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Tasso, Torquato
La Gerusalemme liberata — Venedig, 1745

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.5052#0273
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NO NO.

liv.
Egli ancor dal suo lato in fuga mosse
Le guardie, e ne' ripari entrò d' un salto.
Di lacerate membra empiè le fosse,
Appianò il calle , agevolò V assalto :
Sicché gli altri il seguiro, e fer poi rosse
Le prime tende di sanguigno smalto.
E seco a par Clorinda, o dietro poco
Sen già , sdegnosa del secondo loco.
lv.
E già fuggiano i Franchi, allor che quivi
Giunse Guelfo opportuno, e '1 suo drappello :
E volger fè la fronte ai fuggitivi,
E sostenne il furor del popol fello.
Così si combatteva, el sangue in rivi
Correa egualmente in questo lato e in quello,
Gli occhi frattanto alla battaglia rea
Dal suo gran seggio il Re del ciel volgea.
lvi.
Sedea colà, dond'egli e buono e giusto
Dà legge al tutto, el tutto orna e produce,
Sovra i bassi confin del mondo angusto,
Ove senso o ragion non si conduce.
E della Eternità nel trono augusto
Risplendea con tre lumi in una luce.
Ha sotto i piedi il fato e la natura,
Ministri umili, el moto, e chi'1 misura.
lvii.
El loco, e quella che qual fumo o polve
La gloria di qua giuso, e l'oro e i regni,
Come piace là su, disperde, e volve:
Ne Diva cura i nostri umani sdegni.
Quivi ei così nel suo splendor s'involve,
Che v' abbaglian la vista anco i più degni -7
D'intorno ha innumerabili immortali
Disegualmente in lor letizia eguali .
 
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