425 mccccc,
Intrò li cai di X, e mandali fuora tulli, et eliam
li papalista, steteno podio. Jo mi partì’ di colegio.
DII capetanio zeneral eia mar, date in galla, a
Corfù, a dì 30 mazo, vechie. Come à ricevuto no-
stre teiere, mandi galle a Napoli di Romania, e li
provedi. Item, diavi le anime di Corfù inutele. Ri-
sponde, mandar il provedador Contarmi di l’arma-
da lì a Napoli con 4 galie, sier Anzolo Orio, sier Al-
vise da Canal, et et monopolitano, e li à dà ducati
100 cavatossi da li ochij, per non haver più un
soldo. Dimanda danari eie., et si provedi, amore
Dei. Et à fato apichar un terzo compagno fo preso,
di quelli venuti per brasar la nostra armada, e à
confessado haver ditto al turcho la malia condition
di ditta armala. Item, non è homeni su le galie ;
manda il numero di homeni. Item, reporli di Mo-
don e avisi di Coron, et por uno vien di la Valona,
ha esser in aqua galie XV, di le qual tre è varade,
et è venuti 1000 asapi, et è una caxa piena di bisco-
ti; et la galia nostra di Pago era sta posta a chare-
na, e li homeni mandati a la Porta.
Noto, el signor turcho prima fo a le Zeres, fè il
suo bayran, zoè la pasqua ; poi andò al Vardari ;
deimim a Salanochij, poi a la Vadia. Dem, asapi voi
dir homeni da remo ; et bilarbeì, bassa, subassì, flam-
bulo, sanzacho et cazuar, sono officij di dignità tra
Ihoro.
Da poi disnar, fu grani conseio. Fato podestà e
capetanio a Ruigo, sier Marco Antonio Loredam ; et
colegio si redusse.
Di sier Zuan Navaier, data in Cadore, dove è
capetanio. Di certo dazio era dii conte di Goricia,
noviler morto, vien a la Signoria nostra per caxom
dii feudo ; aspeta di zio risposta.
159 * Da Milan, fo leto una lettera di uno, scrive a
Vizénzo Guidato, data a dì 20. Come a dì X el
Cardinal Roani zonse a Sartirana ; fo menato missier
Francesco Bernardin Visconte e missier Guarniero
Guasco in Pranza. A dì 13, a Milan, fu fato crida,
nium francese digi villania a’ milanesi, ni trait, ni
debbi alozar in le caxe per forza ; e li soldati pagino
la roba : zoè il fasso dii fon soldi 8, il ster di biava
soldi 4, soto pena di la forcha. A dì 14 fu fato coman-
damento a li Boromei, debino dar i contrasegni di
Angicra e Arena. Li risposeno, non li haver, ma suo
fradello è lì, e debino andar lì, che li haverano. Et
il conte Filipone Boromeo, è fuora a’ piaceri con uno
secretarlo di monsignor di Quintini, castelan, per
non dar sospeto a’ francesi. A dì 17 fu fato un’altra
crida; et prima a di 15 fo mandato 14 cavalli, cargi
di artilarie, versso Como. Or la crida fu : che tutti,
giugno. 426
chi era sfati col Moro in Alemagna, si debino dar in
nota, aliter si procederà centra di Ihoro, come di
rebelli; e questo in termine di zorni 6. A dì 18,
fo el di dii corpo di Christo, alla precessici!, mon-
signor de Lixom portò il corpo di Christo in man,
con 100 alabardi, per dubito non fuzisse. Item, a dì
19 fu fato uno edito, le zente d’ arme si trovi versso
Como; et si dice, diman si fa dieta in Laburch, con
li electori di l’imperio e sguizari. Item, è stà trovà
letere intercepte, unde si serra il castello di Milan,
non vi entra alcuni italian, et si fa masenar a furia
500 moza di grano e altratanto di meio. Et a dì 19,
la note, intrò per il giardino 1000 normandi in ca-
stello, come si à inteso da li villani. A dì 20 da ma-
tina, ne intrò 200 publice, et si lavora i fossi atorno,
con assa’homeni; eliam dentro si lavora, et atcndi-
no a tirar danari ; chi dia dar ducati 6000, pagi
4000, li asolve dii resto ; et lire 12 milia di debitori
dii sai, a tempo dii signor Lodovico, se i pagi lire
1200, li voleno asolver dii debito. Item, francesi li
primi si parteno da Milan, unde danno da mormo-
rar a tulli.
In colegio fo aldito uno Benzom da Crema, zen-
thilomo nostro, dimanda certi lochi aquistati, fo de
li soi etc.
A dì 29 zugno. In colegio, in camera da basso,
fo il principe.
Di Cadore, di sier Zuam Navaier, conte. Avisa
di le cosse tedesche, non è preparation alcuna di
arme; imo si dice il re è a Yspurch, et è in bona
paxe con la Signoria nostra.
Di sier Domenego Beneto, capetanio di Brexa,
date a Villa Nuova. Come è zonto lì col conte di
Pitiano, con cavalli 100; il resto vien driedo. À
avisi di Mantoa, il signor fa fortifichar la terra, et a
Ilostia è 500 tedeschi. 11 conte di Melze è andato
in Eiemagna, con letere di salvo condii lo di rectori
di Verona, et questo per haver la taia dii fradello
fo preso a Forlì, eh’ è prexom di francesi per duca-
ti 4000. Item, verà di longo.
Da Roma, di l’orator, tre letere, 22, 23 et 24.
In la prima, coloquij abuti col papa, solici landò lazi
provision centra turchi ; li disse manderia la cru-
ciata in Hongaria, poi la decima, et expedirà le bol-
le. 11 datario à fato la minuta. Item, ricevute nostre
letere con la risposta fata a li soi oratori, fo poi da
soa santità. Zercha l’armada di Spagna, disse se man- 160
derà a dir, zonta la sia in Sicilia, a quel capetanio,
vadi a trovar il nostro capetanio zeneral a Corfù.
Et, quanto a la risposta fata di Pexaro, li piace ; et
di Faenza voi la Signoria nostra se interponi; et di
Intrò li cai di X, e mandali fuora tulli, et eliam
li papalista, steteno podio. Jo mi partì’ di colegio.
DII capetanio zeneral eia mar, date in galla, a
Corfù, a dì 30 mazo, vechie. Come à ricevuto no-
stre teiere, mandi galle a Napoli di Romania, e li
provedi. Item, diavi le anime di Corfù inutele. Ri-
sponde, mandar il provedador Contarmi di l’arma-
da lì a Napoli con 4 galie, sier Anzolo Orio, sier Al-
vise da Canal, et et monopolitano, e li à dà ducati
100 cavatossi da li ochij, per non haver più un
soldo. Dimanda danari eie., et si provedi, amore
Dei. Et à fato apichar un terzo compagno fo preso,
di quelli venuti per brasar la nostra armada, e à
confessado haver ditto al turcho la malia condition
di ditta armala. Item, non è homeni su le galie ;
manda il numero di homeni. Item, reporli di Mo-
don e avisi di Coron, et por uno vien di la Valona,
ha esser in aqua galie XV, di le qual tre è varade,
et è venuti 1000 asapi, et è una caxa piena di bisco-
ti; et la galia nostra di Pago era sta posta a chare-
na, e li homeni mandati a la Porta.
Noto, el signor turcho prima fo a le Zeres, fè il
suo bayran, zoè la pasqua ; poi andò al Vardari ;
deimim a Salanochij, poi a la Vadia. Dem, asapi voi
dir homeni da remo ; et bilarbeì, bassa, subassì, flam-
bulo, sanzacho et cazuar, sono officij di dignità tra
Ihoro.
Da poi disnar, fu grani conseio. Fato podestà e
capetanio a Ruigo, sier Marco Antonio Loredam ; et
colegio si redusse.
Di sier Zuan Navaier, data in Cadore, dove è
capetanio. Di certo dazio era dii conte di Goricia,
noviler morto, vien a la Signoria nostra per caxom
dii feudo ; aspeta di zio risposta.
159 * Da Milan, fo leto una lettera di uno, scrive a
Vizénzo Guidato, data a dì 20. Come a dì X el
Cardinal Roani zonse a Sartirana ; fo menato missier
Francesco Bernardin Visconte e missier Guarniero
Guasco in Pranza. A dì 13, a Milan, fu fato crida,
nium francese digi villania a’ milanesi, ni trait, ni
debbi alozar in le caxe per forza ; e li soldati pagino
la roba : zoè il fasso dii fon soldi 8, il ster di biava
soldi 4, soto pena di la forcha. A dì 14 fu fato coman-
damento a li Boromei, debino dar i contrasegni di
Angicra e Arena. Li risposeno, non li haver, ma suo
fradello è lì, e debino andar lì, che li haverano. Et
il conte Filipone Boromeo, è fuora a’ piaceri con uno
secretarlo di monsignor di Quintini, castelan, per
non dar sospeto a’ francesi. A dì 17 fu fato un’altra
crida; et prima a di 15 fo mandato 14 cavalli, cargi
di artilarie, versso Como. Or la crida fu : che tutti,
giugno. 426
chi era sfati col Moro in Alemagna, si debino dar in
nota, aliter si procederà centra di Ihoro, come di
rebelli; e questo in termine di zorni 6. A dì 18,
fo el di dii corpo di Christo, alla precessici!, mon-
signor de Lixom portò il corpo di Christo in man,
con 100 alabardi, per dubito non fuzisse. Item, a dì
19 fu fato uno edito, le zente d’ arme si trovi versso
Como; et si dice, diman si fa dieta in Laburch, con
li electori di l’imperio e sguizari. Item, è stà trovà
letere intercepte, unde si serra il castello di Milan,
non vi entra alcuni italian, et si fa masenar a furia
500 moza di grano e altratanto di meio. Et a dì 19,
la note, intrò per il giardino 1000 normandi in ca-
stello, come si à inteso da li villani. A dì 20 da ma-
tina, ne intrò 200 publice, et si lavora i fossi atorno,
con assa’homeni; eliam dentro si lavora, et atcndi-
no a tirar danari ; chi dia dar ducati 6000, pagi
4000, li asolve dii resto ; et lire 12 milia di debitori
dii sai, a tempo dii signor Lodovico, se i pagi lire
1200, li voleno asolver dii debito. Item, francesi li
primi si parteno da Milan, unde danno da mormo-
rar a tulli.
In colegio fo aldito uno Benzom da Crema, zen-
thilomo nostro, dimanda certi lochi aquistati, fo de
li soi etc.
A dì 29 zugno. In colegio, in camera da basso,
fo il principe.
Di Cadore, di sier Zuam Navaier, conte. Avisa
di le cosse tedesche, non è preparation alcuna di
arme; imo si dice il re è a Yspurch, et è in bona
paxe con la Signoria nostra.
Di sier Domenego Beneto, capetanio di Brexa,
date a Villa Nuova. Come è zonto lì col conte di
Pitiano, con cavalli 100; il resto vien driedo. À
avisi di Mantoa, il signor fa fortifichar la terra, et a
Ilostia è 500 tedeschi. 11 conte di Melze è andato
in Eiemagna, con letere di salvo condii lo di rectori
di Verona, et questo per haver la taia dii fradello
fo preso a Forlì, eh’ è prexom di francesi per duca-
ti 4000. Item, verà di longo.
Da Roma, di l’orator, tre letere, 22, 23 et 24.
In la prima, coloquij abuti col papa, solici landò lazi
provision centra turchi ; li disse manderia la cru-
ciata in Hongaria, poi la decima, et expedirà le bol-
le. 11 datario à fato la minuta. Item, ricevute nostre
letere con la risposta fata a li soi oratori, fo poi da
soa santità. Zercha l’armada di Spagna, disse se man- 160
derà a dir, zonta la sia in Sicilia, a quel capetanio,
vadi a trovar il nostro capetanio zeneral a Corfù.
Et, quanto a la risposta fata di Pexaro, li piace ; et
di Faenza voi la Signoria nostra se interponi; et di