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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 1,1): Testo — Rom, 1929

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https://doi.org/10.11588/diglit.1341#0143
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- L'annunzio tirila negazione presenti i fruire.

injirmandi ■

un po' inchinata, come sul frammento di Nìmes. Nella rico-
struzione della figura di Pietro ci siamo, per la ristrettezza
dello spazio, attenuti a figure analoghe e ben conservate.

L'altezza eccezionale del fascio di volumi, che arriva
fino alle cosce dell'apostolo, sarà forse intenzionale, non
fortuita. Può darsi che l'artista abbia voluto mostrare un
fascio di volumi di straordinaria mole, che certamente esi-
stevano. Basti rammentare il volume che teneva nelle mani
il console Verginio Rufo, vegliardo di ottantatre anni quando
apprestavasi a pronunciare avanti l'imperatore il discorso di
ringraziamento. Questo volume era così pesante, da sfuggirgli
dalle mani: «Nam cum vocem praepararet acturus in con-
sulatu principi gratias, liber quem forte acceperat grandio-
rem et seni et stanti ipso pondere elapsus est ». Cercò di
riprenderlo, ma cadde con esso, rompendosi il femore '. Il
fascio della nostra scultura può quindi contenere benissimo
tali volumi che si distinguevano per la grandezza e, conse-
guentemente, anche per il peso. Esso sarà stato ripetuto
pure nella nicchia di contro.

§ V. - La scena dell'annunzio della negazione, riu-
nita a quelle dei battesimo di Cornelio e della
prima cattura di Pietro.

Le tre scene di Pietro finora descritte appartengono
alle più antiche, essendo composte nel n secolo. Quindi
non deve meravigliarci il trovarle spesso riunite su di uno
stesso sarcofago. Garrucci ne offre sedici esempi8; non
molto meno ne aggiungeremo noi nelle nostre tavole, alcuni
dei quali di conservazione ottima, come i due del Museo
delle Terme e quello rinvenuto nei miei scavi ai Ss. Marco
e Marcelliano; altri, al contrario, sono in condizioni pes-
sime, come uno di Arles, o sono addirittura distrutti e
debbono supplirsi, come i frammenti, grandi e piccoli, del
Museo di S. Callisto, del Museo lateranense, di villa Doria
Pamphilj e dì Porto.

Il sarcofago inedito del Museo di Arles, di cui non
esistono che due frammenti del fondo con avanzi delle
scene, aveva cinque nicchie, separate da colonne, e stava
nella chiesa di S. Onorato aux AUscamps (Notre-Dame-de-
Gràce). Il pezzo maggiore era già noto al Le Blant; dalla
sua descrizione impariamo, perchè il sarcofago, probabil-
mente danneggiato già durante la Rivoluzione o forse anche
prima, fu ridotto allo stato attuale: « Fond de sarcophage,
servant, en 1849, de marche à une porte laterale de l'église
(de Notre-Dame-dc-Gràce) et aujourd'hui depose dans l'ab-
side». Segue poi l'indicazione dei tre soggetti: «i°Trois
corbeilles appartenant à la scène de la multiplication des
pains; 2° Le coq, toujours place auprès de saint Pierre,
lorsque le Seigneur annonce à ce dernier sa renonciation
prochaine; 30 L'hcmorroi'sse », cioè la Cananea che Le Blant
scambia quasi sempre con l'emorroissa. Io trovai nella cap-

pella poco distante dalla chiesa menzionata il frammento che
combacia con l'altro e lo completa, offrendo le due scene
dell'angolo destro: il battesimo di Cornelio con un soldato
che beve e la prima cattura dell'apostolo. Feci trasportare
i due frammenti nel Museo dove ora si conservano. La
ricostruzione fu facile {tav. CXII, 1).

Dalla diversità della decorazione dell'ultima colonna
che è scanalata, mentre le altre sono strigliate a spira, non
si può sospettare che le nicchie fossero in origine sette, per-
chè nell'interno della prima nicchia si vede che ivi comin-
cia (o finisce) il letto preparato per il cadavere.

Il frammento grande del Museo di S. Callisto è già
pubblicato, ma la copia è incompleta: manca la risurre-
zione di Lazzaro con l'edicola molto decorata e la mummia
femminile '. Accanto era Pietro che conduceva la Cananea
al bacio della mano di Cristo. Segue la moltiplicazione
dei pani e dei pesci e la guarigione del cieco. Di contro,
come pendant, la fonte miracolosa, la prima cattura di Pietro
e l'annunzio della negazione (tav. CXXVI, 1). Le due prime
scene sono distrutte, ma sicure, essendo il sarcofago del
numeroso gruppo di quelli de! parallelismo. Nell'annunzio
delia negazione, in parte superstite, l'apostolo porta la verga.
Nel centro la defunta orante nel consorzio dei santi. Que-
sto ciclo si trova, con piccole varianti, sopra molti sarcofagi
che sono tutti riprodotti nelle nostre tavole. Tutti mostrano
il parallelismo fra scene di Cristo e scene di Pietro; quasi
tutti la defunta orante fra santi; perciò la mummia dì Lazzaro
è quasi sempre femminile. Più oltre indicheremo la vera ra-
gione di questo particolare, che a prima vista sembra un po'
strano. I quattro esemplari più belli di tale mummia si
vedono sopra i sarcofagi lateranensi 161 e 184 e sopra due
del Museo delle Terme (tav. CXXXIX).

Finora non conosco che due sarcofagi con un adulto
defunto orante nel centro. II primo che non appartiene al
gruppo del parallelismo l'abbiamo già illustrato (tav. XIX, 2).
Il secondo fa parte del Museo di Arles e fu pubblicato dal
Le Blant e dal Garrucci con una copia buona, ma incom-
pleta *. Frammenti rimasti nel Museo mi misero in grado
di completare quasi tutta la metà destra (tav. CXIII, 1).
Il Peiresc vide il sarcofago intiero e ne dette una descri-
zione in cui notò soltanto quattro soggetti: ■■ Supra arcum
sacelli Divae Mariae ... arca marmorea in qua: Lazarus
surgens. Caecus sanatus. Paralyticus grabatum deferens,
Moyses e rupibus aquas cliciens, gustantibus figuris quì-
busdam prostratis » ''. Come dissi altrove, il dotto magi-
strato fissò cosi le sue prime impressioni che, dopo, avrebbe
completate. Il defunto orante, un clamidato, sta fra due
palme e due apostoli barbati. All'angolo destro il batte-
simo di Cornelio è riunito in una scena colla prima cattura
eseguita da due soldati; segue, separato dalla guarigione
del paralitico, l'annunzio della negazione, in cui l'apostolo
tiene la verga e Cristo spiega le tre dita della destra alzata:

1 Plin., Ep. 2, 1, 15.

■ Garrucci, taw. 313, v, 315, 1; 318, 1, 4; 358, 1; 3; 364, z, 3; 365, :
367. '-3; 369. 3; 374. 3; 379. 3 (* «messo il gallo); 380, 3.

1 Garrucci, tav. 382, 1.

' Le Blant, Arles, tav. XXII, p. 36 3

1 Le Blant, Aria, p. 66, n. LXIV.
 
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