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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 3): Supplemento — Rom, 1936

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https://doi.org/10.11588/diglit.2083#0049
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I

in Tunisia [tav. CCLXXXX. i): nel centro vi è la tabella del-
I iscrizioni-, vuota e lottenuta da putti alati; a sinistra l'ado-
razione dei Magi con te protomi dei cammelli, e a destra
il busto d'un defunto togato, avanti la solita tenda; questa
e sorretta da due putti che nella mano libera tengono un
cestello pieno di (rutta, come p. c., quegli a taw. UV, i;
LVUIe CCLXXVI,!. Il togato minge colla sinistra il roto-
lo, come (li solito; e la destra la tiene davanti alla parte
ripiegata della toga, come a tav. Cl'.XII.i, invece di fare il
gesto oratorio. Pure la forma elegante della tufaila aacriptio-

La mano dell'artista provinciale si tradisce soltanto nel-
l'adorazione ilei Magi, dove le teste (un po' equine) dei
cammelli sono trattate al pari di quelle dei Magi, occupando
quindi uguale spazio, come queste, invece di essere più
piccole e relegate nel loudo. come sui rilievi romani. 11
lavoro buono ed accurato, clic si illustra Special mente nelle
pieghe degli abiti, accenna alla rifioritura dell' arte sotto
Costantino. Con quest'epoca concorda ottimamente la (orma
della coniabuiatio.

4. L'imitazioni- dei modelli romani si rivela specialmen-
te ncll'ii.....agine del Buon Pastore, parimenti diffusissima in

Africa: ..Le Bon Pasteur est le motif qui apparai! le plus
fréqucinincnt sur les sarcopflagcs chréticni de l'Afrique .
scrive Stéphanc Gsell '.

Di questo soggetto abbiamo riunito a l<n: CCLXXXV/U
alcuni esempi presi pel lo più dal Museo Lavigerie di
Cartagine. A capo della tavola sta un Buon Pastore romano,
die poi rebbi: passale benissimo per africano. Si rinvenne
nelle demolizioni presso la chiesa di s. Nicola 111 Carcere,
Cli esempi africani sono disgraziatamente pili o meno miseri
avanzi, cosi ridotti da vandali e maomettani. Il Buon Pastore
è di solito del tipo più antico. In un caso stringe colla de-
stra le quattro zampe della pecora riunite sul petto, e nella
sinistra abbassata tiene una secchia (tav. al, S.). Questo fram-
mento e di qualche interesse perchè il Buon Pastoie porta
una pecora con una grossa, ma corta coda, caratteristica,
questa, d'una specie di pecore, che si trova soltanto in Afri-
ca, come mi asseri il p. Lapeyre il quale ini procuro anche
l'occasione di vedere tali pecore in natura. Due frammenti
provengono ila sarcofagi strigilati, il che potrà presumersi
anche per qualche almi pezzo meschino.

-,. Un frammento del Bardo a Tunisi, proveniente dal-
l'angolo sinistro d'un sarculago (tav. al. 2), richiama quello
del Museo capitolino da 001 pubblicato a tav.X.£: il Buon
Pastore ed una figura muliebre stanno fra pecore e accanto
ad un banchetto celeste. La donna, lorse la defunta, tiene,
in un atteggiamento pensieroso, la destra al mento, stringen-
do nella sinistra 1111 fazzoletto piegato, particolare rarissimo,
che s'incontra qui per la prima volta nell'arte cristiana an-
tica. Purtroppo il frammento è tanto danneggiato da non
tornirci gli elementi necessari per completare le lacune del
sareolago Iraiiinicntai io capitolino, e ,ve.vivi

ti. Nell'arte romana incontrammo spesso il pastore che
nel noto atteggiamento caratteristico sorveglia il gregge. Di

uno che si trova nell'Episcopio di Porto ci favori nell'ulti-
ma ora la fotografia il p. Casamassa (tav. CCLXXXXIV. j).
La scultura è rozza e d'una conservazione pessima. Nel-
l'arte alricana, ilei pastoi e sorvegliante non ce n'è occorso
che 1111 siilo esempio d'una conservazione ottima, salvo il
volto, reso irriconoscibile: è la scultura dell'angolo sinistro
della fronte d'un sareolago, lorse ancora precostaiuiniano
{tav.CCLXXXVIH,3). Il pastore veste tunica manicata e
cinta, pallio come manto, gambali e scarpe; egli stringe nel-
la destra il pedani e colla sinistra carezza una pecora che
gli si è avvicinata; un albero fronzuto completa l'immagine.

Ad imitazione ili Polinnia spesso appoggiata ad un pila-
stro improvvisato, anche il pastore s'appoggia ad un pilastro
simile. Tale ripiego, ammissibile per la Musa, per il pastore-
che si suppone in piena campagna, e un particolare strano,
ma non unico: l'artista d'un sareolago, di cui esiste un
frammento nel Museo di S. Callisto, ha commesso la stessa
stranezza [tav, CCLXXXXV, 4). Lo scultore africano ha intro-
dotto ancora un alno cambiamento all'immagine romana; il
pallio-manto c legato con un nodo sul petto ' e Hnisce in
una lacinia pendente dall'avambraccio destro. La ligula si
presenta nell'insieme abbastanza lavorevolmcnte; solo le gi-
nocchia sono malfatte e le pieghe, un po' uniformi,

;. Un sareolago frammentario di Tipasa (Pare Trémalix)
con le quattro stagioni è pregevole per la presenza di
soggetti prettamente ciistiani, che erano distribuiti In tre
nicchie, formate ila colonne liscie con capitelli ionici sorreg-
genti timpani {In.'. (.(..'.Y.Y.Y.Y. ). La prima nicchia è di-
strutta. 1 quattro geni si seguono in ordine comune: alla
estrema sinistra quello della primavera con due rami bo-
riti ed una liala; accanto sta il genio dell'estate, col mani-
poli) ili spighe e la (alte: entrambi vestono la sola clamide.
Cosi anche il genio dell'autunno, con frutta nella clamide e
nella destra abbassata un grappolo d'uva, al quale sembra
attaccata una lucertola, e più precisamente una tarantola,
s'intende nel significato dianzi spiegato ()i. iti)'. Il genio
dell'inverno veste la tunica cinta e manicata, stivali, ed un
cappuccio tirato sulla testa, il che lo distingue da tutte le
rispettive sculture ila noi illustrate; nella sinistra tiene un
bidente appoggiato alla spalla, e due anitre nella destra
abbassata.

Dei soggetti cristiani, che erano tre, solo quello della
nicchia angolare a destra è intiero: il miracolo della Ionie,
ossia il battesimo simbolico del centurione Cornelio. Mentre
per le stagioni l'artista si attenne, in massima, a modelli
romani, il battesimo olire una notevole differenza, in quanto
che il personaggio the colla verga tocca la roccia, è, come,
sugli affreschi più antichi ', imberbe, dunque Mose. Anche
l'atteggiamento, come percuote la roccia, è tliverso; sembra
che l'artista non abbia mai veduto una rappresentazione
della tonte in scultura. Dei due soldati, poi, uno solo, ingi-
nocchiato, stende la destra per attingere l'acqua; l'altro sta
ancora aspettando, in piedi. Nell'arte romana, al contrario,
tutti e due bevono: il primo in ginocchio, il secondo in pie-
di; e questo dettaglio è cosi costante che anche un piccolo
 
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