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Capo I. - La fonte miracolosa e il battesimo di Cornelio

CAPO I.
LA FONTE MIRACOLOSA E IL BATTESIMO DI CORNELIO.

Una delle scene più antiche e la più frequente di tutto
il repertorio, è quella che rappresenta il miracolo della fonte
nel deserto, in cui ci si rivelerà il battesimo del centurione
Cornelio.

I pittori delle catacombe composero questa rappresen-
tazione sul principio del n secolo e la riunirono così stretta-
mente con scene battesimali, che G. B. de Rossi riconobbe
in essa, ed a ragione, il simbolo più solenne del battesimo.
Rimandiamo sopra tutto alle pitture d'una delle così dette
cappelle dei sacramenti, A 2, dove il pescatore prende il
pesce nell'acqua scaturita dalla rupe percossa da Mosè. La
fonte miracolosa fornisce quindi l'acqua per il battesimo,
essendo, come sì vide, la pesca un altro simbolo battesimale.
E che non si tratti d'un capriccio d'artista, lo prova Tertul-
liano, chiamando « aquas baptismi » l'acqua, « quae de comite
petra populo defluebat » '. Sì direbbe che avesse dinanzi agli
occhi pitture simili a quelle da noi citate. Del personaggio
percuotente la pietra egli non si occupa; le cose principali
sono per lui la pietra, simbolo di Cristoa, e le acque della
fonte da essa scaturite, nelle quali, secondo l'esempio dato
da Nostro Signore, si amministra il battesimo, o, per dirlo
colle note parole dello stesso dottore ì « pisciculi secundum
IXQYN nostrum Iesum Christum in aqua nascuntur »3.
Difatti nella cappella A 3 alla pesca segue il battesimo di
Cristo, e sui monumenti posteriori il battesimo fa delle volte
riscontro alla fonte miracolosa. Questa è infine, anche nelle
epigrafi, oggetto di ammirazione e dì stupore. Abercio la
menziona insieme A battesimo di Gesù, e l'iscrizione dì Pet-
torio la encomia con entusiasmo, invitando a berne l'acqua,
cioè a farsi battezzare: Pisa's cae/esfis divinimi genus corde puro
utere, hausto inter mortales immortali fonie aquarum dk-irii-
tns manantium. Titani, amìce, foveto animarti aqtris perennibus
sapientiae largientis dwitias '.

I pittori delle « cappelle dei sacramenti » e della « cap-
pella greca » rappresentarono l'autore della fonte con volto
giovanile e imberbe, pensando evidentemente a Mosè, la
cui faccia è quasi sempre senza barba nell'arte romana
antica e medievale. Quello che anche a loro importava più
d'ogni altra cosa, era la simbolica fonte dell'acqua battesi-
male. Lo stesso deve dirsi delle rare sculture (non soprala-
vorate) sulle quali un personaggio imberbe percuote la pietra.

1 De bapt., ly. Kal'si'HKS, Fiorii, patr., XI, 2.S.

1 / Cor., io, 4: « bilie rum mitrili de spiritali conscqueritc cos petra: pctrsi
autem erat Christus ».



16.

' De Rossi, Insrìpt. ehriit,, II, pag. xx.

1 Ep. 63, 8: IIahtel, I, 706.

' Passio ss. Proemi et Martmam; MOMSRmus, 2, 403 (ed. Solesm.).

' Is., 12, 3: ■■ Haurietis aijiiiis in gnidio de fiiiuitms S;i!v:i[rjris .

A qualche scienziato è sembrato strano dì vedere il bat-
tesimo simboleggiato dal bere dell'acqua della fonte. Ma la
stranezza è piuttosto dalla parte di tale scienziato, perchè
è un fatto che la fonte miracolosa fu nell'arte funeraria, come
anche nella letteratura fin da principio collegata col batte-
simo, e l'acqua della fonte è di natura sua destinata ad
essere bevuta. Difatti i cristiani dei primi tempi erano tal-
mente penetrati da questo simbolismo battesimale, che
l'espressione: « bere l'acqua della fonte » significava nel lin-
guaggio ecclesiastico farsi battezzare. « Item denuo praeca-
nitur », scrive s. Cipriano, « et ante praedicitur Iudaeos, si
sitierint et Christum quaesìerint, apud nos esse potaturos,
id est, baptismi gratìam consecuturos » \ Questo linguaggio
si mantenne per molto tempo. Ancora nella leggenda, forse
del v secolo, ì martiri Processo e Martiniano domandano il
battesimo ai Princìpi degli apostoli colle parole: « Donate
nobis aquam, quia siti periclitamur >■ °.

Autore di questo simbolismo fu Nostro Signore stesso,
quando nell'ultima festa dei tabernacoli a Gerusalemme, allu-
dendo forse alle parole profetiche di Isaia 7, esclamava: « Si
quis sitit, veniat ad me et bibat »s. E affinchè ognuno intenda
il senso di queste parole profetiche, l'evangelista ne dà
subito la spiegazione: « Hoc autem dixit (Iesus) de Spiritu,
quem accepturi erant credentes in eum »:I. « Per baptismum
autem Spiritus sanctus accipitur », aggiunge s. Cipriano,
completando da parte sua il commento del testo evangelico '".
Egli era quindi persuaso che già l'evangelista Giovanni
vedesse nella fonte miracolosa un simbolo del battesimo.

Non meno chiaro è il linguaggio di s. Paolo, il quale,
dopo aver menzionato il passaggio del Mar Rosso, altro tipo
del battesimo, aggiunge: « et omnes in Moyse baptizatì
sunt in nube et mari, Et omnes eandem escam spiritalem
manducaverunt, Et omnes eundem potimi spiritalem biberunt
(bibebant autem de spiritali conscguente eos petra: petra
autem erat Christus)» ", L'apostolo allude qui evidentemente
all'eucaristia e al battesimo, non soltanto alla grazia in
genere. Perciò la fonte scaturita nel deserto, nella « terra
inaquosa », è da s. Ireneo chiamata » flumina Spiritus Sancti,
adaquare genus electum »,;. La verità di questo simbolismo
sarà dimostrata appunto dai monumenti ritraenti il miracolo
della fonte, i più antichi dei quali ci porteranno al secolo II.

' Io., 7, 37. Queste parole furono ripetute da s. Damaso nel suo epi-
gramma composto per un battistero, come giustamente avverti l'IllM (Damasi
appratitili-, i, i): Qiiisuuk sitit, tniiul iiipietn liaiirirr fkiciitii. Iwmitet latice!
serrani ijtit iliikin tarila, ecc.
I"- 7- 37 e 39.
10 Ep. 63, 8: Hastel, I, 706.

" / Cor,, IO, 23Cgg.

" Adven. Iiaeres., 4, 33, 19: MlONH, P. C, 7, 10S2,
 
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