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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 1,1): Testo — Rom, 1929

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https://doi.org/10.11588/diglit.1341#0144
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tio della triplice negazione

«Ter me negabis! » Sul sarcofago, dipinto ad olio, nella
chiesa di S. Felice di Gerona, la scena dell'annunzio è
parimente separata dal paralitico (tav. CXII, 3).

Il sarcofago frammentario d'un farmacista di Cordoba
(tav. CIX, 6), offre ne! campo angolare a destra il batte-
simo riunito colla prima cattura in una scena, e nel centro
l'annunzio della negazione. Il resto, cioè il campo strigilato
e quello angolare sinistro, è perito; questo conteneva torse
la defunta orante fra due santi.

Su alcuni dei sarcofagi già menzionati le tre scene si
seguono l'una all'altra. Cosi anche sul sarcofago « dogma-
tico », di cui ho scoperto una replica in una collezione
privata di antichità a Die presso Valence, nella Provenza
(tav. CXXXVII, 6). Le tre scene erano, come suppone
l'originale romano (tav. LXXXXVI), all'angolo destro della
zona inferiore. Esse si vedono pure su un sarcofago da me
rinvenuto in più di cento frammenti nelle jormae della
cripta di S. Damaso, la ricostruzione dei quali ho eseguito
insieme con P. Bonaventura, di p. m., e Fra Crispino del-
l'Ordine dei Trappisti (tav. CXXIX, 2). Possiamo supporle
altresì su due sarcofagi di cui esistono superbi frammenti,
l'uno proveniente da Porto, ora nel Museo lateranense,
l'altro murato sulla facciata del casino di villa Doria Pam-
philj. Di ambedue diamo la ricostruzione (tav. LXXXVI,
1 e 2). Erano sarcofagi usciti dalla medesima officina, Ì
quali, in luogo dell'immagine clipeata, offrivano la scena
della dvxlruru'ii iwirtio in presenza di Giunone pronuba,
che riuniva i due sposi, rappresentati nell'altezza intiera
della fronte, mentre le scene sacre erano distribuite in
due zone. Delle scene nostre è sicuro soltanto l'annunzio;
ma è molto probabile che a destra fossero la cattura e il
battesimo. Di gran valore è specialmente il frammento Doria
(n. i)t essendo lo sposo qualificato per un personaggio con-
solare dallo scettro che porta nella sinistra, particolare finora
unico nella scultura funeraria cristiana.

Sicura ci sembra la presenza delle tre scene anche su
tre frammenti del Museo dì S. Callisto (tav. CIV, 4). Di
questi si conosceva solo il piccolo dell'angolo dalla fotogra-
fia Simellì, che mostra i due soldati alla fonte, e il piede
destro con l'orlo della tunica di Pietro (fig. 55). Potei
aggiungervi due altri che combaciano; essi contengono la
prima cattura e il pizzo del pallio di Cristo dell'annunzio,
come può supporsì. E probabile altresì che il sarcofago,
di cui lo stesso Museo conserva un grande frammento,
avesse le tre scene: all'angolo si vede il battesimo accanto
alla moltiplicazione dei pani e dei pesci e alla prima cat-
tura, la quale era forse seguita dall'annunzio (tav. CIV, 6).
Scultura molto rozza, ma d'una importanza speciale per
la scena della moltiplicazione miracolosa, vedendosi nel
cesto a destra un pane segnato della croce monogramma-
tica 4-' per indicare allo spettatore che il pane della mol-
tiplicazione simbolica non è pane ordinario, ma Cristo.

Identico, quanto al contenuto, e il frammento murato
nella chiesa di S. Sergio Paolo a Narbonne. Quando lo
esaminò E. Le Blant, esso serviva, •> place la face en bas
et recouvert par un crcpi », « de poitrail à la porte de l'es-
calìer de l'orgue ». La posizione incomoda spiega le ine-
sattezze delia sua descrizione: 0 c'était un bisomum à doublé
registre de bas-rcliefs; il n'en reste que deux de la bande
inférieure; Saint Piene, une corde au cou, arrèté par deux
Juifs à vétements courts ; la multiplication des pains et
des poissons. Un troisième tableau incomplet, et que le
crepi masquait lors de mes voyages à Narbonne, me paraìt
représenter Moise frappant le rocher et un Hébreu se désal-
térant»1. Oggi il frammento è fissato nella parete della
chiesa in un'altezza giusta, di guisa che si può studiare
comodamente. È la metà destra d'un coperchio di sarco-
fago, su cui le scene sono, eccezionalmente 2, separate per
mezzo di colonne con capitelli sorreggenti timpani, con
corone lemniscate negli interstìzi (tav. CVI, 1). Nella cat-
tura nessuna traccia d'una corda al collo dell'apostolo, la
cui resistenza è molto bene espressa. Nel battesimo di
Cornelio egli ci si mostra di schiena, col pallio rigettato
sul dorso. Un solo soldato è alla fonte. A sinistra quasi
intiera la tabella dell'iscrizione, vuota, come di solito.

§ VI. - La negazione di Pietro
sulla fronte del sarcofago 183.

Conforme al genio dell'arte cristiana antica, gli scultori
si contentarono dell'annunzio della negazione. Una sola volta,
sulla fronte del sarcofago 183, osarono rappresentare la nega-
zione stessa (tav. Vili, 4). La scena rivela un profondo
rispetto per l'apostolo. Come sempre, essa è semplice e chiara:
due personaggi principali davanti e tre secondari nel fondo,
ecco la composizione. Pietro con le braccia abbassate e le
mani sovrapposte l'una all'altra, inclina leggermente la testa
e guarda con un'espressione piena di tristezza un uomo bar-
bato che dagli abiti, tunica discinta e penula, è caratteriz-
zato per giudeo, come lo sono anche i tre giovani nel fondo,
tutti rivolti a guardare Pietro. Il primo giudeo assahsce
l'apostolo, parlandogli con un raro gesto della mano dritta
alzata e tenuta di profilo, come per rimproverargli qualche
cosa. Anche l'apostolo fa codesto gesto in una scena, da me
ricostruita, della Samaritana al pozzo '. Il Bottari lo spiegò
giustamente, senza indovinare il resto *. Tutti e quattri» i
giudei sono senza dubbio ministri del sommo sacerdote che
nella scena appresso sta condannando Gesù.

L'artista scelse dunque per soggetto della sua composi-
zione il momento in cui l'apostolo, dopo aver negato due volte
Nostro Signore, viene riconosciuto discepolo di « Gesù Na-
zareno ». « Et post pusillum », scrive s. Matteo, « accesse-
runt qui stabant, et dixerunt Petro: Vere et tu ex illis es,
nam et loquela tua manifestum te facit »\ Le due negazioni

1 Le Blant, Gault, tav. XLVI, z, p. 136. sta interpreIasione della scena per primo i! Ficker (Laterali, 183, p. 139).

' Un secondo esempio d'un tale coperchio si trova nel Museo di Arles. L'hanno ripetuta O. MAKUCCBI (Latcruna, tav. XXXII, p. 24) t TOM Si N L,

* La scultura si trova nel Museo di S. Callisto. Chrisll. Antìke. II, p. 148.

' R. S., II, tav. CLXXXXIII, p. 177. Fra i dotti moderni dette la giù- ' Matth., 26, 73.
 
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