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§ VI. - Pietro liberato dui <

Essendo anche le due nicchie di contro dedicate a scene
di Pietro, questi è ii soggetto principale delle sculture. Per
l'epoca, siamo nel pieno secolo iv.

S. Luca chiude il suo racconto sulla liberazione dell'apo-
stolo dal carcere colle parole: « Et egressus abiit in alium
locum » '. Egli conosceva quest'« altro luogo »; perchè non
l'ha nominato? La risposta fu già data da altri. Reso accorto
dalla cattura ordinata da Erode Agrippa, l'evangelista che
scrìsse gli Actus apostolorum a Roma dove appunto Pietro
si era recato, invece di dire: « abiit Romam », scelse per pru-
denza quella espressione vaga, per non tradire il luogo d'abi-
tazione dell'apostolo. La medesima ragione, e non soltanto

amore del simbolismo, indusse l'apostolo stesso a chiamar
la comunità dei cristiani di Roma: « ecclesia, quae est in
Babylone coelecta «*. Adolfo von Harnack conferma la
spiegazione del testo di s. Luca e non ha nessuna difficoltà
di chiamare « storica » la « vecchia tradizione », secondo la
quale Pietro si trasportò a Roma, «abiit in alium locum",
« fra il 41 e il 44 » ''. Fu quindi la prima cattura in certo modo
non soltanto occasione, ma anche causa della venuta di Pie-
tro a Roma. Perciò s'intende, com'essa sia divenuta tanto
familiare ai Romani. In piena armonia col trasferimento
di Pietro a Roma, il sarcofago 174 ci mostrerà l'apostolo non
soltanto quale fondamento della Chiesa, ma anche come
fondatore della Chiesa di Roma.

CAPO III.

L'ANNUNZIO DELLA TRIPLICE NEGAZIONE.

All'avvicinarsi del tempo della Passione, Pietro con troppa
fiducia si dichiarò pronto a morire per Cristo. Questi per
tutta risposta gli predisse, con grande sorpresa dell'i

Fig. 65.

la triplice negazione: «Amen dico tibi, quia tu hodie in
nocte hac, priusquam gallus vocem bis dederit, ter me es
negaturus », scrive s. Marco *. Similmente si esprimono gli

altri evangelisti 5. Tutti invero raccontano la negazione,
segno evidente della importanza che essi attribuivano a
questo fatto. Tutti e quattro menzionano il gallo, fornendo in

tal modo agli artisti gli elementi necessari della composi-
zione: Cristo col gesto di parlare, Pietro in atto di sorpresa,
e il gallo quale nota caratteristica, che determina il sog-
getto. Tale forma ha infatti la scena che composero gli
scultori limitandosi al semplice annunzio della negazione.
Dico « scultori » perchè nella pittura cimiteriale se ne cono-
sce fino ad oggi un solo e tardo esempio6, mentre di sculture
il Garrucci ne ha pubblicate quarantadueT, alle quali ne
aggiungerò circa venticinque.
Alcune di queste sono me-
schine, non offrendo che il gallo
o soltanto parte d'un gallo, co-
me, p. e., due del Museo di San
Callisto (figg. 65-66) ed una di
quello di S. Sebastiano (fig. 67).
Finalmente, su un frammento
incastrato nella Puerta del Sol
a Toledo, il gallo venne cam-
biato in una colomba (fig. 68).

Dissi inoltre «l'annunzio della negazione», perchè la ne-
gazione stessa fu rappresentata una sola volta, sopra un
sarcofago del secolo iv inoltrato (tav. Vili, 4). E pure
degno di nota che gli artisti amavano avvicinare all'annun-
zio la scena della Cananea, onde dalla presenza di questa
si. può delle volte presumere quello. Ma di ciò parleremo
nel capo VI.

Fig. 68.

1 Ad. apost., 12, 17.
' 5. Petr., 5, 13.

* Chronologie der allchrisli. Literattir, I, 244.

' Marc., 14, 30.

1 Matth,, z6, 34; Lue, 22, 34; Ioan.. 13, 38.

" Wilpert, Pitture cimiteriali, tav. 242, 1.

1 Tur, 310, V, 313, 1 e 3; 315, 1 e 2; 316, 4; 317, 1 e 2; 318, 1, 4 e 5;
319, 1-4; 320, ij 321, 3; 323, 5; 330, 5; 334, 1 e 3; 340, 5; 352, 1; 1; 353, 1;
3S8. 1 e 3; 364, 1-3; 365, 1 e 2; 366, 1; 367, 1-3; 369, 1 e 3; 374, 3; 376, 4;

380, 3; 382, 1; 399, 6. Si aRgiunga Le Blant, tav. IX, 2 (dall'autore non
capito) e 3; XII, 3 e XXX, 3; Note sur un sarcophage chrétieu dècouvert récem-
rnent à Rome in Mélange! 1885, tav. V, p. 243 segg.; P. Bonavenia, Insigne
sarcofago Albani, Roma, 1910, con tavola fototipica; Iosep Gudiol, Primeres
mani)'estaiions de l'art eristià en la provincia eclesiastica Tarragonina, in Ana-
lecta sacra Tarraconensia, Barcelona, 1925, 301-352 (con tavola zincotìpica);
J. DE M. Cakiazo, Et sarcofago cristiano de Bcrja in Archivo Kspanol de arte
y arqueologia, Madrid, 1925, 197-218 con tavola zincotipica). Tutti questi
esempi sudo da noi riprodotti.
 
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