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§ VI. - /." negazione di Pietro sulla fronti- del sarcofago 183

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precedenti Io spettatore le deve supplire con l'immagina-
zione perchè mancano le ancelle, manca anche il gallo. La
negazione è quindi, con mirabile abilità, piuttosto acclimata
che espressa.

La fronte appartenne a Gualdo, noto raccoglitore d'an-
tichità, che nell'anno 1630 la regalò a S. Maria Maggiore ',
donde venne trasportata al Musco lateranense. Essendo
Gualdo oriundo di Rimini, qualcuno credette che il sarco-
fago avesse la stessa origine ". E invece romano e fu eseguito

in una delle officine che lavoravano per il cimitero di Domi-
tela. Ivi ho ricomposto la metà d'un sarcofago col suo coper-
chio, scolpiti dai medesimi artisti del sarcofago della nega-
zione. Per convincersene, basta confrontare i due monumenti
in parola: dappertutto la stessa maniera di fare col trapano
le pieghe in forma dì solchi, gli stessi tipi dei personaggi e,
in parte, anche gli stessi soggetti, dì guisa che la fronte
lateranense può servire per completare la metà distrutta
del sarcofago di Domitilla :i.

CAPO IV.
PIETRO PASTORE.

Alla fine del suo Vangelo s. Giovanni racconta con quali
circostanze, prima di salire al cielo, Cristo conferì a Pietro
l'ufficio di Sommo pastore. Quasi ad espiare la triplice nega-
zione, l'apostolo dovette per tre volte affermare a! Cristo
di amarlo; le due prime volte si sentì rispondere: a Pasce
agnos meos », la terza: «Pasce oves meas!»4 In tal modo
Nostro Signore lo istituì suo Vicario, come dichiara esplici-
tamente s. Ambrogio con le seguenti parole: 0 ... interrogai
(Dominus) non ut disceret, sed ut doceret quem, elevandus
in caelum, amoris sui velut vicarium nobis rclìnquebat.
Sic enim habes: Simon Ioannìs diligis me? etc. Petrus testi-
ficatur affectum... et ideo quia solus profitetur ex omnibus,
omnibus antefertur: maior enim omnibus caritas » \

Attesa la predilezione dell'arte antica per le scene pasto-
rizie, ci saremmo aspettati di vedere composta dagli artisti
la rappresentazione di questo fatto così importante. Eppure
non se ne conosce alcun esempio. Ma se la scena non fu
rappresentata, ben fu supposta. Molto numerosi invero e
molto antichi sono i monumenti che ci mostrano l'apostolo
nell'esercizio del suo ufficio pastorale: ora pasce il gregge, ora
va in cerca della pecora smarrita, e, ritrovatala, s'arresta e
la carezza o la involge amorosamente nei suo manto per
riportarla all'ovile; ora la porta stille spallo al paradiso, diven-
tando cosi a sua volta il Buon Pastore nel pieno senso della
parola. L'ultimo gruppo specialmente offre per la sua forma
esterna una rassomiglianza perfetta con quelio de! Buon
Pastore che porta la pecora sulle spalle, rassomiglianza del
resto inevitabile, trattandosi in ambedue i gruppi d'un sog-
getto preso dalla vita comune pastorizia. Vi è una differenza
soltanto nei volti: come vedemmo, il Buon Pastore ha sempre,
anche nelle rappresentazioni più tarde, il tipo ideale giovanile
e spesso, specie nel primo perìodo, capelli lunghi e ina-

nellati; Pietro ha sempre 1 suoi tratti caratteristici. Il suo
ritratto varia solamente in quanto che barba e capelli sono più
o meno abbondanti e ricciuti o no. Il secondo tipo, dalla
fronte calva, che mostra l'apostolo nella vecchiaia, s'incon-
tra più raramente e, come sembra, delle volte per motivi
speciali. Prevale quindi anche qui la tendenza generale degli
artisti, di dare ai loro personaggi una età piuttosto fresca
che decrepita. Fu già rilevato (p. 69), che per gli abiti e
attributi, come pure per gli elementi del gregge, esiste una
rassomiglianza perfetta fra le sue immagini e quelle del
Buon Pastore.

§ I. - Rappresentazioni di Pietro pastore
nell'arte monumentale.

1. - Statua di Pietro pastore.

Abbiamo veduto che del Buon Pastore vennero presto
eseguite rappresentazioni statuarie. Così accadde anche per
quelle di Pietro. Ma mentre le statue del Buon Pastore sono
numerose, dì s. Pietro non se ne conosce finora che una sola,
anzi più esattamente, un frammento (ìav. LII, 3) scoperto
nella basilica di S. Clemente dal domenicano P. Mulooly, il
quale a ragione vi appose l'iscrizione: PETRVS PASTOR
BONVS ". Ad eccezione del naso, rotto, il torso è in uno
stato ancora discreto. La testa con la fronte alta, ma non
calva, con la barba prolissa e l'espressione piuttosto nobile,
avvicina il frammento, come vedremo, alle rappresentazioni
più antiche dell'apostolo.

Il P. Mulooly fece eseguire della statua una ricostruzione
in sostanza bene riuscita, però senza le pecore ai piedi, che
certamente non saranno mancate, come provano le due sta-
tue del Buon Pastore di Costantinopoli {tav. LII, 7 e 9).

1 Vedi Bottahi, loc. cit., p. 176.

' FlCKER, lOC. Cit.

3 Lo pubblicheremo nel libro quarto.
' Ioas., 21, 15 e segg.

;' In Lacan, io, 175: MlCNB, i\ !.., 15, 11)42. Similmente S. PlEH
Crisol., Sem. 6: MlGNE, P. L., 52, 202 seg.: « ... cum ad terras venirci Chri-

stus, clamavit...: Ego ginn Pastor bonus; Pastor bonus animarci ponit prò
ovibus suis (lo., 10, 11). Mine csl quod adiutores, quod socios ad curam totius
orbis ipse magister inquini... Iline quod oves suas Pelro z-ice sua ut pasce-
rci ad caelum remeaturus commendai ». Cfr. B. LEO M-, frinii ./ in Suini.
ipsius, 2: MlGNB, I'. I,., 45, 150.
' Vedi sopra p. 63.
 
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