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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 1,1): Testo — Rom, 1929

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https://doi.org/10.11588/diglit.1341#0075
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Cristo dottore

di praelegere. A parte il sarcofago illustrato sopra (p. 55 seg.)
sono due frammenti, l'uno del Museo di Aìx, l'altro del Museo
del Camposanto teutonico. Quest'ultimo è pregevolissimo
(tav. XXVII, .?); rappresenta un giovane in abiti sacri, seduto
su uno scoglio e con un volume spiegato nelle mani. Il gio-
vane ha pertanto grande somiglianza col dottore sul sarcofago
di Velletri (tav. IV, 3). Però' sul frammento non si tratta
d'un dottore ecclesiastico, bensì di Nostro Signore, come
dichiara il monogramma costantiniano inciso al di sopra
delia testa del giovane docente '.

A destra del Cristo si scorgono i torsi di due donne e
d'un togato. Questo stringeva nella mano sinistra un volume
chiuso, e colla destra sollevava la toga che nell'ultimo giro,
venendo dal dorso, sale, in una curva elegante, sull'avam-
braccio sinistro. Nelle donne nulla appare delle braccia,
segno che avevano le mani alzate nel gesto di preghiera.
L'ima era a capo scoperto, l'altra velata, come appare dal velo
visibile nel fondo. Il torso di un paenulatus a sinistra del
Signore ha pure la mano destra abbassata, ma inerte, e nella
sinistra, portata sul davanti, un volume arrotolato. Nella
parte mancante, a sinistra, stavano forse altri due personaggi,
essendo probabile che l'immagine del Cristo stesse nel mezzo
della fronte del sarcofago. Quelli che sono rimasti rappre-
sentano dunque due defunte accolte nella felicità eterna e
due uomini che erano ancora in vita, tutti imbevuti della
legge cristiana, tutti fideles, come indica la figura di Nostro
Signore docente.

In tal guisa Cristo sta soltanto in relazione indiretta, per
mezzo della sua dottrina, coi personaggi che lo circondano.
Questa è la ragione per cui l'artista l'ha incorniciato; sembra
anzi addirittura un quadro staccato dalla parete e posto in
mezzo ai suoi fedeli, ai cultores Verbi, per dirla colle parole
della famosa iscrizione di Cherchel.

E la terza volta che si presenta ai nostri occhi un quadro
del Cristo nel senso proprio della paroia, un quadro come
ne possedevano i primi cristiani nelle loro case. L'artista
dette al Signore la roccia come sedia, per indicare la fer-
mezza, la stabilità e la perennità della Legge cristiana:
«verba mea non praeterìbunt '".

Il frammento del Museo di Aix, ancora inedito, proviene
da un sarcofago a cinque scompartimenti. Nel campo ango-
lare destro siede Nostro Signore su di una seggiola pieghe-
vole a spalliera in forma di delfino; egli è barbato, ha capelli
lunghi e tiene con ambedue le mani il volume spiegato. Que-
sto si riconosce soltanto dai contorni, essendo la scultura in
gran parte consunta (tav. XXVII, 4).

Nel campo di mezzo si vede un'ala e lo svolazzo della
clamide d'un putto che sorreggeva la cartella dell'iscrizione
o la tenda del ritratto d'un defunto. Il resto della fronte è
distrutto. Ciò che vi fosse stato nel campo angolare a sinistra
non si può indovinare con qualche probabilità; potrebbe
esservi stato, p. e., un apostolo, ovvero una figura d'orante.

1 Abbiamo un caso simile sulla lastra scoperta nei miei scavi ai Ss. Marco
e Marcelliano e rappresentante il defunto Ttodulo dinanzi al tribunale de]
divin giudice, riconoscibile, questo, dal monogramma del suo nome (j-) inciso
al disopra della testa, e dalle parole AeCFlOTHC HM(l)N, Nostro Signore,

Abbiamo dunque due o tre monumenti della scultura
funeraria che mostrano Cristo col volume spiegato e tenuto
con ambedue le mani. In tale attitudine ce Io presenta il
vangelo una sola volta.

Il fatto accadde a Nazaret, nella sinagoga, dove, secondo
l'abitudine, egli entrò il giorno di sabato e chiese il libro,
ossia il volume, per leggere in pubblico. « Et traditus est
1II1 liber Isaiae prophetae. Et ubi revolvit librum, invenit
locum ubi scriptum erat; Spiritus Domini super me: propter
quod unxit me, evangelizarc pauperibus misit me, sanare
contritos corde. Et quum plicuisset librum, reddidit ministro
et sedit, et omnium in synagoga oculi erant intendentes in
eum "3.

Le nostre sculture illustrano molto bene il passo, presen-
tando Nostro Signore nell'atto di leggere: egli prese dunque
nella destra il volume offertogli, s'intende, chiuso; con la
sinistra lo aprì, « revolvit librum ", facendo un convoluto,
e dopo aver letto il passo, ripiegò con la destra il volume allo
stato pristino, « plicuit librum », lo chiuse, e lo restituì al
ministro della sinagoga. Gli artisti evitarono di rappresen-
tarlo con questo gesto, forse perchè era, per così dire,
troppo accademico.

Chiudiamo questo capitolo con alcune osservazioni rias-
suntive sulle sculture rappresentanti Nostro Signore ed
eseguite ad imitazione delle immagini propriamente dette,
che i fedeli avevano nelle loro abitazioni. Sono cinque, due
romane, tre galliche. Una sola volta Cristo è certamente
barbato, una imberbe. Qualunque sia ia forma, busto o figura
intiera, egli è sempre effigiato come dottore, nei casi in cui
è possibile il controllo. Dominus legem dal potrebbe dunque
scriversi sotto queste immagini. La cornice ha una volta
la forma d'una corona d'alloro, tre quella d'un tondo; una
volta è quadrangolare. Tranne l'ultima, le altre sono sorrette
da angeli, alati o senz'ali. Così esse si distinguevano da
quelle di semplici fedeli, sorrette da Vittorie od Amo-
rini. Sulla scultura da noi ricostruita (tav. XLIII, 4) gli
angeli fanno uso delle loro ali e volano. Questa rappresen-
tazione è d'una importanza particolare, perchè ci fa vedere
come si è formata, nell'arte medievale, la scena dell'Ascen-
sione di Cristo, tanto frequente e quasi sempre uguale
dappertutto.

Le immagini copiate dagli scultori saranno state di prefe-
renza dipinte su tela a fondo preparato ed applicata sopra
una tavola di legno, come il più antico esempio di tale imma-
gine che ci sia conservata, .quella del Sancta Sanctorum, ese-
guita a Roma circa il 500 {su tela ed una tavola di legno di
noce). Nostro Signore aveva ivi il nome [emma]-nvel, scritto
ai due Iati della testa; egli era, sì noti bene, rappresentato in
attitudine di insegnare, come sulle nostre immagini. Avendo
servito da tempi immemorabili per processioni, dovette
subire parecchi restauri, anche radicali. Oggi ne rimane

limati, p. 434;

Mosailien unii Maltratti, p. 1
' Matto., 24, 35.
5 Lue, 4, 18 segg.
 
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