BASSIRILIEVI TAV. XXXIII.
63
pan
]J sin qui esposto è tutto evidente , né chiede più operosa interpretazione . "SS5-
1 • « 1 • 1 1 , . . „ * RITI
V'ha solo una particolarità che par meritare qualche ulterior rissessione. La vaccaEC0STUML
lattante è smunta e macilenta a segno , che non sembra essere stata a caso rap-
presentata qual' essa è . Forse questa abitudine del quadrupede è appunto la causa
della lustrazione : e là scultura sarà stata affissa alla parete di qualche tempio
o sacello agreste per inanimire i padroni e i guardiani degli armenti circonvicini
ad implorare e a sperare dalle superstiziose cerimonie di quel sacro luogo la sanità
o il rimedio pel lor bestiame. Ne questa è una semplice e nuda congettura,
quantunque ancor tale non andrebbe disgiunta da molta probabilità, ma una opi-
nione sondata ridi' autorità dell' antico poema sulle virtù, delle pietre. Quando
le madri della greggia sono scarse di latte > vuole il poeta che si purisichino ,
e che la sacra aspersione si saccia con un ramo d' ulivo , e col? acqua lustrale ,
nella quale siesi prima insusa della minuta polvere di galattitc (0). L'aspersione
d' una vacca lattante è appunto il tema del bassorilievo , ed il vitello sembra trar
l'alimento a gran sorza dalle poppe esauste della dimagrata, nudrice.
Tal difètto dell'animale ha dato luogo all'artesice di spiegarvi in ritrarlo
tutto il suo sapere , senza perciò dimenticare quella mollezza di tocco , eh' è
pregio sì prevenente della scultura . In quel corpo emaciato si contano i muscoli
e le giunture , ma sembrati , come nel vero, coperti dalla lor pelle . L'integrità
del monumento è perfetta.
( a ) Questa poesìa, che il solo titolo erroneo attribuisce ad Orseo,
è lavoro d' epoca incerta . Quando però fosse ancora , come pre-
tende il TyrWhitt, non anteriore al quinto secolo dell' Era Cri-
stiana , è certo che gli scrittori di quel tempo , i quali tentavano
imitare l'antichità nella lingua e negli argomenti delle lor poesìe,
cercavano ordinariamente di conservarne pur le opinioni. Ecco
intanto lo squarcio che ha relazione col nostro monumento , ed è
tratto dall'articolo risguardante la Galattite v. 199. e segg.
AAA01 <F KTKn^ctVTO yaKa^nfct (pe^Ti^sv uvoj
\LmMmm 7riTpM, è-di to< Tpi-\uvri yct\ax,roq
EKTgopjs» AsvttOio TraveowÀos ìvJo&iv J%wp '
n«pa si Tot Kttj tkcTé 7rcLpi<rtrtTOj cum &ityr&ct '
Ou&cltu. yap sjutiXccv òn m jw.iyic&ovTot ifticy ,
lift»? ep£«s 5 <P'*-6 tìmm ; iirm inauri nanri,
Ov$ 7r0rt ■d'npa. wiAcopov vTrSK'srpoQuyeiV tKSTfveq $
Toitri "3<ra,poi<?cuìig rer^noiri • oì es' m <ry\Ka>
hu,<$t <Tt AiTTTotXioi yoeoav ^rs»i/A,UKnerovTOf .
Tcov s&iv ctKny(i[A,iv»s «■stìtsAAso (AtiTsgxs easy
A««v 7rnyctcov kv»vo-)(ìtìcùì ( 1. x,va,vox&cov ) & eTivisin *
^rricras e^' weAja Kctnvayriov avrsAAerras
'kyylseiv [&iV 7TÙCCT0V i7roixopivo$ srepi <5ra.<ra,q ,
'AAm-mv s iV x>P*ityi si koj aAtpiT* AiixrToc, At&oia
XsuatMvos , erta, 7toùv Kaus euycoy s?j(i òpiAov,
'Pcuvoov Kcto7re^opa> Xa.<riov jestTct vcótov ixag-ng
0aAÀ&> " tou\ cT1 ct^a, 7ra<rcti ictivopìvobi srept <tìikvs
jiPa,7riYYi<; \mto> tìmo. <$iòiyKaytsq liKt^fairi '
OÌ cT ap V7TQ [tctfyis'i K9pitr<rct[MVoi yahx&nvci
2»(PT«'&/*wi' efcavTis ava^yyitroYT a.ytpoi>yoi .
Questa pietra nomar Lattea, o Galattide,
Ad altri il miglior parve ; poiché succo ,
Qualor la pesti, gih ne scorre a bianco
Latte sembiante : e n' avrai prove conte »
Se del gregge vedrai le poppe sceme,
Se quel capretto , che salvar tuoi voti
Dalle sauci del lupo , a te cV intorno
Vedrai languire , e gli stallaggi smunto
Assordar di belato lamentoso ;
Tu attor ne-3 sonti dalle brune sponde
Fa le squallide madri immerger tutte ;
Quindi schierate in saccia al Sol che nasce
In pria le purga castamente, e in giro
Compi devoto sovra tutte il rito.
Poi nella tazza le salse acque , e della
Pietra infuse le tenui sarine ,
IJ infermo gregge sul villoso dorso
Con ramo aspergi di felice ulivo ;
E tornar liete e colle piene poppe
All' ovil le vedrai ; tornar vivaci
Sotto le pojipe i lor lattanti allievi 9
E per la gioja saltellar sul campo •
Il Greco scrittore chiama qui -&«AAae Ktt^sro^t^tv ramo d* ulivo'srut-
tisero , quello che Virgilio in altra specie di lustrazione ha detto
rarnum felicis olivae[Aen.\i. v.230.] . ET noto che la voce &a.AAog
atta da per se stessa a denotare qualunque ramoscello non secco, era
da'Greci e specialmente dagli Attici propriamente usata a signisicare
quel dell' olivo . Indi s-tyavog -&aAA« vale corona d' olivo . E riarse
^py<r«s -3-aAAa } ovvero nQavoq •SaAAs p^uo-aj corona d' oro satta a so-
glie d' ulivo , srase srequente nelle citate Iscrizioni Ateniesi del
Sig, Chandler part.il. n. IV. lin.34. 35. 36. 38. , e n.v. lin.33. 34»
benché P editore non l'abbia letta a dovere , rendendola a caratteri
minuscoli) s-«<P«ses ■&aAAo^y(rej ? O s-f$»Yos Xsv<r°S «AAaa pag.17. 18. 20.
Tom. P.
o.
TAVO-
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pan
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V'ha solo una particolarità che par meritare qualche ulterior rissessione. La vaccaEC0STUML
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della lustrazione : e là scultura sarà stata affissa alla parete di qualche tempio
o sacello agreste per inanimire i padroni e i guardiani degli armenti circonvicini
ad implorare e a sperare dalle superstiziose cerimonie di quel sacro luogo la sanità
o il rimedio pel lor bestiame. Ne questa è una semplice e nuda congettura,
quantunque ancor tale non andrebbe disgiunta da molta probabilità, ma una opi-
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le madri della greggia sono scarse di latte > vuole il poeta che si purisichino ,
e che la sacra aspersione si saccia con un ramo d' ulivo , e col? acqua lustrale ,
nella quale siesi prima insusa della minuta polvere di galattitc (0). L'aspersione
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Tal difètto dell'animale ha dato luogo all'artesice di spiegarvi in ritrarlo
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e le giunture , ma sembrati , come nel vero, coperti dalla lor pelle . L'integrità
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( a ) Questa poesìa, che il solo titolo erroneo attribuisce ad Orseo,
è lavoro d' epoca incerta . Quando però fosse ancora , come pre-
tende il TyrWhitt, non anteriore al quinto secolo dell' Era Cri-
stiana , è certo che gli scrittori di quel tempo , i quali tentavano
imitare l'antichità nella lingua e negli argomenti delle lor poesìe,
cercavano ordinariamente di conservarne pur le opinioni. Ecco
intanto lo squarcio che ha relazione col nostro monumento , ed è
tratto dall'articolo risguardante la Galattite v. 199. e segg.
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Il Greco scrittore chiama qui -&«AAae Ktt^sro^t^tv ramo d* ulivo'srut-
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