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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 3): Supplemento — Rom, 1936

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https://doi.org/10.11588/diglit.2083#0024
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]6 Capo V - Dut mrcofagi affini a quelli di Gùmìe Bmoo; tome delle quattro stagioni

pinoli, portando una cesta di olive, c finita nella zona infe-
riore a sinistra, dove due ceste ricolme di olive sono tra-
sportate su curo il) magazzino, indicato da un ingresso co-
struito in mattoni e custodito dal cane di guardia. Come
fondo della vendemmi! figura in entrambi, e giustamente,
la vigna, come fondo dell'inverno alberi d'ulivo che si ve-
dono anche dietro i tre geni dell'estate, altro indizio che
j;li artisti copiarono i! medesimo modello, io uso nella loro
officina.

Come particolari insoliti sono da notare, in entrambi:
il pilastro lorreggcntc un melone, e II genio dell' autunno,
che nella sinistra ha un grappolo d'uva, e nella destra una
lucertola attaccata ad una corda e tirata da un vaso; in quel-
lo di Giunio Basso {tao. CCLXXI, .;): ti genio dell'estate
col manico della falce rolla, l'anitra accanto al genio del-
l'inverno, il genio con uccello posato stilla sinistra e il ge-
nio col bicchiere; nel l8l, il genio con bicchiere e siringa
{lov. CXV11, ;;).

La strana immagine del genio colla lucertola trova la
sua spiegazione in un passo del Dioscoride riguardarne la
..lucertola chalcidica", la quale, preparala e bevuta col vino,
guarisce colui che fu da essa morso'. Simile credenza s'è
mantenuta m Italia fino ad oggi; in molte parti, specialmen-
te in Sardegna, la lucertola conservata in olio passa per un
rimedio contro i morsi della - lucertola velenosa", chiamata
volgarmente tarantola.

3. Gli attributi delle stagioni sono in ambedue i sarco-
fagi abbastanza bene distinti. Questo vale anche del terzo
dei quattro sarcofagi rinvenuti nella ..cripta della Passione"
(fan. CCI.XXVf. ;;), dove i geni agli angoli, coi lepri ed
i cani, raffigurano l'inverno; quello colla falce e la cesta
piena di spighe, l'estate; quello col ramo fiorilo e la ce-
sta con fiori, la primavera; di guisa che manca l'autunno,
essendo la cesta accanto al genio dell'estate piena di olive,
e non di uva. Tutti i geni vestono, cosa meno ovvia, oltre
la clamide, la tunica esomide cinta. I due del centro strin-
gono con una mano II prdit/n, con l'altra la tenda dalla
quale si stacca II busto abbozzato della defunta (o delunto),
col suo piedistallo adorno d'una palla, come quello della
tov. LXXXVII. j.

11 secondo sarcofago della nostra cripta {tav. ut., è
d'una grande ricchezza di figure, ma gli attributi delle sta-
gioni non si distinguono lutti per chiarezza. 1 geni sono quat-
tro: il primo a sinistra e quello dell'inverno, con lepre e
cane; segue quello della primavera con una cesta piena di
fiori, cui corrisponde, di contro, il genio coronato d'edera,
che nella sinistra tiene una cesta con spighe e nell'altra la
falce, in gran parte rotta; fra le sue gambe si ripete, ma
rovesciata, la cesta con spighe; accanto, un coniglio mangia
uva. L'ultimo genio, con un serto di fiori in testa e con
un pallio annodato sul petto, stringe nella destra un ramo
poco determinato; nella sinistra aveva forse una cesta di
uva, come rappresentante dell'autunno, indicato fin qui sol-
tanto dai pochi acini che mangia il coniglio. Una cesta piena
di uva la porta, invece, nella sinistra il genio coronato di
canna, che colla destra sorregge il clipeo del busto abbozz.i-

1 DlOXX». Dt molfw miétia lib II. S^y, ... Iti*, «vp» ìxiim, /.u.,.
(«tur* dn intxiin Mtrftiénu, >. y. Eidnhn 11, p. I184

to della defunta, mentre il compagno porta una cesta piena
di frutta. In questi due geni, come anche in quello della
primavera, è notevolissima la clamide affibbiata sul petto,
particolare che incontrammo spesso nelle figure dei Magi e
dei tre (anciufli nella fornace; qui esso si presenta per la
prima volta, essendo II sarcolago del principio incirca del
secolo III.

A queste sei figure e al busto l'artista aggiunse negli
angoli due danzatrici, con un ornato dei capelli simile a
quello delle Muse, l'una con un serto di toglie, l'altra di
fiori; accanto ai piedi della prima si scorge una gruc, della
seconda un falco.

Non contcnm di tante figure, l'artista rappresentò an-
cora sei puttini nudi, collocandone quattro sono 1" immagine
clipeata e due fra le gambe dei geni che la sorreggono.
Questi dut 5'affaccendano dietro a ceste piene di fiori e
frutta; i quattro eseguiscono quella scena scherzosa colla
maschera, che abbiamo già incontrata una volta e che qui
è più numerosa, 111 quanto che due putti fanno da spettato-
ri, ciascuno con un /ledimi in mano; nel fondo v'ha una
base con una siringa (?) sopra.

Le immagini delle stagioni continuano sopra il coper-
chia: ivi quattro geni, vestiti come quelli del sarcofago 3,
sono seduti in terra attorno a due vasi pieni, l'uno di fiori
e spighe l'altro di frutta. Ciascun genio ha inoltre una ce-
sta posata sul ginocchio, che sostiene con una mano, mentre
il primo stringe con l'altra una canna. Il secondo la falce,
il terzo un bastone che avrà tenuto anche il quarto. Eccet-
tuate le spighe, il contenuto delle ceste non è abbastanza
bene distinto; non si vede anzitutto, se vi siano fiori o
frutta. Una simile o uguale rappresentazione delle stagioni
l'abbiamo incontrata su tre coperchi a tatui. CCLXXX. 1;
(■(■!.X.\.\l ; e - '. Di una terza immagine che era dell'an-
no non esiste che un ineschino frammento nel Museo
iatennenae (IX, 4), mentre quei d'un quarto esempio, usciti
dagli scavi di Pretestato, sono tali da averci permesso di
ricostruire l'intiero coperchio colla sua iscrizione composta
dall'augurio di vita eterna, diretto al delunto di un nome
che finisce in TAKIOC, p. e. TPTAKIOC, ovvero ACTAKKX ;
abbiamo prelerito il secondo: [AC]TAKI | [Z]llCAlC (fa:
al.. ;). Finalmente un frammento murato nel cortile dell'A-
nima mostra un genio dell'inverno disteso con una canna e
due anitre (la:: CCLXXX, .;); come si accennò, esso provie-
ne, con grande probabilità, dal cimitero di Pretcstato.

Per i tre più antichi sarcofagi della ..cripta della Passio-
ne' abbiamo da scegliere la prima metà del secolo III, co-
me insinua, oltre il luogo del travamento, anche il celebre
sarcofago di Prosate* ■ dell'anno 217, le cui sculture sono più
o meno uguali a quelle dei tre sarcofagi.

Del resto il numero straordinario delle ligure che incon-
trammo anche altrove, sta in perfetta armonia colla tendenza
generale degli artisti, che avevano, come si disse Worror
vacui" e perciò coprivano interamente di figure il fondo. I
sarcofagi della Salaria, il vaticano 119, quelli di Brignolles,
di S. Maria antica, di Vclletri ed altri, mostrano, come tale
tendenza entrò e perdurò anche nell'arte cristiana. A questo

■ Vedi inche Idi™. CXXXXIV. j. CLXXIX. i
i WlLftHI, Papiipàblr. fig. Jl, p. 6l.
 
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