifestamente furono tirate, dopo che le forme di legno erano
state lasciate per parecchi anni in preda agli anobi ed altri insetti simili. Su questo punto richiamò
gentilmente la mia attenzione il chiarissimo prof. Hiilsen. Ed invero in tutte e tre le copie appa-
riscono, principalmente nelle ombre dei colli, i buchi o ingressi ai meandri scavati nel legno dai
detti insetti. Fra i danni cagionati da questa corrosione e gli altri maltrattamenti delle preziose
forme, si devono annoverare pure le tante lettere sparite, principalmente nelle iscrizioni incise in
caratteri piccoli.

Già nella primavera 1560 il Trevisi aveva pubblicato un libretto 4 datato dal 23 Marzo, ed
indirizzato al Cardinale Federico Borromeo, intorno al noto suo progetto. Nell’epilogo egli riserva
al suo secondo trattato di mostrare in disegno particolarmente la pianta di questa città. 3
Quindi sembra che già allora egli avesse fra mano o a sua disposizione le forme Bufaliniane.
Potrebbe anche essere che l’edizione della nostra pianta del 16 Novembre 1560 con le sue appendici
debba considerarsi come il secondo trattato promesso nel Marzo dello stesso anno.

Ma contro questa opinione sembra stare il fatto, che il Trevisi nelle lettere del Novembre 1560
parla, benché confusamente, di certi disegni o dimostrazioni grafiche inserite da lui nella pianta
Bufaliniana o aggiunte ad essa, allo scopo di rendere ancora più palese ai lettori il suo modo di

1 Su questo strano personaggio siamo discretamente
informati dal Beltrani, l. c., pp. 26-42.

2 La vedi qui sotto nell’appendice pp. 56-59.

3 Vi aggiunse dunque quattro lettere. La prima ai
Conservatori di Roma. Essa è datata dal 16 Novembre 1560.
La seconda è indirizzata al Cardinale Carlo Borromeo e
porta la stessa data. Queste due lettere si trovano in tutte
e tre le copie.

Due altre lettere sono nella sola copia del Museo Bri-
tannico stranamente appiccicate sul margine inferiore.
In questa copia sono incollate sotto le sei figure dei venti (le
solite teste di putti soffianti) cinque striscie di carta. Sulle
prime due striscie è stampata la terza lettera, sulle altre
tre alla sinistra la quarta, come mostra lo schema seguente:

Ad lec-
torem

Iulii III

Debeat I Ri-
immen- j trit.
sum

j to

la lettera
ai Conser-
vatori

2a lettera
al Card. C.
Borromeo

Favonivs

Occidens

Argestes

Svbve- i
speros ;

Aphri- Libo-
cvs notvs

Altanvs

3a lettera

3a lettera

4a lettera

4a lettera

4a lettera

A li lei-

Se tutte le

Al li virt-

Se a le hon.

Ritrovan-

tori

scientie

architetti

fatiche

dosi le cose

Queste precise notizie le debbo al mio erudito con-
fratello Herbert Thurston, S. I.

Il chiarissimo Prof. Hiilsen mise molto gentilmente
una esatta copia di queste due lettere a mia disposizione.
Quindi ho creduto opportuno di pubblicarle nell’Appen-
dice n. 3.

4 L’unica copia finora conosciuta si trova nella Biblio-
teca Angelica colla segnatura VV. 6. 5. Il libretto porta
il titolo : Fondamento del | edifitio nel quale si tratta |
con la Santità de Nfostro] Sfignor] Pio Papa IIII | sopra
la innondatione del Fiume. Dove se declara l’origine \ et
qualità delle acque celeste, terrestre e maritime e la \ loro
distantia. Con la qualità et origine de tutti i fonti | et fiumi
E la causa della salsessa del mare, \ e come si generano e
procedono tutte \ le innondationi del mondo. | Con un breue
discorso come se potriano recuperare tutti li vascelli che
affondati f ussero nelle Acque Maritime. \ Fondato con la
ragione delli quattro elementi. | Per l’honorabile Architetto
M. Antonio \ Triuiso della Città di Leccie.- F. 26v: In Roma
appresso Antonio Biado / Stampatore Camerale 1560.

Il libretto misura 226 x 159 mill. Dal suo primo foglio A
è numerato fino alla pagina 6 per pagine, nel resto sono
numerate le carte; l’ultima porta il numero 26. In parte
fu ristampato da B. Gasparoni, Arti e Lettere. Roma, 1865,
pp. 117 s.

5 Beltrani, l. c., p. 34.
 
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