72
Das Jüngste Gericht
Michel'Angelo mio, non parlo in gioco;
Questo che dipingete e un gran Giudizio,
Ma del giudizio voi n'avete poco.
Io non vi tasso intorno all'artifizio,
Ma parlo del costume, in cui mi pare,
Che il vostro gran saper si cangi in vizio.
Dovevi pur distinguere e pensare,
Che dipingevi in chiesa; in quanto a me
Sembra una stufa questo vostro altare.
Sapevi pur che il figlio di Noe,
Perche scoperse le vergogne al padre,
Tiro l'ira di Dio sovra di se:
E voi senza temer Cristo e la Madre
Fate che mostrin le vergogne aperte
Infin dei santi qui l'intiere squadre.
Dunque lä dove al ciel porgendo Offerte
Il sovrano Pastore i voti scioglie,
S'hanno a veder l'oscenitä scoperte?
Dove la terra, e il ciel lega e discioglie
Il Vicario di Dio, staranno esposte
E natiche, e cotali, e culi e coglie?
In udire il pittor queste proposte,
Divenuto di rabbia e rossor nero,
Non pote proferir le sue risposte:
Ne potendo di lui l'orgoglio altero
Sfogar il suo furor per altre bande,
Dipinse nell'inferno il cavaliero.
E pur era un error si brutto e grande,
Che Daniele dipoi fece da sarto
In quel Giudizio a lavorar mutande.
Männer wie Bottari und Mariette waren im XVIII. Jahrhundert
der gleichen Meinung, wie Salvator Rosa: auch für sie war das
Nackte ein „error brutto e grande".
Eine Wendung zu verständnissvollerer Betrachtung des Werkes,
die Wilhelm Heinse (1782 s. Ardinghello) und Goethe, bereits während
seines römischen Aufenthaltes, anstellten, trat erst im XIX. Jahr-
hundert ein. Man beginnt sich eingehender mit ihm zu beschäf-
tigen, so Duppa (A dissertation on the picture of the last jugdment
and a life of Raffaello. London 1801) und Alexander Lenoir
(Observations sur le genie de M. A. et son tableau representant le
Das Jüngste Gericht
Michel'Angelo mio, non parlo in gioco;
Questo che dipingete e un gran Giudizio,
Ma del giudizio voi n'avete poco.
Io non vi tasso intorno all'artifizio,
Ma parlo del costume, in cui mi pare,
Che il vostro gran saper si cangi in vizio.
Dovevi pur distinguere e pensare,
Che dipingevi in chiesa; in quanto a me
Sembra una stufa questo vostro altare.
Sapevi pur che il figlio di Noe,
Perche scoperse le vergogne al padre,
Tiro l'ira di Dio sovra di se:
E voi senza temer Cristo e la Madre
Fate che mostrin le vergogne aperte
Infin dei santi qui l'intiere squadre.
Dunque lä dove al ciel porgendo Offerte
Il sovrano Pastore i voti scioglie,
S'hanno a veder l'oscenitä scoperte?
Dove la terra, e il ciel lega e discioglie
Il Vicario di Dio, staranno esposte
E natiche, e cotali, e culi e coglie?
In udire il pittor queste proposte,
Divenuto di rabbia e rossor nero,
Non pote proferir le sue risposte:
Ne potendo di lui l'orgoglio altero
Sfogar il suo furor per altre bande,
Dipinse nell'inferno il cavaliero.
E pur era un error si brutto e grande,
Che Daniele dipoi fece da sarto
In quel Giudizio a lavorar mutande.
Männer wie Bottari und Mariette waren im XVIII. Jahrhundert
der gleichen Meinung, wie Salvator Rosa: auch für sie war das
Nackte ein „error brutto e grande".
Eine Wendung zu verständnissvollerer Betrachtung des Werkes,
die Wilhelm Heinse (1782 s. Ardinghello) und Goethe, bereits während
seines römischen Aufenthaltes, anstellten, trat erst im XIX. Jahr-
hundert ein. Man beginnt sich eingehender mit ihm zu beschäf-
tigen, so Duppa (A dissertation on the picture of the last jugdment
and a life of Raffaello. London 1801) und Alexander Lenoir
(Observations sur le genie de M. A. et son tableau representant le