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§].-// Buon Pastore con la pecora sulle spalle e l'orante

bra essere applicato ad un superstite, a meno che non si
tratti d'un monumento acquistato bello e fatto: è la metà
sinistra del coperchio lateranense 230, con l'iscrizione in
cui il marito prega per la sua moglie defunta, Eugenia,
la quale morì il giorno due del mese AtnVtos ', in età di
anni 57, e visse col marito Virginio anni 41, lasciando
quattro figli e nove nipoti.'A sinistra si vede, non «un
fanciullo in tunica », come dice il Garruccì2, ma un adulto
in tunica manicata e penula, e, accanto, una matrona col
rotolo nella sinistra e facente il gesto oratorio; nel caso
nostro marito e moglie (tav. LX, 3).

Su sette sculture con la catechesi, che, essendo intiero,
ammettono il controlio, quattro volte la pecora è portata
dal Buon Pastore, e tre da Pietro pastore. Essa significa,
ripetiamolo, ÌI pagano convertito dal catechista e battezzato,
l'«ovis primae paenitentiae », per usare le parole di Ter-
tulliano !. Questo significato prevale in maniera da poter
applicarsi di regola, mentre l'altro, quello della « ovis
secundae paenitentiae », forma quasi una eccezione, ed è
sempre chiaramente espresso.

Conforme all'epoca — seconda metà del secolo 11 e prima
metà del in — il pastore è sempre del tipo antico, quanto
all'abito e attitudine; le braccae sul sarcofago di S. Maria
antica sono un unicum in tutta la serie. Altra particolarità
di queste prime rappresentazioni consiste nel numero rela-
tivamente grande delle pecore, per dare allo spettatore l'idea
del gregge; sul sarcofago della Salaria appariscono perfino
due capanne pastorizie. E il gregge si compone sul principio
di sole pecore; è di nuovo il sarcofago di S. Maria antica su
cui apparisce per la prima volta una capra. Per motivo pura-
mente artistico le pecore, come si notò, hanno di prefe-
renza le corna, specie quella portata dal Buon Pastore, la
quale è quasi sempre un ariete. Spesso si vedono alberi,
di solito indizio dell'aperta campagna.

Introdotto nella scultura dalla catechesi, il gruppo del
Buon Pastore accompagnato dalla figura orante divenne
presto, per cosi dire, autonomo ed acquistò una grande diffu-
sione. Non contando le rappresentazioni di Pietro pastore,
il Garruccì ne dà sei esempi, tutti di provenienza diversa ';
noi ne aggiungiamo altri tredici sicuri e due quasi sicuri,
anch'essi di luoghi diversissimib, salvo tre del cimitero di
S. Callisto. Uno di Gerona è identico ad uno dì Pisa.

1. - Sarcofago del Kaiser-Friedrich-Museum
di Berlino.

Sul sarcofago dì Berlino {tav. LIV, 3), uno dei più inte-
ressanti h, il Buon Pastore e l'orante inquadrano il gregge,
e questo, a sua volta, Giona che dorme sotto la cucurbita.

Fig. 38.

Il gregge poi contiene, oltre le pecore, anche un bue ed una
capra, come sui monumenti pagani illustrati dianzi (p.64 segg.),
per dare l'idea d'un gregge completo della campagna. Un
giovane pastore, appoggiato a un bastone e con le gambe incro-
ciate, lo sorveglia, mentre un vecchio, seduto - il padrone -
col pedo nella sinistra, dà un boccone al cane, che, per
mostrar contentezza, alza una delle zampe di davanti.
Quattro alberi comple-
tano la graziosa decora-
zione che anche oggi,
malgrado il cattivo stato,
colpisce gradevolmente
l'occhio, per la sua
disposizione simmetrica.
Il sarcofago appartiene
senza dubbio al secolo ili.
Le sue sculture, logore
e corrose, vennero sotto-
poste al solito restauro,
prima che fosse messo in vendita. La sopralavorazione
toccò anzitutto il fondo ed ì contorni delle figure spesso
mal rilevati.

La ricca decorazione del sarcofago di Berlino ci obbliga
a scendere ai particolari. Essa consiste di elementi che ritor-
nano anche in altre composizioni. Giona proviene da quelle
che, invece di rappresentarlo quando è gettato in mare, lo
mostrano in atto di pregare nella nave condotta dal timoniere.
Questa famiglia di rappresentazioni non sembra essere stata
esportata. Non ne conosco fuori di Roma nessun monu-
mento, eccettuato il sarcofago di Pisa, che è di provenienza
romana. Alcuni esempi se ne trovano nelle nostre tavole; tutti
saranno riprodotti, quando tratteremo le immagini prese
dal Vecchio Testamento.

Sul coperchio del sarcofago di Baebia Hermofile (ta-
vola LUI, 3) "' trovato sulla via Tiburtina, ora nel Museo
delle Terme, alle due scene di Giona risponde un ban-
chetto; ambedue le scene sono separate dalla tabula inscri-
ptionis e incorniciate da grandi teste ornamentali. D'un
coperchio identico il Bosio pubblicò la metà col banchetto",
scavata nel cimitero dei Giordani, che noi riproduciamo
secondo l'originale, completato, del Museo lateranense,
come pendant di un'altra metà, con le scene frammentarie
di Giona, tratta dal cimitero di Priscilla (tav. LUI, 1 e z)9.

Il sarcofago di Baebia Hermofile, di forma alquanto
storta e d'una conservazione integra, è del numero di quelli
che, terminati fino alle teste della imago clypeata, aspettavano
nella officina il compratore. Questi fu un beneficiaria di
un praefectus praetorio, che, non essendosi forse curato
di far eseguire i ritratti, lasciò le teste allo stato di abbozzo.

1 DAREMBEftC-S aglio, s. v. CuìenàaTÌum, p. 829 segg.

* Garruccì, loc. cit., p. 161, n. 44,

■ Ne tratteremo nei libro terzo.

' Taw. 297,3 (cattedrale di Salerno); 30l,a (Museo lateranense); 373,5
(Palazzo Sciarra); 375,3 (Camposanto di Pisa); 400,3 (Museo d'Arles); 401, 14
(Museo delle Terme).

1 I monumenti dei numeri che seguono sono nel Museo di Berlino,
cortile del Museo Torlonia, chiesa di S. Saba, Museo di S. Callisto (tre),

cimitero di Pretestato, palazzctto Corsetti, cattedrale di Salerno, Museo
civico di Viterbo, basilica di S. Prassede, Museo delle Terme (due), e chiesa
di S. Felice a Gerona.

* Pubblicato dal WuLFF nel Calalii",! ullìtiak- del Museo (Merlino, 1909,
p. 4, fig. 5).

' Il lapicida scrisse erroneamente ilerlofile.
s Roma soli., p. 513.

* L'originale £ nel Louvre, meno un piccolo pezzo, rimasto nel cimitero.
 
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