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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 1,1): Testo — Rom, 1929

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https://doi.org/10.11588/diglit.1341#0117
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Appendice I. - Osservazioni generali sui ritratti dei defunti nell'arte f\

101

Un ritratto dal piedistallo decorato stranamente di una
palla, lo mostra un sarcofago che dalla cripta della Pas-
sione del cimitero di Pretestato fu trasportato nel Museo
lateranense'. Il carattere delle sculture è, di natura sua,
indifferente: nel centro il busto abbozzato della defunta,
fiancheggiata da due geni alati e vestiti, che sorreggono la
solita tenda; li conosciamo già dai frammenti da me ricom-
posti (tav. LXVIJI, 2), che si debbono agli stessi artisti;
appresso vengono, da ambedue i Iati, due altri genii, cogli

sarcofago a cinque scompartimenti, la cui fronte era ado-
perata come materiale nel pavimento del battistero latera-
nense. Queste osservazioni basteranno per i busti d'una forma
cosi straordinaria, tanto più che, tranne l'ultimo e n. 5, tutti
hanno perduto l'attributo principale, il ritratto.

Ora ci rivolgiamo ai busti che lo conservano ancora. Per
darne un'idea giusta, abbiamo riunito su tre tavole ì ritratti
particolarmente celebri, che ci sono pervenuti in uno stato
più o meno integro.

attributi delle quattro stagioni. Pel momento ci interessa sola-
mente il busto della defunta vestita di tunica e palla, che
lascia scoperti ì capelli; con la sinistra strìnge il rotolo, met-
tendovi sopra le due dita stese della destra parlante, giusto
come quello dei frammenti da me ricomposti. II busto è
munito del suo piedistallo che per la forma Io avvicina a
quelli di cui rigurgitano i nostri Musei. Uno identico e della
medesima officina lo vediamo su un frammento del Museo
di S. Callisto (/tre. LXXXVII, j), che m'ha servito a com-
pletarne uno proveniente da Porto, ora nel Museo latera-
nense (tav. eh., 1). Affatto singolare poi è il busto su un
frammento dello stesso Museo e detla stessa provenienza
(«. 3): il busto acefalo sta in un clipeo posto sopra una base
ornata alle estremità di due palle e sostenuta da una pertica,
che fiancheggiano due uccelli con le teste rivolte in su verso
il busto. Strana è pure l'immagine clipeata posta in una
tabula ansata e decorata di due alberi e di due arieti acco-
vacciati; sotto la tabella Giona, rigettato dal mostro, dorme
all'ombra della cucurbita, fra due vasi di frutta e due uccelli
che le beccano («. 6). Tutto questo si trova nel centro d'un

1 Marucchi, t

■ IV, 4.

1. -Sarcofago nel cimitero di Domitilla.

I ritratti più impressionanti sono quelli di padre, madre e
figlio {tav. LXXXX, 1,2 e 3), che compaiono in un sarefaogo
di conservazione ottima, rimasto al suo posto in una delle
gallerie primitive invase più tardi dalla basilica di S. Petro-
nilla {fig. 4<j). Il sarcofago, a cinque scompartimenti, è mu-
nito del suo coperchio, conserva quindi ancora la salma del
figlio in essa deposto, un giovane di una trentina d'annì
incirca. Tale età gli si può attribuire secondo l'immagine cli-
peata posta in mezzo alle strigili e al disopra di due cornuco-
pie legate con un nastro. La famiglia è di rango senato-
riale. Il figlio veste tunica e pallio con la lacinia rigettata
sul dorso; il volto è mal rasato, i capelli ad cutem coesi. La
rassomiglianza col padre è manifesta. Questi sta nel campo
angolare a sinistra (fig. $0), vestito da senatore, di tunica,
toga contabulata e scarpe: con la sinistra stringe un volume
arrotolato, la destra abbassata all'orlo della toga; ai piedi
uno scrigno di forma rotonda, nel fondo la tenda. È un uomo
di una sessantina d'anni, con fronte alta e volto ben rasato,
dunque il contrario del figlio. Con ciò l'artista volle forse
mostrare la sua capacità dì eseguire ritratti di qualunque età.
 
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