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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 1,1): Testo — Rom, 1929

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https://doi.org/10.11588/diglit.1341#0020
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Capo I.

tsegnamento della dottrina cristiana

mento solenne: il neofito, uscito dalla vasca battesimale,
veniva ricoperto di vesti candide, che simboleggiavano lo
stato puro dell'anima, mondata da ogni macchia'. Allora,
dopo la confirmazionc, la consigliatici, gli era per la prima
volta permesso di assistere, coi fedeli, alla oblatio, ossia
al sacrifizio eucarìstico e di accostarsi alla « mensa del
Signore ». Tutto ciò doveva restargli indimenticabile. Il rice-
vimento nella Chiesa era senza dubbio uno degli avveni-
menti più importanti nella vita d'un cristiano.

Si capisce che l'insegnamento coronato da un atto così
solenne, non potè essere trascurato dalla scultura funeraria,
tanto più che nell'arte profana esisteva una scena che gli
artisti cristiani potevano facilmente mettere a profitto nel
componimento della catechesi, voglio dire la scena per solito
chiamata di « recitazione ». Nelle rappresentazioni dì questa
scena vediamo un personaggio seduto, con un volume aperto
che tiene con ambedue le mani; presso o attorno a lui stanno
uditori dei due sessi, in attitudine di chi ascolta. Ma il
personaggio principale, quello col rotolo aperto, non può
essere preso per uno che «recita», poiché ha entrambe le
mani occupate, mentre chi recitava un'opera, o sua o d'altri,
muoveva la mano in gesti appropriati alla circostanza .
Dunque l'espressione: « scena di recitazione » è inesatta.

11 gesto di tenere con ambedue le mani il volume
aperto è invece preso dalla scuola dei grammatici i quali
praekgebant, cioè spiegavano un testo classico di cui davano
prima la lettura. Questo ufficio era importantissimo. Del
grammatico dice Apuleio che « doctrina instruit », per di-
stinguerlo dal « primus magister », ossia « litterator » che,
insegnando a leggere e scrivere, > rudimento eximit »3.
D'un tale maestro elementare, seppellito a S. Callisto, si è
trovata l'iscrizione: IANVARIA COIVGI BENEMERENTI
GORGONIO ; MAG1STRO PRIMO. Fra le due ultime parole
è inciso un volume chiuso, come segno distintivo del primus
magister*. Riportiamo ancora il noto passo in cui s. Agostino
afferma espressamente che i grammatici insegnavano: « Ada-
maveram (litteras) latinas, non quas primi magistri, sed quas
docent qui grammatici vocantur; nam illas primas, ubi legere
et scribere et numerare discitur, non minus onerosas poe-
nalesque habebam, quam omnes graecas»5.

Svetonio ci fa conoscere il nome del grammaticus che
per primo introdusse quel modo di insegnare: « Q. Caecilius
Epirota... primus dicitur Latine ex tempore disputasse pri-
musque Vergilium et alios poetas novos praelegere coepisse »6.
Quintiliano poi specifica più dettagliatamente l'ufficio del
grammatico, ossia la praelectìo, come egli la chiama: « Gram-
maticua quoque si de loquendi ratione disserat, si quae-
stiones explicet, historias exponat, poemata enarret, tot illa
discent, quot audient » '. Queste parole si possono appli-

care, mutatis mutandis, anche all'insegnamento cristiano,
rimpiazzando « Vergilium et alios poetas novos » col sacro
volume delle divine Scritture. Un tale dottore sembra
essere stato quel Deuterio chiamato dottore e interprete dei
projeti: PRISCORVM INTERPRES VATVM DOCTORQh«,
nel suo epitafio rinvenuto nel primo piano del cimitero di
S. Callisto, dove ebbe sepoltura: PLACIDA SECVRVS PACE
QVIESCIT s.

E pertanto lecito di affermare che il gesto in parola è
proprio di colui che spiega, che insegna. Essendo poi il testo
preletto la cosa principale, la base di tutta la lezione, si
comprende perchè il gesto di tenere il volume aperto con
ambe le mani divenne il segno distintivo del dottore, come
il volume chiuso lo era del maestro elementare.

Questo risultato è decisivo per una serie di sculture in
sostanza identiche con le profane, in quanto che rappresen-
tano un personaggio seduto col rotolo aperto fra uditori
che lo ascoltano. Essendo il soggetto preso dalla vita reale,
anche la forma ne è più o meno uguale. Nell'illustrarle, ci
occuperemo in primo luogo dì quelle che rappresentano il
dottore nell'atto di praelegere, che sono più antiche e più
numerose, poi di quelle poche che lo rappresentano nell'atto
di spiegare, col gesto oratorio, il testo letto.

§ I. - Rappresentazioni del dottore
nell'atto di praelegere.

i. - Sarcofago della via Salaria.

Apriamo la serie col sarcofago più antico, quello della
via Salaria (tav. I, i). Ha la forma di vasca. Nell'angolo
sinistro siede su una seggiola con gambe a forma di leone,
senza spalliera e ornata di frangie, un filosofo anziano con
barba e capelli crespi, vestito del solo pallio; egli teneva con
ambe le mani, in parte distrutte e supplite, un rotolo aperto,
pure molto danneggiato, faceva quindi il gesto di insegnare''.
Lo circondano due filosofi con barba e capelli parimenti
crespi; scolari senza dubbio, perchè ritti in piedi. Essendo
in iscuola, dunque in un ambiente chiuso, ambedue, al pari
del loro maestro, hanno deposto i sandali, a meno che, da
filosofi, siano addirittura scalzi. Dietro quello a sinistra emerge
dal fondo un orologio solare, finora da nessuno osservato,
quantunque ben visibile e non privo di interesse. Esso non
può mancare in una scuola. Per citare alcuni esempi dell'arte
profana, lo vediamo sul sarcofago 424 del Museo Torlonia,
dove un giovane dottore siede fra sei filosofi e otto muse,
tutte nel fondo; sul mosaico rappresentante ['«Accademia
di Platone » nel Museo di NapoliI0, e sul noto bassorilievo

1 Per un molivi analogo le vergini vestali portavaiui aiuti bianchi.

' Cari, Siiti,, Die (Jehiirttrn ili » (irirrhrn inni Kiimer, Leipzig 1890, 210.

1 APPULEIUS, Florida, 20, 3 (Valelte, Paris 1924, p, 170): a Prima deterrà
litteratoris rudimento eximit, secu.ni.la grammatici doctrina instruit».

1 De Rossi, Roma sotterranea, II, taw. XLIV-XLV, 43, p. 310. PRIMO
venne aggiunto da altra mano. L'iscrizione t de! secolo hi.

1 Co,,/., ., i3.

■ De gramm., 16.

' Insiti, or., 1, 2, 14 seg.: Meister, 14. Cfr, 1, 8, 13; 44.

' De Rossi, Roma soft.. Ili, taw. XXVIII-XXIX, 32 e 320, p. 381.

" Il restauratore omise la voluta destra del rotolo (Marlci'HI, / monu-
menti del Museo cristiano Pio-Lateraneme, Milano [910, tav. XXXI, 3),
venne aggiunta sulla nostra (avola.

10 Fotografia Sommer: 10329.
 
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