CANTO.
incn sendendo , eh" era il foco spento J
Morto-Agramante, e iì Re MarGlio rotto.
Della temerità sua mal contento
Si riputò a mal termine condotto.
Or viene Alcina, e accretcegli tormento,
Che sa il rio spirto entrar in lui di botto.
Che notte e dì 1' affligge, crucia, ed auge,
E più, che sopra un (asfo, in letto il frange.
Cli par veder, che laici il Reno, e 1' Erra
Il popol già Trojano, e poi Sicambro,
Ed apra 1' Alpi, e seenda nella Terra ,
Che rigai! Po, l'Adda, 'ilTicino, e 1' Amhro:
Veder &' aspetta in caia sua la guerra,
E sua ruina più chiara, che un ambro;
Nè più certo rimedio al suo mal trova,
Che cantra Francia ogni vicin commova„
E come quel, che gran tesori uniti
Avea di esazioni e di rapine,
Ed avea i sacri argenti convertiti
In uso suo dalle cole divine ;
Con doni, e con proferte, e gran partiti
Collegò molte nazion vicine,
Come già il Conte di Pontier gli scrisfa
Prima che dalla corte si partisfe.
Tutta avea Gano quella tela ordita,
Che 1 Longobardo dovea teRer poi ^
E quella poi non era oltre seguita,
E Rii qui Rava ne' principj suoi.
Or la mente d' un Annoio ferita,
Peggior di quel, che caccia alini e buoi,
Conchiuse, e fece naseer , com' un fungo.
Quel, che più giorni avea menato m lungo.
Fé* in pochi dì, che Tassillone, eh era
Suo genero, e cugin del Duca Namo,
Tutta la Rirpe sua fuor di Baviera
Cacciò senza iaiciaryene un iol ramo.
incn sendendo , eh" era il foco spento J
Morto-Agramante, e iì Re MarGlio rotto.
Della temerità sua mal contento
Si riputò a mal termine condotto.
Or viene Alcina, e accretcegli tormento,
Che sa il rio spirto entrar in lui di botto.
Che notte e dì 1' affligge, crucia, ed auge,
E più, che sopra un (asfo, in letto il frange.
Cli par veder, che laici il Reno, e 1' Erra
Il popol già Trojano, e poi Sicambro,
Ed apra 1' Alpi, e seenda nella Terra ,
Che rigai! Po, l'Adda, 'ilTicino, e 1' Amhro:
Veder &' aspetta in caia sua la guerra,
E sua ruina più chiara, che un ambro;
Nè più certo rimedio al suo mal trova,
Che cantra Francia ogni vicin commova„
E come quel, che gran tesori uniti
Avea di esazioni e di rapine,
Ed avea i sacri argenti convertiti
In uso suo dalle cole divine ;
Con doni, e con proferte, e gran partiti
Collegò molte nazion vicine,
Come già il Conte di Pontier gli scrisfa
Prima che dalla corte si partisfe.
Tutta avea Gano quella tela ordita,
Che 1 Longobardo dovea teRer poi ^
E quella poi non era oltre seguita,
E Rii qui Rava ne' principj suoi.
Or la mente d' un Annoio ferita,
Peggior di quel, che caccia alini e buoi,
Conchiuse, e fece naseer , com' un fungo.
Quel, che più giorni avea menato m lungo.
Fé* in pochi dì, che Tassillone, eh era
Suo genero, e cugin del Duca Namo,
Tutta la Rirpe sua fuor di Baviera
Cacciò senza iaiciaryene un iol ramo.