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G I O Fv N A T A
da alcuna speranza atato , e più volte seco , di questo
amor non pctendo disciogliersi, deliberò di morire.
E pensando scco del modo prese per partito di vo-
lere questaj morte fare per cosa, per la quale ap-
parisie lui morire per l’ amore, che alla Reina avea
portato, e portova ; questa cosa propose di yoler, che ta
fosie che egli in essa tentrasie la suafortuna in potere o
tutto o parte avcr del suo deiìderio. Nè si fece a
voier dir parole alla Reina, o a voler per lettere far
sentire il suo amore, che sapeva, che invano o direbbe,
o scriver.ebbe, ma a voler provare se per ingegno conla
Reina giacer potesi'e. Nè altro ingegno nè via c’ era,
se non trovar modo, come egli in persona del Rc,
il quale sapen , che del continuo con lei non giacea,
potesie a lei pervenire, e nella sua camera entrare.
Perchè, acciocchè vedesie in che maniera, e in che
abito il Rc , quando a iei anda\ra, andasfe, piu vos-
te di notte in una gran sala del palagio del Re, Ia
quale in mezzo era tra la camera del Re equelladel-
Ja Reina, si nascose. E in tra s altre una notte vide
il R.e uscire deila sua camera inviluppato Jn un gran
mantello, e aver dals una mano un torchietto acce-
so, c dall’ altra una bacchetta, e andare alla camc-
ra della Reina , e senza dire alcuna cosa percuotere
una volta o due s uscio della camcra con quella bac-
chetta, e incontanente essèrgli aperto, e toltogli di
mano il torchietto. La qual cosaveduta, e simìlmen-
re vedutolo ritornare, pensò di cosi dover fare egli al.
tresì. E trovato modo d’ avere un mantello simile
a queilo , che al Re veduto avea, c un torchietto e
una mazzuola, e prima in una stusa lavatosi benej
accroc-
G I O Fv N A T A
da alcuna speranza atato , e più volte seco , di questo
amor non pctendo disciogliersi, deliberò di morire.
E pensando scco del modo prese per partito di vo-
lere questaj morte fare per cosa, per la quale ap-
parisie lui morire per l’ amore, che alla Reina avea
portato, e portova ; questa cosa propose di yoler, che ta
fosie che egli in essa tentrasie la suafortuna in potere o
tutto o parte avcr del suo deiìderio. Nè si fece a
voier dir parole alla Reina, o a voler per lettere far
sentire il suo amore, che sapeva, che invano o direbbe,
o scriver.ebbe, ma a voler provare se per ingegno conla
Reina giacer potesi'e. Nè altro ingegno nè via c’ era,
se non trovar modo, come egli in persona del Rc,
il quale sapen , che del continuo con lei non giacea,
potesie a lei pervenire, e nella sua camera entrare.
Perchè, acciocchè vedesie in che maniera, e in che
abito il Rc , quando a iei anda\ra, andasfe, piu vos-
te di notte in una gran sala del palagio del Re, Ia
quale in mezzo era tra la camera del Re equelladel-
Ja Reina, si nascose. E in tra s altre una notte vide
il R.e uscire deila sua camera inviluppato Jn un gran
mantello, e aver dals una mano un torchietto acce-
so, c dall’ altra una bacchetta, e andare alla camc-
ra della Reina , e senza dire alcuna cosa percuotere
una volta o due s uscio della camcra con quella bac-
chetta, e incontanente essèrgli aperto, e toltogli di
mano il torchietto. La qual cosaveduta, e simìlmen-
re vedutolo ritornare, pensò di cosi dover fare egli al.
tresì. E trovato modo d’ avere un mantello simile
a queilo , che al Re veduto avea, c un torchietto e
una mazzuola, e prima in una stusa lavatosi benej
accroc-