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MCCCCC, GIUGNO.

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ra a’ nostri stipendi], por esser valente homo et ex- I
158* perimentato in assa’guerre. Item, ino terzo zorno
fo conduto lì el Cardinal Ascanio, vestito da Cardi-
nal, con capello rosso in testa, con uno episcopo
in sua compagnia, et 25 in 30 arzieri. Fu posto
in castello dove stete il Moro ; non sa dove sarà
posto ; et che esso orator parlò al re, zercha la ju-
stifichation si la Signoria nostra non rende al conte
di Chaiazo il castello. Disse il re : Non in’ incuro.
Item, il papa à scrito al re, non è pericolo dii turcho;
ma è bon, la Signoria nostra sia bassata. E il re dis-
se : E mal papa, extra dignitatem. Eliam, si ha que-
sto da Rodi.
Di Brexa, di rectori, di eri. Chome il conte di
Pitiano è contento tandem cavalchar ; si partirà do-
menega a dì 28, senza altro. Auto danari da Padoa,
lassa suo fiol, missier Lodovico e missier Mariano,
driedo, a condur il resto di le zente, et lui, sier Do-
menego Beneto, verà con lui, juxta i mandati.
Di Cataro, di la comunità, di 2. Si racomanda-
no se li provedi ; lauda sier Zuan Paulo Gradenigo,
Ihoro rector eie.
Di sier Jacomo Venier, capetanio di le galie gros-
se, date in Canal di Viscardo, a di 2. Non fo lete ;
0 da conto.
Da poi disnar, fo conscio di X, simplice.
A dì 28 zugno. In colegio non fu il principe.
Vene sier Domenego Dolfim, va capetanio al collo,
el messe banche. Dice à homeni... ; dimandò uno
armiraio e do compagni di stendardo etc.
Vene sier Hironimo Lippomano, fo dal banche,
dolendossi li è stà bollà il bancho; voria li 7000 du-
cati ; nihil factum.
Vene sier Piero Michiel, da San Pollo, cugnado
di sier Hironimo Donado, vicedomino a Ferara; volse
licentia per 15 zorni, per dito vicedomino, potesse
venir a Moncelese a veder sua madre eh’ è amalata.
Et cussi ozi fo messa a conseio, et fu presa.
Vene Hironimo Colla, fo canzelier di Rossi, con
sier Nicollò da dia’ da Pexaro, fo a Rovere. Disse
era stato da Rovere a Trento; à parla al conte Bor-
tolo Crivello ; li disse era stato tre zorni in una se-
poltura, ascoso a Bergamo, quando fuzite. Item, con
l’arziepiscopo di Barri, di caxa di Chastiom, e altri
millanesi, partono insieme, che si fa gran prepara- (
menti in Alemagna, dicendoli si vederà assa’ cosse
questo anno, et introno in trame di acordo il re di
romani con la Signoria contra il roy, et si conze-
ria le cosse dii turcho, sì che era venuto qui a
dir questo. Or, mandato fuori, fo consultato ; et ve-
dendo erano cosse di gran momento, li fo ordinato

tazesse sub poena, et non se impazi più. Et dato sa-
cramento per li cai di X a tutti di colegio, di lenir
secreto.
Da Rovere, di sier Mafio Michiel, podestà, di
26, drezata ai cai di X, per inadverlentia, tela. Avi-
sa di le cosse di sopra, e di la dieta, qual è compita,
e concluso tuor l’impresa di Milam ; si fa gran pre-
paramenti eie. Manda in nota una lista di quelli fon-
no a la dieta ; non vi fu il conte palatino et lo epi-
scopo Riverenze, et di li oratori francesi, ivi venu-
ti eie. Et iterwm, fo dato sacramento per li cai di X,
ut supra, a tutti.
Vene uno domino Cabrici Bosso, canzelier di
domino Lodovico di Gonzaga, eleclus mantuanus
marchio eie. La letera è data a Hostiam, di credenza.
Et poi presentò un’ altra data a Bozolo, di domino
Galeazo Sforza di San Severino, pur di credenza.
Dimandò do cosse: che ’l ditto domino Galeazo vo- 159
ria vegnir a star sul nostro, si a la Signoria era di
contento ; e l’altra non disse. Li fo risposto, si ve-
derla.
Da Curzola, di sier Alvise Balbi, conte, di 13.
Chome à spazà di armar la galla con gran dificultà,
li homeni sono andati pianzendo, et è andati di anni
60 in suso, licei si doglino, dicendo esser exenti.
Mancha su la galia homeni 20, et lui, conte, fa la de-
scritiom de li homeni remasti.
Da Spalalo, di sier Piero Trivixam, conte, di
12. Manda la mostra di stratioti di la compagnia
di missier Nicolò Bocbali. Item, per un’ altra, avisa
di uno è stà da Schander bassa preso, qual fo per
nome di sibinzani, e fo retenuto ; era lì quando li
fo portà la nova di la caplura di Lodovico ; et il
bassà rimase stramortito, e fè volto cativo, e subito
spazò a la Porta, et qui dice molte cosse ; et turchi
dubita di hongari, et va il signor col campo a Na-
poli di Romania, et altre particolarità.
Di sier Piero Marcello, provedador, date a Ci-
vidal d’ Austria. Ricomanda il capetanio di le fan-
tarie, e l’Alviano manda una letera di 23, abula
di Cao d’Istria, par habi per via di Veia, turchi 15
milia sono partiti di Bossina, passa su zafre, vien in
Frinì, linde lui provedad r à fato asaper a tutti ;
tamen non è vero.
In questa matina fono alditi li oratori di Sibini-
cho, et, me auctore, expedito quel di Arbe, per la
diferentia con il conte Anzolo di Frangipani; fo ri-
messa al conte.
Vene sier Cabrici Soranzo, va soracommito con
uno gripo fino a Corfù; volse alcuni homeni el il
cornilo; li fo fato comandamento vadi via.
 
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