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https://doi.org/10.11588/diglit.27076#0013
0 I A L O G O Ii.
Sopra la V{obiltà àell' Arte, e che cosa
è Pittura.
Sarpirì. He bnon vento vì ha quì portato, o mìo
1 Glaro, dopo tanto tempo, che non ho
^ avuto il vantaggio di riverirvi^
Claro. L’ afFetto, a voi ben noto, che vi ho professato, e
tuttavia vi profeffo sinctro , mi terrtbbe strrpre in trac-
cia dtlla degnissìma persona vostra, e se nol faccio, ho
rignardo unicamente alle gravi vcstre occupazioni, alle
quali non mi piace di recar oiua, o mcltstia, se non
se qualora il richiegga qua'che incontro di servirvi, o
la uecessìtà di pregarvi di alcun favore.
Sarpi. Gentilissimo arnico, sempre stato sìete di un diiica-
tiffiino tratto, usando con troppa economia de’ vostrì
veri Ainici. Ho però piaccre, che di presente voi ncn_J
ssate per risparmiarmì ; mtntre per quanto devesi inferire
dal vostro ragionare , a btlla pcsta l'arete a rr e venuto,
perchè io tni adcpri in qualche cosa di vostro strvx^
gio.
tla. Dacchè con st bella grazia mi prevenite, invano vi ne-
gherei tssermi qui trassicnto ptv usare dcl' vtstro saggio
constglio in un afiare di non licye mcmentoj e scccme
suppongo, che viva, t fcrìllante st corsuvi tmtora ccel-
la bucna corrispoi derza, e satr-ig'iarità, ché tra nri è
st nj re pasfata , ccsi ccr iutta ccifidtrza, stnz’ altriaf-
fettati preamtoli, permttttte, che io v’tspcnga il
dcsiderio.
Sarpì. Parlare pure con tutta frarchezza, e cìò esponeteg
che p'ù vi c a grado, n entre srctro, e jrontc «e avres».
tt il debole naio stntimtnto. SoiiO, corne iagtte, rrcr-
A 5 14
Sopra la V{obiltà àell' Arte, e che cosa
è Pittura.
Sarpirì. He bnon vento vì ha quì portato, o mìo
1 Glaro, dopo tanto tempo, che non ho
^ avuto il vantaggio di riverirvi^
Claro. L’ afFetto, a voi ben noto, che vi ho professato, e
tuttavia vi profeffo sinctro , mi terrtbbe strrpre in trac-
cia dtlla degnissìma persona vostra, e se nol faccio, ho
rignardo unicamente alle gravi vcstre occupazioni, alle
quali non mi piace di recar oiua, o mcltstia, se non
se qualora il richiegga qua'che incontro di servirvi, o
la uecessìtà di pregarvi di alcun favore.
Sarpi. Gentilissimo arnico, sempre stato sìete di un diiica-
tiffiino tratto, usando con troppa economia de’ vostrì
veri Ainici. Ho però piaccre, che di presente voi ncn_J
ssate per risparmiarmì ; mtntre per quanto devesi inferire
dal vostro ragionare , a btlla pcsta l'arete a rr e venuto,
perchè io tni adcpri in qualche cosa di vostro strvx^
gio.
tla. Dacchè con st bella grazia mi prevenite, invano vi ne-
gherei tssermi qui trassicnto ptv usare dcl' vtstro saggio
constglio in un afiare di non licye mcmentoj e scccme
suppongo, che viva, t fcrìllante st corsuvi tmtora ccel-
la bucna corrispoi derza, e satr-ig'iarità, ché tra nri è
st nj re pasfata , ccsi ccr iutta ccifidtrza, stnz’ altriaf-
fettati preamtoli, permttttte, che io v’tspcnga il
dcsiderio.
Sarpì. Parlare pure con tutta frarchezza, e cìò esponeteg
che p'ù vi c a grado, n entre srctro, e jrontc «e avres».
tt il debole naio stntimtnto. SoiiO, corne iagtte, rrcr-
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