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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 1,1): Testo — Rom, 1929

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https://doi.org/10.11588/diglit.1341#0129
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§ 11, - Rappresentaste

uni del battesimo di Cornelio

113

particolare e decisivo per l'età defilerà della pace costanti-
niana, proprio 1 era della grande popolarità della scena del
battesimo.

Il Museo di Arles possiede da tre anni un esempio ine-
dito, che feci ivi trasportare; ne parlerò fra poco. Un altro

Fig. 58.

esempio, su un frammento piccolissimo della scena, appar-
teneva all'angolo destro d'un sarcofago a sette nicchie e mo-
strava dell'acqua, ma senza traccia dì soldati. Quando si
volle inserirlo nel sarcofago, il frammento era di nuovo
scomparso e non potei più rintracciarlo. Un terzo esempio
sconosciuto è fissato al difuori del muro dell'antico convento
dei Minimi ed offre quasi intiera la figura dell'apostolo e
parte di quella del centurione accanto ad Eva e l'albero col
serpente (tav. CU, 5). Il frammento è menzionato ma non
compreso dal Le Blant: «... débris représentant Ève et le
serpent enroulé autour de l'arbre du paradis; près de la
femme, deux personnages barbus, dont l'un n'appartient
pas a cette scène » '.

Il frammento rassomiglia, per la disposizione delle figure,
a quello, pure inedito, del Museo di Vienna (tav. CV, 2).
Questo possiede inoltre un meschino residuo del battesimo
di Cornelio, che seguiva l'arresto di Pietro, come provano
i piedi muniti di sandali e di scarpe militari. Esso è quasi
identico con un frammento rinvenuto a S. Sebastiano
(tav. CIV, 3). Da tali scene dovrebbe provenire anche il
frammentino con una testa di fondo e una testa di soldato
col berretto cilindrico da poco acquistato dal Museo di Arles.

È altresì pressoché intiera la scena che scoprii nel Museo
di Nimes; ivi sì vede soltanto Pietro alla fonte (tav. CHI, 1).
Al contrario su un frammento del Museo d'Algeri, prove-
niente da Dellys, manca la metà coll'apostolo che batteva
la roccia; è invece rimasta l'altra metà con un po' d'acqua e
con due soldati a testa scoperta, che attingono l'acqua. La
soprascritta: « Moi'se frappant le rocher. Sarcophage chré-
tien de Dellys » mostra che fu preso per « Mosè » il soldato
più grande, errore incomprensibile tanto per gli abiti che

per il gesto delle due figure2. «Mosè», cioè Pietro, stava
di contro, nell'altra metà delta testata sinistra; nella nostra
ricostruzione l'abbiamo supplito (tav. CU, i). Il taglio netto
prova che il sarcofago era segato nella sua lunghezza, consi-
steva dunque di due pezzi. Dal frammento superstite della
prima e dell'ultima scena della fronte risulta che questa era
una replica della fronte lateranense 125 con l'immagine
della guarigione del paralitico nella piscina probatica, rap-
presentata in due momenti. Nella testata destra era Daniele
fra i leoni, con due palme nel fondo '.

3. - Strana trasformazione del battesimo di Cornelio

SII UNA COPIA DI BeAUMÉNJ.

Su di un sarcofago a cinque scompartimenti, proveniente
dall'antico << cimitero del Paradiso " a Marsiglia, Pietro dinanzi
alla fonte battesimale di Cornelio, fa riscontro a Mosè che
riceve dalla mano divina la legge presso il roveto ardente
dalla vaga forma d'un albero in fiamme, che si eleva dietro
una capsa per libri; nel centro, in un tondo, il busto del
defunto vestito della toga contabulata, e sotto il tondo,
Giona dormente, figura del defunto dormente in pace
(tav. LXXXXVUI, 3).

Con questo busto, che come dì solito ha il naso rotto,
si collega una pia storia fantastica, riferita dal Le Blant al

Fig. 59.

quale rimandiamo *. Forse più fantastica ancora è la copia
che delle tre sculture eseguì Beauméni; la diamo a fig. 59 '°,
per mostrare che l'antico commediante aveva, questa volta,
tutta la buona volontà di ingannare, e nel disegno e nella
nota scrittac', YAcadémie des Inseriptìons dì cui era stipen-
diato: il roveto ardente gli fece venire l'idea di cambiare
l'acqua cavata dalla verga dell'apostolo in « colonnes ou
pluyes de feux », che contempla un uomo calvo §

1 Arles, p. 57, n. LIV.

1 Doublet, Le Musèe d'Alger in Musées ri CoIUctions archéalogiqucs de
l'Algerie, Paris, 1890, p. 47. Non meno grave è l'errore d'Héron de Villefosse
che nella scultura riconobbe « la reprcscmation des trois jcuncs Htbreux
dans la fournaise » (Compie Rendu de la Saette de numism., I, p. 280).

3 Doublet, loc. cil.

' Caule, tav. XIV, 2, p. 40 seg.

1 Manoscritto 384, f. 30, della Biblioteca comunale di Poitiers. La foto-
grafia mi fu gentilmente procurata dal dotto prof. Abbé René Aigrain.

* Della nota riproduciamo il solo necessario: « 2 bouts d'un Tombeau
dans un coin du cloitre de St-llilaire, Icquel a été scie sur sa longueur... ce
Tombeau est de marbré blanc, quelques chanoines le font passer pour tire
celui de Saintc Abre, fille de St Hilaire... ce qui probablement est faux, ces
rayons et ces colonnes ou pluyes de feux, se trouvent souvent aux urnes des
Paycns. 17691'. "Pierre grise... avec cette tele en bas-relief que l'on croit
ótre un Druide. Mr. Bcrrier qui l'avoit en 1747. pensoit que c'étoit un Roi des
Picts, on l'avoit trouvé dans un champ a 2 lieues de Chatcllcrault. Je le
 
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