Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 1,1): Testo — Rom, 1929

DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.1341#0043
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
§ I. - Monumenti certi della catechesi dì s. Filippo

ascriverla alla prima metà del secolo ni. In tale datazione ci
conferma la fronte del sarcofago capitolino' colla catechesi e
la risurrezione di Lazzaro {tasi. ///, 4), che per lo stile offre
una tale affinità colla nostra scultura, da auto ri/.za rei di ascri-
vere ambedue alla stessa officina, se non allo stesso artista.
Sembra che la scena della mendicante abbia incontrato
fortuna. Un residuo di essa ci viene offerto da un frammento
inedito (tav. XXII, 2) '; vi si vede parte della casa con una
loggetta, dalla quale s'affaccia una donna tenendo nelle mani
una specie di saccoccia, piena forse di viveri, che ella porge
alla povera vecchia, in tutto identica alla nostra. La parte
superiore della donna è distrutta, ma facile a ricostruirsi. La
vecchia ha la testa rivolta e la destra stesa in su, verso il dono
della benefattrice; nella sinistra tiene un oggetto informe,
forse un pezzo di pane. È probabilissimo che la scena facesse
parte d'una catechesi, perché la sua presenza trova così la
spiegazione più spontanea. Più tardi vedremo affacciarsi da
una loggia simile una figura tipica del gineceo, che porta
parimente un pannolino in testa (tav. XXIV, 1).

2. - Due frammenti della metà destra
d'un coperchio di sarcofago nel cimitero di Pretestato.

D'un coperchio dì sarcofago, in cui la catechesi si svol-
geva, come sul primo, da destra a sinistra, gli ultimi scavi nel
cimitero di Pretestato hanno restituito due pezzi notevoli coi
personaggi principali della scena, il ministro e Filippo, ambe-
due senza testa e seduti sul carro, con un cocchiere giovane e
i due cavalli, colFedifizio merlato accanto all'orologio solare
e parte d'un pedisequus che seguiva il carro (tav. XXI, 1).

Lo stile della scultura rivela un artista inferiore a quello
della catechesi più antica. Vi è inoltre diversità in alcuni par-
ticolari. Filippo porta gli abiti sacri, cioè sandali, tunica e pal-
lio, non la penula. Ma l'attitudine è la stessa; rivolto verso
il ministro, egli stringe con la sinistra un volume chiuso e
parla con la destra. Il ministro veste una tunica corta con
maniche e una penula rigettata sul dorso. Mentre sulla prima
scultura le sue mani sono vuote, come se avesse passato il
volume a Filippo, qui egli ne tiene uno chiuso nella sinistra.
Il gesto della destra è assai singolare e finora unico ìn tutta
la serie: egli afferra la spalla del diacono, evidentemente per
interromperlo e dirgli qualche cosa di premura. Ciò non può
essere, ci sembra, se non la domanda, fatta alla vista del-
l'acqua: «Ecce aqua, quid prohibet me baptizari?», domanda
che, secondo l'artista, dovrebbe ripetere ciascun catecumeno
alla fine dell'insegnamento della dottrina cristiana.

Il carro è un vero carro da viaggio, munito, dietro, di
spuntoni contro gli importuni e provvisto d'una cassetta
chiusa a chiave, visibile fra le ruote. Del pedisequus non
rimangono che parte del volto, il braccio e la mano destra
col canestro. Fra il cocchiere e Filippo s'inalza una colonna,
e al disopra, forse, l'orologio solare. Dietro il cocchiere e i
cavalli sta l'edifizio rotondo coronato di merli, questa volta
in numero di cinque.

' Il frammento passò dalla Collezione Wollmann j! Museo delle Cata-
combe di Valkenburg.

Per completare le parti mancanti, ci siamo serviti della
catechesi più antica, essendo naturale che con la direzione
insolita della corsa l'artista abbia imitato anche il resto della
scena. Con tutto ciò diamo la ricostruzione di questa parte
secondaria con molta riserva, perche la lacuna potrebbe col-
marsi in una maniera più semplice e simile alle rappresenta-
zioni della catechesi in senso inverso, delle quali abbiamo ora
da trattare (in secolo).

3-4. - Frammenti di coperchi di sarcofagi
nel Museo lateranense.

Eccettuate le due scene descritte, nelle altre il viaggio si
svolge nella direzione da sinistra a destra. L'esemplare più
interessante è quello che, con uno più piccolo, era murato fra
le sculture pagane del Museo Chiaramonti e che su mia
domanda furono trasportati al Museo sacro del Laterano
(57x40)- Esso ci fu trasmesso in uno stato d'integrità per-
fetta; perfino i nasi sono gli antichi (tav. XXI, 2).

Volendo rendere le teste dei suoi personaggi più espres-
sive, l'artista, secondo un uso antico, diede loro una grandezza
sproporzionata. Noi gli perdoniamo questa imperfezione,
trovando in quelle teste due superbi tipi di cui ci serviremo
volentieri per completare figure acefale. Filippo, vestito di
tunica lunga e del pallio che inviluppa il braccio destro, parla
con entusiasmo, come ispirato, stringendo nella sinistra il vo-
lume chiuso che tocca con le dita stese della destra, e questa
è conformata al gesto oratorio. Il ministro, in lunga tunica e
clamide affibbiata con una fibula rotonda, è un vero tipo dì
alto dignitario, che non ha niente dì comune col volto deli-
cato dì un eunuco. Appoggiato sulla destra e con la sinistra
presso l'orlo del manto, egli ascolta attentamente e con grande
serietà, gli occhi semichiusi per non lasciarsi distrarre dalla
vista degli oggetti circostanti: si può vedere che la persua-
sione l'ha già invaso e che la domanda dì essere battezzato
è imminente. Il cocchiere, in tunica senza maniche, dura
fatica a tenere in freno i due cavalli spaventati dali'abbaia-
mento del cane che insegue il cursore; ma questo non ha
niente da temere, armato come è d'un buon bastone.

Nel fondo s'inalza l'edifizio coi tre merli e appresso una
parte meschina d'un altro edifizio, la cui forma è per me
enigmatica; perciò l'ho lasciato incompleto.

Lo stile della scultura è un po' duro e sommario, si direbbe
quasi impressionistico. L'artista si preoccupò anzitutto di dare
ai suoi personaggi principali l'espressione voluta dal momento
dell'azione rappresentata, e in ciò egli ebbe, come vedemmo,
un pieno successo. Siccome anche gli abiti sono quelli più
propri, l'intepretazione della scena non ammette alcun dubbio.
Avendo riguardo ai pregi della scultura, possiamo ascriverla
alla seconda metà incirca del secolo in, malgrado il difetto
da noi notato.

Il frammento più piccolo (29 x 33) rivela un artista più
gentile, che curò il suo lavoro fino ai minimi particolari
(tav. XXI, 3). Perciò è un gran peccato che nessuna testa si
sia salvata; erano probabilmente molto belle. Il momento del-
l'azione è assai bene precisato, il che c'indusse anzitutto a
 
Annotationen